Qual è il prezzo medio di un'auto nel 2022? Non si conosce più, ecco perché

Non bisogna poi dimenticare che più si guida l'auto e più costoso sarà mantenerla. Qualcosa si usurerà o dovrà essere aggiornato, soprattutto dopo la scadenza della garanzia.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Qual è il prezzo medio di un'auto ne

Prezzo medio di un'auto, quale è?

Il prezzo medio di un'auto è in costante crescita, ma fra rate mensili, canoni, tassi di interesse, ammortamento e valore futuro garantito, sfugge quale è il prezzo reale del veicolo.

Avere la propria auto è sinonimo di completa libertà. Un'auto permette di andare dove si vuole e quando si vuole. C'è solo un piccolo problema che non si può eludere: le auto, anche quelle più economiche, sono costose.

Il problema che non si conosce più il prezzo medio di un'auto. O almeno, non è sempre evidente. Una modello con sedili in pelle e un buon sistema audio costa più di quanto la maggior parte delle persone guadagni in un anno.

A parte l'acquisto di una casa, un'auto è probabilmente il secondo più costoso da fare nella propria vita. Tuttavia la complicazione deriva dal fatto che le offerte delle case automobilistiche ovvero delle concessionarie non sono sempre chiare e l'acquirente finisce per trovarsi in una posizione di disorientamento. Approfondiamo allora:

  • Prezzo medio di un'auto, ecco perché non si conosce più
  • Altri aspetti poco considerati nella valutazione del prezzo

Prezzo medio di un'auto, ecco perché non si conosce più

Per la maggior parte delle persone, avere un'auto non è una scelta. È necessario per andare e tornare dal lavoro, per andare a fare la spesa, per vedere gli amici, in pratica per andare quasi ovunque. Essere troppo fissati sul prezzo pubblicizzato di un'auto è l'errore più grande e più costoso che gli acquirenti commettono. L'emozione di possedere un'auto nuova dura solo pochi mesi. Poi subentra il dolore di pagare la stessa rata dell'auto per anni.

E qui entra in gioco un aspetto che sta mettendo in discussione le poche certezze. Sappiamo infatti che l'acquirente viene travolto da una miriade di formule alternative all'acquisto tutto e subito. Per la maggior parte di loro si tratta di una facilitazione in quanto non tutti hanno subito a disposizione la liquidità necessaria per affrontare una spesa di questo genere. Tuttavia, fra rate mensili, canoni, tassi di interesse, ammortamento e valore futuro garantito, sfugge quale è il prezzo medio e reale del veicolo.

Basta dare un'occhiata al focus "Mercato auto in valore" realizzato da Mapfre su dati Dataforce per avere un quadro aggiornato della situazione e di cosa sta cambiando nel territorio italiano. Qui si legge infatti che il prezzo medio dei suv è aumentato tra il 2011 e il 2019 di circa il 17% ovvero da 18.000 a 21.000 euro. Spesso però l'assenza del prezzo di listino non consente all'acquirente di valutare correttamente le differente proposte.

Altri aspetti poco considerati nella valutazione del prezzo

Non bisogna poi dimenticare che più si guida l'auto e più costoso sarà mantenerla. Qualcosa si usurerà o dovrà essere aggiornato, soprattutto dopo la scadenza della garanzia. E non ci sono solo i costi di manutenzione, ma anche le spese per il carburante, gli interessi sul finanziamento, l'assicurazione, il parcheggio e le solite insopportabili multe per infrazioni al Codice della strada.

Le valutazioni da fare sono quindi piuttosto complesse e vanno al di là del calcolo del costo d'acquisto del mezzo. Non sempre tengono però in considerazione i costi di gestione che cambiano da auto a auto.

Non cambia il quadro se dal lato cliente privato ci spostiamo a quello dei veicoli commerciali leggeri e dunque dei mezzi aziendali. L'outlook di Dataforce per il 2022 conferma per fine anno un mercato dei veicoli commerciali leggeri attorno alla quota di 155.000 immatricolazioni, con un modesto recupero delle immatricolazioni rispetto al 2020: +3,1%, e con il canale delle ditte e quello delle società in crescita rispettivamente del 12,9% e del 6,8%, mentre tutti gli altri canali dovrebbero chiudere ancora in rosso.

Rispetto al 2019 ante-pandemia, però, il confronto è negativo, con una flessione pari al 13,6% e con tutti i canali di distribuzione in passivo. Il canale delle ditte, artigiani e professionisti dovrebbe limitare le perdite a -7,4%, quello delle società in proprietà dovrebbe attestarsi a -11,2%. Rosso più pesante per il rent: il lungo termine a -16,8% e il breve termine a -18,9%. Per le auto-immatricolazioni l’ipotesi del forecast è nettamente negativa: -35%.