Prestito, cosa succede se non pago e quali sono i rischi reali

Cosa accade quando si chiede un prestito e non si riesce a onorare il pagamento delle rate previste: rischi e conseguenze previste

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Prestito, cosa succede se non pago e qua

Cosa sono i prestiti personali?

I prestiti personali sono erogazioni di denaro da parte di banche, assicurazioni e finanziarie che vengono richiesti per diverse motivazioni, dalla necessità di avere maggiore liquidità, al dove sostenere spese extra, come l’acquisto di nuovi mobili o una nuova auto e che, come accade per il mutuo di casa, prevedono il rimborso della cifra avuto tramite pagamento di rate mensili prestabilite.

Gli italiani che continuano a chiedere prestiti personali sono sempre tanti e aumentano: le tendenze degli ultimi anni hanno, infatti, fatto crescere le richieste di prestiti personali soprattutto per liquidità, soldi di cui gli italiani hanno spesso bisogno non per affrontare spese extra o grandi ma per sostenere le spese quotidiane e mensili per cui il solo stipendio non basta più. Ma se si chiede un prestito personale e non si riesce a pagare la rata mensile quali sono i rischi che si corrono?

Prestiti personali: cosa succede se non si paga

Cosa succede se non pago un finanziamento Compass o Findomestic? Le conseguenze per il mancato pagamento di più rate di finanziamento sono le stesse per tutte le società che erogano prestiti a prescindete che sia Compasso, Findomestic o altra finanziaria o banca.

Se non si paga un prestito o se non si paga un finanziamento e si va all’estero, si corre il rischio di essere segnalati sia alla Centrare Rischi della Banca d’Italia (cosiddetta CAI, dove si viene inseriti solo se si è in mora nei pagamenti) sia ai cosiddetti SIC (Sistemi di informazioni creditizie, dove finiscono i propri dati già al momento della richiesta di un prestito e vi rimangono fino a estinzione del debito), come Crif, Experian, CTC.

La segnalazione alla Centrale Rischi non scatta automaticamente nel caso di ritardo di pagamento di una rata o di mancato pagamento di una rata, ma scatta solo se si verificano determinate condizioni. Ciò significa che non si diventa per la giurisprudenza italiana cattivi pagatori perché si ritarda a pagare la rata di un prestito.

Inoltre, prima della segnalazione alla Centrale Rischi, la banca o finanziaria è obbligata a contattare il debitore avvisandolo di regolarizzare la propria posizione al più presto e nel caso questo avvenga allora la questione sarà chiusa e il debitore non corre più alcun rischio. Il ritardo nel pagamento di un finanziamento prevede solo il calcolo degli interessi di mora in più alla rata, il cui importo è stabilito nel contratto con la Finanziaria.

Tuttavia, in caso di mancato pagamento di un prestito, la finanziaria può decidere di rivolgersi al giudice per recuperare le rate scadute e non versate, coi relativi interessi, e può farlo anche un giorno dopo il ritardato pagamento di una singola rata per avere le somme dovute, o può decidere di sciogliere il contratto e chiedere il versamento immediato in un’unica soluzione della somma mancante del finanziamento richiesto.

Nei casi estremi è anche possibile che la Finanziaria avvii una causa contro il debitore con atto di citazione o presenti un decreto ingiuntivo contro il debitore, depositando copia del contratto. I rischi che si corrono se si continua a non pagare entro i termini previsti (il debitore ha 40 giorni di tempo dopo aver ricebuto il decreto inguntivo per contestarlo) sono quelli del pignoramento dei beni.

Prestito e finanziamento non pagato, quando scatta pignoramento

Il pignoramento per finanziamenti non pagati scatta, dunque, dopo che il debitore riceve il decreto ingiuntivo, ed entro i termini previsti non regolarizza la sua posizione, e che la finanziaria notifica al debitore il cosiddetto atto di precetto, un ultimo avviso di pagamento che da ulteriori dieci giorni di tempo per regolarizzare la propria posizione e che anticipa l’avvio del pignoramento e che scade dopo 90 giorni. Se entro questo termine, il debitore continua a non pagare, si avvia l’azione esecutiva e parte il pignoramento.

Il pignoramento coinvolge ogni possedimento del debitore: dal quinto dello stipendio, al conto corrente, alla pensione, a immobili su cui la finanziaria stessa può decidere di accendere una ipoteca.

Come il debitore può saldare il debito senza rischi e sanzioni

Per evitare conseguenze spiacevoli, il debitore può anche proporre un saldo e stralcio anche dopo l’avvio delle azioni esecutive, possibilità che permettono al debitore di regolarizzare la propria posizione previo consenso della richiesta da parte del creditore.

Prestiti non pagati: come e quando vanno in prescrizione

Se nonostante solleciti e intervento di una società di recupero crediti i soldi del prestito erogato non vengono recuperati dell'ente che ha dato il finanziamento e dallo stesso ente tutto inizia a tacere, allora il credito è prescritto, non più recuperabile. Il pagamento, dunque, viene più corrisposto e i tempi per la prescrizione sono solitamente compresi tra i 5 e i 10 anni. Per debiti come sottoscrizione di mutui, finanziamenti, prestiti Inps, i termini di prescrizione sono di 10 anni, che secondo a 5 anni per crediti per canoni di locazione, interessi, pensione, tfr.