La corruzione tra dipendenti privati non è un fenomeno limitato al solo settore pubblico: anche nel contesto privato i dipendenti possono abusare del proprio potere per ottenere vantaggi personali. Sebbene simili comportamenti possano manifestarsi in vari contesti, è comune che si verifichino nell'ambito aziendale.
Imprenditori o dirigenti possono cercare scorciatoie per raggiungere i propri obiettivi, trascurando i doveri propri della loro posizione. Analizziamo dunque le disposizioni legali al riguardo, soprattutto alla luce delle recenti modifiche normative:
Reato di corruzione tra dipendenti privati, quando si consuma
Quali conseguenze per il reato di corruzione tra privati
Il delitto di corruzione tra dipenenti privati e l'istigazione alla corruzione tra privati sono perseguibili su querela della parte offesa, a eccezione dei casi in cui si determini una distorsione della concorrenza nell'acquisizione di beni o servizi.
Secondo quanto stabilito dalla normativa vigente, il reato di corruzione tra privati si verifica quando amministratori, direttori generali, dirigenti incaricati della redazione dei documenti contabili societari, sindaci e liquidatori di società o enti privati, anche tramite intermediari, sollecitano o ricevono, per sé stessi o per altri, denaro o altre utilità indebite, o ne accettano la promessa, al fine di compiere o omettere un atto in violazione degli obblighi propri del loro incarico o degli obblighi di fedeltà.
Conformemente alle disposizioni in vigore, è previsto anche il reato di istigazione alla corruzione, configurabile quando chiunque offre o promette denaro o altre utilità indebite agli amministratori, direttori generali, dirigenti incaricati della redazione dei documenti contabili societari, sindaci, e liquidatori di società o enti privati, nonché a coloro che svolgono attività lavorativa all'interno degli stessi con funzioni direttive, al fine di indurli a compiere o omettere un atto in violazione degli obblighi propri del loro incarico o degli obblighi di fedeltà.
Nel caso in cui l'offerta o la promessa non sia accettata, si applica la pena della reclusione da uno a tre anni, ridotta di un terzo.
La medesima pena è inflitta "agli amministratori, ai direttori generali, ai dirigenti incaricati della redazione dei documenti contabili societari, ai sindaci e ai liquidatori di società o enti privati, nonché a coloro che svolgono attività lavorativa in essi con funzioni direttive, che sollecitano per sé o per altri, anche attraverso intermediari, una promessa o un'erogazione di denaro o di altre utilità, al fine di compiere o omettere un atto in violazione degli obblighi propri del loro incarico o degli obblighi di fedeltà, qualora tale sollecitazione non venga accettata".
Nel caso di corruzione tra dipendenti privati è prevista una pena base di reclusione da uno a tre anni. Questa pena è applicabile anche nel caso in cui il reato sia commesso da individui che, all'interno dell'organizzazione della società o dell'ente privato, ricoprono funzioni direttive diverse da quelle tipiche.
La pena di reclusione fino a un anno e sei mesi è prevista se il reato è commesso da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza. Per coloro che, anche tramite intermediari, offrono, promettono o concedono denaro o altre utilità indebite alle person, è prevista una pena di reclusione da uno a tre anni e fino a un anno e sei mesi.
Le pene di reclusione possono essere raddoppiate nel caso di società con titoli quotati nei mercati regolamentati italiani o di altri Stati dell'Unione europea o diffusi tra il pubblico in misura rilevante, ai sensi del Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria. Se i reati previsti dagli articoli precedenti hanno causato un'offesa di particolare lieve entità, la pena può essere ridotta.
In caso di condanna o applicazione della pena su richiesta delle parti per reato di corruzione o istigazione alla corruzione tra privati scatta la confisca del profitto del reato e dei beni utilizzati per commetterlo. Se i beni non possono essere individuati, la confisca riguarda una somma di denaro o beni di valore equivalente.
Per il reato di corruzione tra privati è prevista l'interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese nei confronti di chi sia già stato condannato per lo stesso reato o per il reato di istigazione.
Infine, per i reati di corruzione tra privati e istigazione alla corruzione tra privati, sono equiparati al soggetto formalmente investito della qualifica o titolare della funzione prevista dalla legge civile anche coloro che svolgono la stessa funzione in modo diversamente qualificato, nonché coloro che esercitano in modo continuativo i poteri tipici inerenti alla qualifica o alla funzione.