Secondo quanto previsto dalle leggi aggiornate 2024, si può chiudere una tettoria, gazebo, pergolato o veranda quando si tratta di strutture ancorate al terreno, o comunque su una superficie orizzontale, come un giardino, un balcone o una terrazza, e realizzate con materiali pesanti come muratura, metallo e anche legno.
Quando e come si può chiudere una tettoia in base alla normativa attualmente in vigore? Avere ampi spazi esterni in casa, sia che si tratti di case in condominio e sia che si tratti di case indipendenti o villette, permette spesso di costruire tettoie per sfruttare gli ulteriori spazi della casa e soprattutto durante la bella stagione estiva, per passare del tempo fuori in relax, o organizzare cene in giardino o terrazzo con amici e parenti, avendo però sempre dei ripari, dal sole, dal forte calore, da eventuali piccole piogge.
Secondo la normativa in vigore, si può chiudere una tettoia quando si tratta di una struttura ancorata al terreno, o comunque su una superficie orizzontale, come un giardino, un balcone o una terrazza, ed è realizzata con materiali pesanti come muratura, metallo e anche legno.
Considerando che chiudere una tettoia rappresenta un’opera di ampliamento della volumetria della casa, bisogna chiedere il permesso di costruire al Comune di competenza.
In caso contrario, si incorre nell’abuso edilizio, con conseguenti rischi di sanzioni e demolizione delle opere realizzate.
La richiesta del permesso di costruire al Comune per chiudere una tettoia deve essere accompagnata da apposita documentazione che comprende:
Con particolare riferimento alle tettoie, se vengono realizzate in condominio non solo devono avere il permesso di costruire dal Comune ma anche l'autorizzazione da parte dell'assemblea.
Devono anche rispettare determinati criteri, a partire dal fatto che non devono pregiudicare la stabilità e il decoro architettonico dell’edificio e non devono violare le norme sulle distanze minime.