Il primo caso in cui è possibile condividere e dividere la bolletta elettrica tra due case e famiglie è quando le unità immobiliari sono contigue e sono messe a disposizioni di soggetti terzi ma condividono l’obiettivo di un prodotto o servizio finale unico.
La regola generale prevede che non sia possibile condividere due utenze di energia elettrica ovvero dividere il consumo attraverso un unico contatore con l'obiettivo di risparmiare. In ogni caso è necessario rivolgersi al gestore della rete elettrica per richiedere il nuovo allacciamento e l'installazione del relativo contatore. I costi e i tempi di questo lavoro variano a seconda della configurazione dell'alloggio. Sussistono però alcuni spazi di manovra, come vediamo in questo articolo:
Bolletta elettrica tra due case e famiglie, quando è possibile condividerla
Consigli prima di dividere la bolletta elettrica
Il primo caso in cui è possibile condividere e dividere la bolletta elettrica tra due case e famiglie è quando le unità immobiliari sono contigue e sono messe a disposizioni di soggetti terzi ma condividono l’obiettivo di un prodotto o servizio finale unico.
Ma attenzione, non sono coinvolte le abitazioni private ma solamente le attività per cui il servizio finale è unico. La seconda circostanza in cui è ammessa tale possibilità è quando le unità immobiliari fanno parte di un singolo condominio, anche se sono a disposizione di diverse persone fisiche o giuridiche.
Provando a entrare nel concreto, immaginiamo, il proprietario di un garage nel seminterrato che lo affitta ad altri ma rimane il contatore in gestione a chi affitta. Un'altra circostanza è quando due unità immobiliari sono legate tra loro da vincolo di pertinenza e dune sono della stessa persona che ha tutti i diritti di utilizzarle. I casi possono essere numerosi, come il garage, le soffitte, le autorimesse. Affinché possa concretizzarsi questa situazione, le due unità devono far parte della stessa particella catastale o di particelle catastali continue.
Attenzione però a non finire nella lista dei clienti nascosti, quelli che - secondo l'Arera - utilizzano l'energia elettrica ma che non ricevono la bolletta perché sfruttano il contatore di un altro. Tutti loro devono infatti regolarizzare la propria situazione, a meno che rientrino in una delle categorie beneficiarie di questo trattamento. In caso contrario scattano le sanzioni. Quali? Pagare il 30% in più per gli oneri di tutte le bollette ricevute negli ultimi 4 anni.
Prima di una messa in servizio condivisa dell'energia elettrica tra due case e famiglie, è meglio mettere per iscritto le regole operative.
Simile a un regolamento interno, sta lì per definire chiaramente il pagamento dei canoni di locazione, la quota da pagare per ciascuno o il periodo di preavviso per ciascuno. Se mai uno dei coinquilini si rifiuta di pagare la propria quota di elettricità, questo documento protegge gli altri coinquilini e può aiutarli a citare in giudizio il cattivo pagatore.
In caso di locazione congiunta sono a disposizione degli inquilini due scelte in termini di contratto elettrico. La prima opzione è che un unico conduttore sottoscriva il contratto elettrico. Come ogni inquilino, riceve le fatture a suo nome e le paga. Man mano che anticipa le quote di ciascuno spetta a lui gestire il rimborso di queste spese dai suoi coinquilini. Se uno di loro rifiuta, non sarà protetto.
La seconda opzione prevede che ciascun co-conduttore diventi co-titolare del contratto energia. Viene quindi redatta un'unica fattura con i nominativi dei coinquilini. Sono tutti responsabili del pagamento. Questo è chiamato messa in servizio di potenza condivisa. In questo tutti possono utilizzare la bolletta della luce come prova dell'indirizzo.