Ci sono passaggi ben precisi che disciplinano la vendita di un'attività sotto forma di Srl. Anche dal punto di vista fiscale occorre prestare la massima attenzione così da comprendere quali sono le tasse che si devono pagare.
La cessione o vendita delle quote di una società a responsabilità limitata può comunque essere effettuata da un commercialista abilitato. In base alle nuove disposizioni 2022-2023 è sufficiente una scrittura privata registrata, oltre alla redazione di una scrittura privata autenticata o di un atto pubblico. Ma vediamo nel dettaglio cosa c'è da sapere ovvero:
Vendita attività Srl 2022-2023: quali tasse bisogna pagare
Disposizioni normative aggiornate per chi vende una Srl
Disposizioni alla mano, nel caso di cessione della propria attività ovvero delle proprie quote, scatta una imposta sostitutiva al 26%. La plusvalenza derivante dalla cessione è sempre soggetta al 26%. Dopodiché i costi di vendita delle quote eseguita dal notaio o dal commercialista sono per definizioni variabili. In linea di massima il notaio richiede un compenso di almeno 700 euro mentre il commercialista di circa 500.
Nella lista dei costi occorre quindi aggiungere l'imposta di registro (200 euro), i bolli dell'Agenzia delle entrate (15 euro), i bolli camerali (65 euro), i diritti della segreteria della Camera di commercio (90 euro).
Ecco dunque che quando si parla di tassazione di un'attività svolta come Srl bisogna considerare una serie di quote.
L'Ires, la cui aliquota è fissa e pari al 24% e viene applicata su una base imponibile secondo la formula: utile lordo derivante dal CE del bilancio di esercizio, a cui aggiungere eventuali variazioni fiscali in aumento e a cui sottrarre eventuali variazioni fiscali in diminuzione ed eventuali perdite fiscali dell'anno precedente.
Poi c'è l'Irap con aliquota ordinaria pari al 3,5%, che aumenta o diminuisce proprio in base al settore di attività. La base su cui calcolare l'aliquota è data dalla differenza tra ricavi e costi d'esercizio.
Ecco quindi l'Irpef: si tratta di una imposta proporzionale. In pratica l'aliquota cambia a seconda del reddito, dal 23% al 43%. Infine c'è l'addizionale regionale che è calcolata sulla base imponibile Irpef ed è diversa da regione a regione e non può superare l'1,4%.
Vale quindi la pena rilevare che gli utili distribuiti ai soci sono soggetti a loro volta a una ulteriore tassazione, in base al tipo di partecipazione che essi posseggono. Sono due ovvero per la partecipazione qualificata per cui viene calcolata l'Irpef sul 49,72% del dividendo percepito. E per la partecipazione non qualificata per cui è prevista una ritenuta alla fonte pari al 26% sul 100% del dividendo.
Secondo quanto previsto dal nostro ordinamento, il trasferimento delle partecipazioni ha effetto di fronte alla società dal momento del deposito. L'atto di trasferimento, con sottoscrizione autenticata, deve essere depositato entro 30 giorni, a cura del notaio autenticante, presso l'ufficio del registro delle imprese nella cui circoscrizione è stabilita la sede sociale.
In caso di trasferimento a causa di morte il deposito è effettuato a richiesta dell'erede o del legatario verso presentazione della documentazione richiesta per l'annotazione nel libro dei soci dei corrispondenti trasferimenti in materia di società per azioni. Se la quota è alienata con successivi contratti a più persone, quella tra esse che per prima ha effettuato in buona fede l'iscrizione nel registro delle imprese è preferita alle altre, anche se il suo titolo è di data posteriore.
Quando l'intera partecipazione appartiene a un solo socio o muta la persona dell'unico socio, gli amministratori devono depositare per l'iscrizione nel registro delle imprese una dichiarazione contenente l'indicazione del cognome e nome o della denominazione, della data e del luogo di nascita o lo Stato di costituzione, del domicilio o della sede e cittadinanza dell'unico socio.