Nel contesto economico e sociale attuale, le famiglie con figli maggiorenni disoccupati che vivono ancora all’interno del nucleo familiare incontrano spesso difficoltà nel reperire risorse sufficienti per garantire il sostentamento dei propri figli. Le recenti riforme, in particolare con l’entrata in vigore dell’assegno unico universale, hanno modificato profondamente il sistema delle prestazioni e dei bonus rivolti a queste situazioni.
L’evoluzione delle misure di welfare nel 2025 ha condotto alla razionalizzazione degli interventi per i nuclei familiari con figli maggiorenni privi di occupazione. In assenza di strumenti come le detrazioni fiscali per figli a carico e gli assegni familiari, ora sostituiti, l’assegno unico universale rappresenta il pilastro centrale. Persistono altresì specifici aiuti per nuclei con figli disabili, sia maggiorenni che minorenni, ai quali si aggiungono forme di supporto legate alla fragilità economica accertata dall’indicatore ISEE.
L’assegno unico universale è la prestazione fondamentale per le famiglie con figli, inclusi i maggiorenni fino all’età di 21 anni che risultino fiscalmente a carico e disoccupati. La normativa (D.Lgs. 29 dicembre 2021, n. 230 e s.m.i.) prevede le seguenti condizioni di accesso per i maggiorenni:
Per i figli con disabilità, il diritto all’assegno unico non subisce limiti d’età e può essere mantenuto finché il figlio risulti fiscalmente a carico del nucleo. L’importo si determina in relazione al valore ISEE del nucleo familiare e può variare da un minimo di 57,50 euro mensili fino a importi più elevati per soglie ISEE più basse, con possibili maggiorazioni nel caso di nuclei numerosi o presenza di figli disabili.
Le normative prevedono che gli importi percepiti a titolo di assegno unico non vengono conteggiati nel calcolo dell’ISEE. Inoltre, per le domande presentate tra marzo e giugno, sono riconosciuti eventuali arretrati a decorrere dal mese di marzo. Il rinnovo dell’assegno unico avviene automaticamente se la situazione familiare e reddituale rimane invariata.
L’istanza può essere presentata direttamente sul portale INPS tramite credenziali SPID, CIE o CNS, oppure affidandosi ad intermediari come CAF e patronati. L’erogazione può avvenire su conto corrente bancario o postale, libretto di risparmio, carta prepagata con IBAN o bonifico domiciliato. Il pagamento può essere ripartito tra i genitori o chi esercita la potestà in caso di affido. I figli maggiorenni possono presentare domanda autonoma e ricevere direttamente le somme spettanti.
La presenza di figli disabili nel nucleo familiare dà diritto a ulteriori maggiorazioni dell’assegno unico. L’ammontare delle maggiorazioni dipende dal grado di disabilità riconosciuta, dall’età del figlio (superiore o inferiore a 21 anni) e dal valore dell’ISEE familiare. I dettagli sono definiti dalle circolari INPS e dalla normativa di riferimento.
Per approfondimenti sulle diverse casistiche, si rimanda al portale INPS e alla normativa specifica (D.Lgs. 230/2021).
Oltre all’assegno unico, le famiglie con ISEE basso possono accedere ad altre forme di aiuto per sostenere i costi della vita:
L’obbligo del mantenimento del figlio maggiorenne disoccupato da parte dei genitori non è senza limiti. Secondo l’art. 337 septies del Codice Civile e le più recenti pronunce della Corte di Cassazione (ordinanza n. 29264/2025), l'obbligo persiste a condizione che il figlio si impegni attivamente nel percorso di formazione o nella ricerca di lavoro, ma tende ad attenuarsi con l’età avanzata del figlio o in caso di inattività non giustificata. Oltre una certa soglia anagrafica, generalmente individuata intorno ai 30 anni, il diritto al mantenimento si riduce e il figlio è indirizzato verso strumenti pubblici di sostegno (come l’assegno di inclusione o altri sussidi specifici previsti per i cittadini privi di mezzi adeguati).
Il mantenimento diretto può essere revocato esclusivamente tramite provvedimento giudiziale che ne attesti la cessazione dei requisiti.
Per i nuclei familiari con figli disabili maggiorenni a carico nel 2025, è prevista una maggiorazione strutturale sull’assegno unico universale. Il bonus figli disabili come misura autonoma, precedentemente rivolto ai nuclei monoparentali con ISEE molto basso (< 3.000 euro), non è stato rinnovato per il 2025. Ora, la maggiorazione sull’assegno unico rappresenta il canale principale di sostegno. L’aumento mensile riconosciuto varia in base al grado di disabilità, quale risultante dalla certificazione medico-legale e in relazione all’ISEE. In aggiunta, il beneficio è compatibile con altre misure locali o regionali eventualmente attivate dagli enti territoriali.
Le somme percepite a titolo di maggiorazione per disabilità non concorrono alla formazione del reddito imponibile e sono cumulabili con altri aiuti eventualmente concessi da enti pubblici o privati.