Per via della modifica introdotta al decreto Sostegni, le imprese possono cedere i crediti d'imposta relativi agli investimenti in beni strumentali previsti dal piano transizione 4.0. Via allora allora acquisti di beni immateriali e materiali, come software e programmi da una parte e impianti e macchinari dall'altra.
Si allarga lo spettro delle possibilità di utilizzo dello strumento del credito d'imposta. Grazie a una norma da poco approvata ovvero a 2 emendamenti al decreto legge Sostegni, le imprese possono cedere i proprio crediti d'imposta banche o ad altri intermediari finanziari per un maggior numero di spese. Si tratta in particolare dei bonus per gli investimenti in beni strumentali contenuti nel piano incentivi e transizione 4.0.
Naturalmente non si tratta di un passaggio obbligatorio bensì di una opzione quando non si ha la volontà o comunque quando non si può utilizzarli in scomputo dai debiti fiscali. Vediamo allora qual è la portata di questa novità e più precisamente:
Per via della modifica introdotta al decreto Sostegni, le imprese possono cedere i crediti d'imposta relativi agli investimenti in beni strumentali previsti dal piano transizione 4.0. Via allora allora acquisti di beni immateriali e materiali, come software e programmi da una parte e impianti e macchinari dall'altra.
La possibilità è concessa ai contribuenti titolari di reddito d’impresa residenti in Italia, agli esercenti arti e professioni, agli stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di soggetti non residenti, agli enti non commerciali, ai soggetti aderenti al regime fiscale di vantaggio, ai soggetti aderenti al regime forfettario, alle imprese agricole e alle imprese marittime.
Nella sua formulazione originaria, il credito d'imposta nell'ambito del piano transizione 4.0 è utilizzabile in compensazione in F24 per gli investimenti effettuati dal primo gennaio 2020 al 31 dicembre 2020 ovvero posti in essere entro il 30 giugno 2022 a condizione che entro il 31 dicembre 2020 sia intervenuto il relativo ordine, accettato dal venditore e pagati acconti almeno pari al 20% del costo di acquisizione.
Per gli investimenti, anche mediante contratti di leasing, in beni strumentali nuovi - prevede il piano - è concesso un credito di imposta del 6% del costo nel limite massimo di 2 milioni di euro fruibile in 5 quote annuali a decorrere dall'anno successivo a quello di entrata in funzione del bene.
Ecco quindi che l'emendamento prevede testualmente che i soggetti beneficiari del credito d'imposta possono, al posto dell'utilizzo diretto, optare per la cessione, anche parziale, ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziati, con facoltà di successive cessioni.
I cessionari - si legge nel testo ufficialmente approvato - utilizzano il credito ceduto in compensazione con le stesse modalità con le quali sarebbe stato utilizzato dal soggetto cedente. La quota di credito non utilizzata nell'anno non può essere utilizzata negli anni successivi e né richiesta a rimborso. Spetta adesso al direttore dell'Agenzia delle entrate emanare il provvedimento con la definizione delle modalità attuative delle disposizioni relative all'esercizio dell'opzione, da effettuarsi in via telematica.
Come fatto presente dal ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, il piano nazionale transizione 4.0 è una delle misure più imponenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, implementato al Ministero dello Sviluppo Economico e reso pluriennale, includendo anche il comparto agricolo. I crediti d'imposta - fa notare il responsabile del dicastero - si sono rivelati uno strumento fondamentale più volte richiamato anche in altre misure.
Di fatto sono una riduzione dell'imposizione fiscale per chi investe in innovazione, green economy, macchinari 4.0 e tecnologie di frontiera. A suo dire, rendere questo strumento cedibile agli istituti finanziari, come recita l'approvazione dell'emendamento al decreto Sostegni in commissione congiunta Finanze e Bilancio del Senato, va considerata una buona notizia per il Paese, per le imprese e per i cittadini. A tal punto che, fa notare, verrebbe replicato il meccanismo del superbonus 110%.
I crediti d'imposta sono di fatto una riduzione dell'imposizione fiscale per chi investe in innovazione, green economy, macchinari 4.0 e tecnologie di frontiera.