Stando a quanto riportato dal Codice Civile, il domicilio è il luogo in cui una persona stabilisce la sede principale dei suoi affari e interessi, mentre la residenza è il luogo in cui una persona stabilisce la propria dimora abituale.
Comprendere la differenza tra domicilio e residenza, disciplinati nel diritto italiano dall’articolo 43 del Codice Civile, è fondamentale in diversi ambiti, da quello legale a quello fiscale. Anche se comunemente utilizzati come sinonimi, questi termini hanno significati distinti e implicazioni specifiche per individui e professionisti.
La residenza indica il luogo fisico in cui una persona vive abitualmente, dove svolge le sue attività quotidiane e dove coltiva i suoi interessi personali e sociali. La residenza è registrata presso l'anagrafe del Comune di appartenenza e comporta determinati obblighi e diritti civici, come la possibilità di votare nelle elezioni locali.
La residenza è unica e imprescindibile per garantire l'accesso a una serie di diritti fondamentali, tra cui:
Il domicilio, d'altra parte non è necessariamente legato a un luogo fisico, ma piuttosto alla volontà e all'intenzione di stabilirsi in un certo posto. È legato alla sede dei propri affari e degli interessi. Può essere la dimora principale o quella secondaria, a seconda delle circostanze. Ad esempio, se una persona possiede una casa in una città ma vive altrove per motivi di lavoro, il suo domicilio potrebbe essere considerato il luogo dove trascorre la maggior parte del tempo. Il domicilio assume rilevanza in numerosi contesti legali e burocratici, ha carattere temporaneo e può essere modificato in qualsiasi momento.
Esistono diversi tipi di domicilio, ognuno dei quali si applica a situazioni specifiche:
Per comprendere meglio il concetto di residenza e domicilio, andiamo a vedere insieme tre casi pratici:
Ipotizziamo il caso di un individuo che vive con la sua famiglia in un paesino in campagna, dove è registrato all'anagrafe del Comune. Qui svolge la sua vita familiare, sociale e parte delle sue attività quotidiane. In questo caso si tratta di residenza. Tuttavia, questa persona lavora in un'azienda situata in una città a 100 km di distanza, dove trascorre la maggior parte della settimana, includendo talvolta anche pernottamenti durante i giorni lavorativi. Pertanto può scegliere di stabilire il suo domicilio nella città dove lavora, in quanto risulta il centro dei suoi affari e interessi lavorativi.
Pensiamo al caso di un giovane studente, registrato all'anagrafe nella città dove è nato e cresciuto, dove vivono i suoi genitori. Questo è il luogo dove trascorre le vacanze e parte dell'anno. Durante l'anno accademico però, vive in un appartamento vicino all'università in un'altra città. Sebbene qui svolga la sua vita quotidiana, compreso lo studio, può decidere di mantenere la sua residenza ufficiale nella città natale, mentre il suo domicilio viene temporaneamente assegnato presso l'appartamento vicino all'università.
Immaginiamo il caso di individuo che ha una casa in un quartiere residenziale di Milano, dove vive con la sua famiglia. Questo è il luogo registrato come sua residenza ufficiale, dove svolge la sua vita sociale e familiare. La stessa persona possiede e gestisce un'azienda con sede a Roma. Poiché si occupa degli affari aziendali principalmente da Roma, anche se viaggia frequentemente tra le due città, potrebbe decidere di stabilire il suo domicilio legale a Roma, dato che è il centro principale dei suoi interessi economici e lavorativi.