L'elemento caratterizzante del contratto di apprendistato è la presenza di un tutor aziendale qualificato, figura centrale che garantisce un percorso formativo efficace e strutturato per l'apprendista. Vediamo quali sono i requisiti fondamentali che il tutor deve possedere per assicurare la validità del contratto di apprendistato nel 2025.
La normativa del 2025 conferma le tre principali tipologie di contratto di apprendistato, ciascuna con caratteristiche specifiche che influenzano anche il ruolo del tutor:
In ciascuna di queste tipologie, il tutor deve adattare il proprio approccio formativo agli obiettivi specifici del percorso. Per esempio, nell'apprendistato di alta formazione e ricerca, dovrà coordinare la propria attività con quella delle istituzioni accademiche coinvolte, mentre nell'apprendistato professionalizzante dovrà focalizzarsi maggiormente sulle competenze tecnico-professionali richieste dal settore.
La componente formativa rappresenta l'elemento distintivo del contratto di apprendistato rispetto ad altre forme contrattuali. La normativa del 2025 ribadisce che la finalità principale di questo contratto è proprio la formazione professionale, aspetto che non deve mai essere perso di vista.
Per garantire la validità del contratto, il datore di lavoro deve assicurare che gli obblighi formativi vengano rispettati scrupolosamente. La mancata attuazione di tali obblighi può comportare gravi conseguenze, tra cui:
In casi particolarmente gravi, la Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata formazione può determinare la nullità del contratto di apprendistato. Con la sentenza n. 6990 del 15 marzo 2025, la Suprema Corte ha ribadito che l'obbligo formativo non è una mera formalità, ma rappresenta l'elemento qualificante del contratto. La sua violazione può comportare la trasformazione del rapporto in un ordinario rapporto di lavoro non agevolato, con conseguente obbligo di pagamento delle differenze retributive e contributive.
La figura del tutor aziendale rappresenta il cardine del sistema formativo all'interno del contratto di apprendistato. Si tratta del professionista che affianca il lavoratore durante tutto il percorso, trasmettendogli le competenze necessarie per l'esercizio delle attività lavorative. Il tutor svolge un ruolo determinante per la validità stessa del contratto, poiché è responsabile dell'attuazione del piano formativo individuale e dell'inserimento dell'apprendista nel contesto aziendale.
Il tutor accompagna l'apprendista per l'intera durata del contratto, con il compito specifico di supervisionare e formare il giovane lavoratore affinché raggiunga la qualifica professionale prefissata. La normativa vigente stabilisce criteri precisi per chi può ricoprire questo ruolo, garantendo che solo persone con adeguata esperienza e competenza professionale possano assumere questa responsabilità.
Per essere nominato tutor nell'ambito di un contratto di apprendistato nel 2025, è necessario soddisfare tre requisiti fondamentali stabiliti dalla normativa:
Questi criteri sono stati confermati anche per il 2025 e rappresentano condizioni imprescindibili per assicurare l'efficacia formativa dell'apprendistato. Il Decreto del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 28 febbraio 2000 e le normative regionali successive disciplinano nel dettaglio il ruolo del tutor aziendale, sottolineandone l'importanza strategica nel processo formativo.
Il tutor aziendale non si limita a trasmettere competenze tecniche, ma svolge una funzione educativa più ampia. Le sue responsabilità includono:
Nel 2025, il tutor deve anche garantire la corretta applicazione del piano formativo individuale (PFI), documento che definisce i contenuti e la durata della formazione e che deve essere allegato al contratto di apprendistato. Il suo ruolo è quindi determinante per assicurare che l'apprendista raggiunga gli obiettivi formativi previsti.
Nel contratto di apprendistato, la formazione può essere erogata sia all'interno che all'esterno dell'azienda. La normativa del 2025 stabilisce che i percorsi formativi devono articolarsi in periodi di formazione interna ed esterna, concordati dall'istituzione formativa e dal datore di lavoro e attuati sulla base di un protocollo specifico.
Per quanto riguarda l'apprendistato professionalizzante, la formazione interna è affidata al tutor aziendale e riguarda l'acquisizione di competenze tecnico-professionali specifiche. La formazione esterna, invece, è finalizzata all'acquisizione di competenze di base e trasversali ed è erogata da enti accreditati.
La legge stabilisce che per l'apprendistato professionalizzante la formazione esterna non può superare le 120 ore nell'arco di un triennio. Questa formazione è obbligatoria e il tutor aziendale deve garantire che l'apprendista possa parteciparvi regolarmente.