Le differenze per chi dà o per chi riceve una casa in comodato sono soprattutto nelle modalità di stipula del contratto stesso, che per il comodato può essere sia scritto che verbale e non è obbligatoria la registrazione all’Agenzia delle Entrate, mentre il contratto di usufrutto casa deve essere solo ed esclusivamente scritto, fatto con atto pubblico di un notaio, nei tempi, perché il comodato d’uso di una casa può essere sia a tempo determinato che indeterminato, mentre l’usufrutto è solo a tempo determinato, e nei costi, più alti per chi dà e riceve una casa in usufrutto.
Quali sono le principali differenze per chi dà o per chi riceve una casa in comodato o usufrutto nel 2022? Sono diverse le tipologie contrattuali tra cui optare per dare una casa di proprietà a terze persone, non soltanto con la modalità dell'affitto ma è possibile cedere l'uso di una propria casa anche con comodato d'uso o usufrutto di casa. Vediamo allora quali sono le regole per dare e avere casa in comodato o in usufrutto.
Il comodato d’uso di una casa è una tipologia contrattuale che permette di dare una casa in maniera del tutto gratuita e avviene tramite stipula di un relativo contratto. Il comodato d’uso di casa gratuito di una casa può essere sia a tempo determinato che a tempo indeterminato e in quest’ultimo caso, al momento della stipula del contratto sia scritto che verbale, le parti decidono e indicano sullo stesso contratto di comodato una data entro la quale la casa deve essere liberata e tornare in possesso dei legittimi proprietari.
Il contratto di comodato d’uso gratuito di una casa può essere o anche non essere registrato all’Agenzia delle Entrate. Non è, infatti, sempre obbligatorio registrare un contratto di comodato d’uso alle Entrate, a meno che non si debba usufruire di agevolazioni previste dalla legge.
Passando ai costi per dare una casa in comodato d’uso, sono generalmente molto ridotti perché non sono richieste spese notarili, considerando che non è necessario un atto del notaio per fare un comodato d’uso di casa, ma sono previsti solo i costi per la registrazione del contratto stesso all’Agenzia delle Entrate, quando si decide di registrarlo.
Il vantaggio del dare la casa in usufrutto è quella di poter usufruire di uno sconto del 50% sulle tasse da pagare. In particolare, secondo le leggi in vigore, per le case date in comodato d’uso ai figli si può usufruire di uno sconto del 50% delle tasse da pagare ma a patto di soddisfare specifiche condizioni.
E’, infatti, possibile usufruire di una riduzione del 50% della base imponibile dell’Imu per le case date in comodato d’uso gratuito ma solo a condizione:
Il pagamento delle tasse al 50% per una casa data in comodato d’uso gratuito ai figli vale solo per l’Imu. Nessuno sconto è, invece, previsto per il pagamento della Tari sui rifiuti, per cui anche per case date in comodato d’suo a figli, ma anche ad amici o altri parenti, le regole di calcolo e pagamento sono le stesse in vigore per tutti.
Per i pagamenti di Imu e Tari così come per le spese di manutenzione della casa, bisogna distinguere tra adempimenti spettanti a chi da la casa in comodato d’uso e chi la riceve. Spettano, infatti, a chi dà la casa in comodato d’uso gratuito le spese di Imu e manutenzione straordinaria della casa, mentre spettano a chi riceve la casa in comodato pagamenti di Tari sui rifiuti e spese di manutenzione ordinaria della casa, come per esempio controllo annuale della caldaia, piccole riparazioni dovute a uso e usura della casa, ecc.
Passando alla casa in usufrutto, a differenza della casa data in comodato d’uso, si tratta di una tipologia di contratto sempre a tempo determinato, che può arrivare al massimo a 30 anni.
L’usufrutto di una casa, che rappresenta un passaggio di proprietà, avviene sempre tramite stipula di apposito contratto scritto con atto pubblico o scrittura privata autenticata, per cui a differenza del comodato d’uso, il contratto di usufrutto si deve sempre fare con un notaio e, sempre a differenza del comodato d’uso gratuito di una casa, il contratto di usufrutto non può essere verbale perché in tal caso non è considerato valido.
Il contratto di usufrutto prevede la cessione del diritto ad usare realmente la casa che, però, resta sempre di proprietà di chi la da in usufrutto. Ciò significa che chi riceve la casa in usufrutto ha diritto ad usare e godere della casa senza, però, mai averne la reale e piena proprietà che resta sempre dei legittimi proprietari di casa originari.
Passando ai costi per chi da o riceve una casa in usufrutto, sono più alti di quelli richiesti per il comodato d’uso considerando che si devono contare sia le spese di registrazione del contratto e sia le spese notarili per la stipula del relativo atto pubblico.
Per quanto riguarda i pagamenti relativi ad una casa in usufrutto, per chi da e chi riceve una casa in usufrutto non ci sono differenze di ripartizione delle spese rispetto a quanto stabilito per la divisione delle spese per una casa in comodato d’uso.
Anche per case date in usufrutto, spettano a chi dà la casa in usufrutto le spese di Imu e manutenzione straordinaria della casa, mentre spettano a chi riceve la casa in usufrutto pagamenti di Tari sui rifiuti e spese di manutenzione ordinaria della casa.