Nel caso di irregolarità sulla cessione del credito d’imposta e dello sconto in fattura, l’Agenzia delle entrate può revocare il bonus e chiedere al contribuente di pagare il credito ceduto con l'aggiunta della sanzione del 30% e degli interessi.
Confermata anche per l'anno 2022 l’aliquota di detrazione al 110% delle spese sostenute in ambito di efficienza energetica, di riduzione del rischio sismico, di installazione di impianti fotovoltaici nonché delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici. Si tratta del cosiddetto bonus 110%.
Questa opportunità non riguarda solo gli interventi ai quali si applica il bonus 110% ma anche quelli di recupero del patrimonio edilizio, di restauro della facciata degli edifici esistenti, per l’installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.
Ai fini della detrazione, gli interventi di efficientamento energetico - trainanti e gli eventuali trainati - devono assicurare nel loro complesso, anche congiuntamente agli interventi di installazione di impianti fotovoltaici con eventuali sistemi di accumulo, il miglioramento di almeno due classi energetiche ovvero, se non possibile, il conseguimento della classe energetica più alta. Approfondiamo meglio:
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Cosa possono fare i contribuenti nella gestione del bonus al 110%
Nel caso in cui l’impresa fallisca e il contenuto dell’asseverazione legato alla fruizione del bonus al 110% non venisse rispettato, l'Agenzia delle entrate potrebbe rivalersi sul committente per le somme non spettanti. Nel caso di irregolarità sulla cessione del credito d’imposta e dello sconto in fattura, l’Agenzia delle entrate può revocare il bonus e chiedere al contribuente di pagare il credito ceduto con l'aggiunta della sanzione del 30% e degli interessi.
I contribuenti possono scegliere se utilizzare direttamente la detrazione al 110%, pagando meno tasse e recuperando in cinque anni più di quanto hanno speso o cedere il credito d’imposta a terzi, ottenendo subito liquidità. Le cessioni successive alla prima sono riservate a banche e assicurazioni fino a un massimo di 3 passaggi.
I contribuenti possono anche decidere di esercitare l’opzione dello sconto in fattura, effettuando i lavori senza esborso monetario. Coloro che abitano in un condominio, o in un edificio composto da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate possedute da un unico proprietario o in comproprietà tra più persone fisiche, possono accedere al bonus per tutti gli interventi di efficientamento sulle parti comuni.
Per poter autorizzare i lavori condominiali del bonus 110% è sufficiente l’approvazione della maggioranza di un terzo dei millesimi di proprietà dell’immobile intervenuto in assemblea.
Allo stesso modo, anche la richiesta di un finanziamento, come la decisione di esercitare l’opzione dello sconto in fattura o della cessione del credito, è autorizzata con gli stessi quorum assembleari. È inoltre possibile per l’assemblea condominiale deliberare la ripartizione dell’intera spesa fra uno o più condomini senza rispettare la suddivisione delle spese e della detrazione in base ai millesimi.
Nel contesto del bonus al 110%, i contribuenti conservano la possibilità di scegliere al posto della fruizione diretta della detrazione un contributo anticipato sotto forma di sconto dai fornitori dei beni o servizi o, in alternativa, la cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante. In aggiunta agli adempimenti previsti ai fini dell’esercizio dell’opzione, per lo sconto o cessione, il contribuente deve acquisire il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione.
Attesta infatti la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta ed è rilasciato da intermediari abilitati alla trasmissione telematica delle dichiarazioni - dottori commercialisti, ragionieri, periti commerciali e consulenti del lavoro - oltre che dei Centri di assistenza fiscale. Necessaria anche la asseverazione tecnica relativa agli interventi di efficienza energetica e di riduzione del rischio sismico che certifica.