I prezzi delle azioni del prossimo anno rifletteranno le condizioni economiche che si ritiene possano essere nella seconda metà del 2022 e nel 2022. Lo scenario delineato è di un'impennata della spesa dei consumatori che si riversa nelle casse aziendali e di un simile scatenamento degli investimenti, frenato dalle misure di controllo del virus.
Le previsioni per il 2024 in campo azionario sono tutt’altro che preoccupanti. Come vediamo in questo articolo, si prevede una moderata ma costante riduzione dell'inflazione, accompagnata da tagli ai tassi ufficiali da parte delle banche centrali. Questo scenario dovrebbe favorire movimenti positivi nel mercato azionario.
Nella seconda metà dell'anno, l'attenzione si sposterà sulla crescita economica, che diverrà il principale motore dei mercati finanziari. In questo contesto, la strategia di diversificazione degli asset assume un ruolo cruciale, diventando un elemento chiave per gli investitori che cercano di ottimizzare rendimenti e gestire i rischi in un ambiente di mercato in evoluzione. Ecco i dettagli:
Guardando al 2024, l'orizzonte si presenta caratterizzato da volatilità e da una crescente frammentazione economica globale, con movimenti protezionistici che rischiano di acuire le tensioni competitive, soprattutto nei settori chiave. Nonostante questo scenario, il 66% dei CEO italiani si mostra ottimista, prevedendo un incremento dei ricavi, mentre oltre la metà anticipa un miglioramento della profittabilità.
Le aziende italiane mostrano una forte consapevolezza della necessità di innovare e di ridefinire le strategie aziendali in risposta alle sfide emergenti, soprattutto in termini di nuove tecnologie.
Oltre il 70% dei leader intervistati vede nell'intelligenza artificiale un fattore di trasformazione profonda, che porterà alla revisione delle strategie aziendali e influenzerà i modelli di business futuri.
Per conservare e potenziare questa traiettoria di crescita, gli investimenti punteranno ai pilastri della competenza, della tecnologia e della sostenibilità. Proprio dalle imprese che punteranno sulla connessione tra persone, tecnologia e ambiente, sono attese le migliori prestazioni nella Borsa italiana.
Gli esperti hanno messo in luce come l'intelligenza artificiale stia trasformando il mercato borsistico, soprattutto nel processo di ottenimento di finanziamenti da parte degli operatori economici. L'Italia si trova in una posizione di svantaggio rispetto ai suoi concorrenti internazionali su questo aspetto, ma l'IA è destinata a diventare un motore per l'efficienza operativa e per lo sviluppo accelerato di nuovi prodotti finanziari.
Per gli esperti di Borsa occorre essere ottimisti sul futuro prossimo: già lo scorso anno l'indice principale della Borsa italiana è salito quasi del 30%, piazzando l'Italia in vetta in Europa per numero di nuove imprese, principalmente di medie e piccole dimensioni, quotate in Borsa, con una crescita del 10% rispetto alla media europea che segna invece un -8%.
Gli amministratori delegati italiani guardano con fiducia al 2024, con il 66% che anticipa un aumento dei ricavi e più della metà che prevede una crescita della profittabilità. Nonostante le difficoltà, il 94% degli intervistati conferma di avere strategie di backup focalizzate sulla riduzione dei costi. Tra le principali preoccupazioni emergono la volatilità del mercato, le modifiche normative e le crescenti pressioni riguardo le questioni ambientali, sociali e di governance, nonché le tensioni geopolitiche che potrebbero erigere nuove barriere commerciali.
La digital disruption è un altro tema dominante, con l'88% dei CEO che prevede un impatto diretto sulle prestazioni aziendali. La trasformazione digitale, ancora in una fase di esplorazione e affinamento per circa due terzi delle aziende italiane, evidenzia l'importanza crescente delle tecnologie digitali nella ridefinizione dei modelli di business, anche se solo un terzo ha già implementato una strategia complessiva.
Infine, secondo l'ultimo rapporto EY M&A Barometer, si prevede che le fusioni e acquisizioni in Italia si attestino tra le 1.200 e le 1.300, con un investimento totale stimato tra i 55 e i 60 miliardi di euro, segnando un calo rispetto allo scorso anno. Nonostante questo, l'attività di investimento all'estero delle aziende italiane rimane robusta, con oltre 270 operazioni e un investimento complessivo di circa 15 miliardi di euro.