Sono diverse le leggi che aiutano i padri separati e divorziati sul lastrico in grave crisi economica nel 2022, dalla possibilità di offrire alloggi e posti letto in determinate strutture, al bonus genitori separati 2022 alla possibilità di revisione e calcolo dell’assegno di mantenimento che i padri devono versare a ex moglie e figli nel caso di forti cambiamenti e variazioni reddituali e lavorative.
Quali leggi possono aiutare padri separati e divorziati sul lastrico in grave crisi economica nel 2022? Sono sempre meno i matrimoni che si celebrano in Italia e sempre più le separazioni e nella quasi totalità dei casi delle separazioni la parte debole è rappresentata dai padri e dai mariti, che spesso finiscono sul lastrico proprio a seguito di separazioni a causa delle tante ed elevate spese da sostenere una volta lasciata la casa coniugale.
Sono diversi gli aiuti attualmente disponibili per aiutare i padri separati o divorziati sul lastrico che si ritrovano a vivere in gravi condizioni di crisi economica a seguito delle separazioni. Si tratta di aiuti come prestiti d'onore o anticipi degli assegni di mantenimento se uno dei due coniugi è inadempiente.
Ci sono anche possibilità di accedere ad alloggi e posti letto in determinate strutture senza costi eccessivi per padri separati difficoltà che si trovano con lo stipendio quasi inesistente tra gli alimenti per la moglie e il mantenimento per i figli, e per i casi più gravi ci sono anche i centri di accoglienza notturna cui potersi rivoolgere.
Altra legge in vigore che aiuta i padri separati o divorziati in grave crisi economica è il bonus per genitori separati 2022: si tratta di un contributo mensile fino a 800 euro destinato ai genitori separati in difficoltà economiche che devono ricevere gli assegni di mantenimento ad ex coniugi e figli.
Obiettivo del bonus genitori separati 2022 è quello di aiutare il coniuge che non riceve più l’assegno di mantenimento per inadempienza dovuta all’incapacità a provvedervi del genitore o del coniuge o del convivente che vi era tenuto e che ha cessato, ridotto o sospeso la propria attività lavorativa a partire dall’8 marzo 2020 per una durata minima di novanta giorni o per una riduzione del reddito di almeno il 30% rispetto a quello percepito nel 2019.
Tra le leggi in aiuto di padri separati e divorziati sul lastrico anche quella che prevede la possibilità di revisione dell’assegno di mantenimento a causa di significative variazioni economiche e reddituali per condizioni lavorative.
Quando una coppia con figli si separa, l’importo del mantenimento calcolato dall’eventuale giudice di competenza può non rimanere fisso nel tempo, ma modificarsi nel caso in cui il coniuge obbligato al versamento muta le sue condizioni lavorative, per esempio se perde il lavoro, o riduce la sua attività lavorativa.
Secondo le leggi in vigore, se il coniuge obbligato al versamento del mantenimento alla moglie è soggetto a variazioni reddituali, si rivede l’importo del mantenimento da versare ricalcolando l’importo in misura adeguata alle nuove esigenze e condizioni di crisi sopravvenute e stesso discorso vale per il mantenimento ai figli.