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Quali sono le differenze tra un avvocato del lavoro e un consulente del lavoro

Le figure dell’avvocato del lavoro e del consulente del lavoro hanno ruoli distinti nella gestione delle questioni lavorative: dall’accesso alla professione agli ambiti di intervento, fino alle specifiche competenze e ai casi di scelta ideale dell’uno o dell’altro

Autore: Marcello Tansini
pubblicato il
Quali sono le differenze tra un avvocato

Nel contesto lavorativo italiano la gestione delle questioni giuridiche e amministrative richiede spesso l’intervento di esperti specializzati con competenze ben definite. Due figure professionali frequentemente confuse, ma con specializzazioni distinte, sono l’avvocato del lavoro e il consulente del lavoro. Comprendere le differenze è essenziale per aziende e lavoratori, al fine di individuare con precisione il tipo di supporto più adatto alle proprie esigenze. 

Requisiti formativi e abilitanti: come si diventa avvocato del lavoro e consulente del lavoro

Mentre entrambi gli esperti operano nell’ambito delle normative sul lavoro, i percorsi di accesso alle rispettive professioni sono diversi e regolamentati da disposizioni specifiche. Per l’avvocato del lavoro è indispensabile laurearsi in giurisprudenza, svolgere un periodo di pratica forense (durata 18 mesi) presso uno studio, superare l’esame di Stato e iscriversi all’Albo degli Avvocati. Solo questo iter conferisce la piena abilitazione alla rappresentanza in giudizio e alla consulenza legale specifica nel diritto del lavoro. L’aggiornamento costante e i crediti formativi obbligatori completano il quadro di professionalità richieste dalla normativa vigente (R.D. 27/1933 n. 773 e successive modificazioni).

  • Avvocato del lavoro: percorso giuridico, praticantato legale, esame, iscrizione Albo;
  • Consulente del lavoro: laurea in discipline economiche, giuridiche o similari, praticantato di 18 mesi, superamento dell’esame di Stato dedicato, iscrizione all’Ordine dei Consulenti del Lavoro. È richiesto il mantenimento di competenze aggiornate attraverso formazione professionale continua. (D.Lgs 276/2003)

Ambiti di intervento e competenze, quali attività svolgono i due professionisti

I consulenti del lavoro e gli avvocati del lavoro intervengono nelle relazioni tra impresa e dipendenti, ma la natura delle attività svolte e la profondità dell’intervento variano in modo sensibile. Il giurista agisce su questioni sostanziali e si occupa della tutela dei diritti in sede giudiziale, mentre il consulente opera prevalentemente con compiti gestionali, amministrativi e di orientamento sul rispetto della normativa del lavoro nella quotidianità aziendale. La sinergia fra le due figure può risultare necessaria nelle situazioni di particolare complessità.

  • Attività comuni: consulenza su contrattualistica, relazioni industriali, disciplina dei rapporti di lavoro
  • Attività tipiche dell’avvocato: rappresentanza in tribunale, redazione atti difensivi, impugnazione di licenziamenti
  • Attività tipiche del consulente: gestione paghe e contributi, invio telematico delle comunicazioni obbligatorie, supporto adempimenti previdenziali

Il valore aggiunto di ciascun profilo risiede nel grado di specializzazione e nella capacità di intervenire in modo appropriato sulle specifiche fasi del rapporto di lavoro.

Ambiti di azione dell’avvocato del lavoro: dalla consulenza alla rappresentanza in giudizio

L’avvocato del lavoro si configura come il riferimento elettivo in tutte le vertenze legali che presuppongano una fase contenziosa. Oltre alla redazione di pareri legali e alla consulenza preventiva su questioni contrattuali, disciplina, licenziamenti o trasferimenti, questo professionista si occupa delle procedure giudiziali, della stesura di atti difensivi e della rappresentanza davanti al giudice del lavoro. I casi più ricorrenti riguardano:

  • Licenziamenti individuali e collettivi – interpretazione e verifica di legittimità
  • Ricorsi per differenze retributive, straordinari, demansionamento
  • Contenzioso in tema di mobbing, discriminazioni, infortuni, malattie professionali
  • Interpretazione e impugnazione di provvedimenti disciplinari
  • Assistenza nella stipula e risoluzione di contratti individuali di lavoro
  • Gestione di relazioni con enti previdenziali e sindacati

La difesa tecnica prestata dall’avvocato implica l’abilità di negoziare, mediare e, se necessario, portare la controversia davanti ai tribunali. L’esperienza diretta in aula rappresenta un discrimine significativo rispetto agli altri operatori del settore.

Le mansioni tipiche del consulente del lavoro: gestione del personale, paghe, adempimenti e consulenza

Il consulente del lavoro è chiamato a gestire una vasta gamma di adempimenti strategici e amministrativi per aziende e professionisti. Opera principalmente nella predisposizione ed elaborazione delle buste paga, nella redazione dei rapporti obbligatori verso Inps, Inail e altri enti, e nell’attuazione delle normative in tema di diritto del lavoro e previdenziale. Tra le mansioni più frequenti rientrano:

  • Gestione amministrativa del personale (assunzioni, licenziamenti, trasformazioni contrattuali)
  • Pianificazione e controllo delle compatibilità contrattuali
  • Predisposizione e invio telematico delle comunicazioni obbligatorie
  • Consulenza operativa su CCNL, benefit aziendali, welfare e gestione ferie
  • Pratiche per maternità, malattia, permessi, TFR
  • Verifica della conformità alle norme in materia di sicurezza sul lavoro

Il consulente è spesso il primo destinatario delle richieste di chiarimento da parte dei clienti, attivando quando necessario il confronto con altri professionisti, tra cui l’avvocato del lavoro, in caso di contenziosi o situazioni anomale.

Principali differenze legali e operative tra avvocato e consulente del lavoro

La principale differenza tra le due figure si configura nella possibilità di patrocinio legale. Solamente gli avvocati possono rappresentare i clienti in giudizio. Al contrario, il consulente del lavoro, pur essendo un esperto riconosciuto nella legislazione, ha ruolo consultivo, gestionale e amministrativo e non può patrocinare davanti ai tribunali. Da questa distinzione derivano conseguenze operative:

Avvocato del lavoro Consulente del lavoro
Consulenza giuridica e rappresentanza legale Consulenza gestionale, amministrazione del personale
Piena abilitazione in ambito giudiziale Nessuna rappresentanza in giudizio
Applicazione legge, giurisprudenza, atti di difesa Applicazione normativa gestionale e previdenziale
Redazione, impugnazione di licenziamenti, stipula di accordi Compilazione buste paga, adempimenti verso enti