Quando la privacy del lavoratore dipendente non viene rispettata. I casi e motivi 2022

Le rivendicazioni sulla privacy vanno valutate caso per caso all'interno del luogo di lavoro con la Corte di Cassazione che interviene per collocare importanti punti fermi.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Quando la privacy del lavoratore dipende

Lavoratore dipendente, quando la privacy non è rispettata?

La regola generale prevede che i lavoratori dipendenti vadano informati su tutto ovvero sulle modalità del trattamento dei propri dati, sui diritti di cui dispongono, sugli scopi dell'utilizzo delle informazioni che li riguardano. Il datore di lavoro ha una serie di obblighi da rispettare nei confronti del dipendente. A iniziare dal trattamento dei dati personali: tutte le volte che procede senza il consenso dell'interessato commetta una irregolarità.

La privacy del lavoratore dipendente è uno di quelle questioni in costante aggiornamento e su cui il legislatore sta prestando un'attenzione crescente. Si tratta di quel complesso di disposizioni che limitano il modo in cui un datore di lavoro può controllare un dipendente, monitorare le azioni o la corrispondenza.

Ma anche conoscere la vita personale al di fuori dell'ambiente di lavoro. La natura e la portata di queste protezioni sono diventate una preoccupazione maggiore negli ultimi anni, soprattutto con l'ascesa di Internet e dei social media.

Molti di questi mezzi di comunicazione possono sembrare privati, ma in verità, non c'è quasi nessuna vera privacy con i datori di lavoro che possono cercare in tutto ciò che appare sui computer aziendali e condurre ricerche sui social media e su Internet. A sua volta il diritto del lavoro si occupa di disciplinare il rapporto fra datore di lavoro e dipendente.

Le norme coinvolgono ogni tipo di questione tra cui il licenziamento, le sanzioni disciplinari, la sicurezza sul lavoro, la tassazione e lo stipendio.

Poiché le disposizioni relative alle privacy dei dipendenti non riescono a coprire tutti i casi per via della rapidità di evoluzione della tecnologia disponibile, le rivendicazioni devono essere valutate attentamente caso per caso all'interno del luogo di lavoro con la Corte di Cassazione che interviene per collocare importanti punti fermi.

La tecnologia consente ai datori di lavoro di tenere sotto controllo molti aspetti dell'attività lavorativa dei dipendenti. Numerosi tipi di controlli sono legali, ma numerosi altri non lo sono. Analizziamo quindi

  • Lavoratore dipendente, quando la privacy non è rispettata
  • Casi e motivi privacy lavoratore dipendente non rispettata

Lavoratore dipendente, quando la privacy non è rispettata

In materia di privacy, il datore di lavoro ha una serie di obblighi da rispettare nei confronti del dipendente. A iniziare dal trattamento dei dati personali: tutte le volte che procede senza il consenso dell'interessato commetta una irregolarità.

Un esempio? La pubblicazione di informazioni personali sulla rete aziendale. Un altro aspetto molto delicato su cui le norme sulla privacy sono rigide riguarda la diffusione di notizie da cui si possano ricavare informazioni sullo stato di salute del lavoratore.

A meno di autorizzazioni preventive, specifiche ed eccezionali, sono vietate le perquisizioni personali nei confronti dei lavoratori ed è proibito l'utilizzo di videosorveglianza e geolocalizzazione da parte del datore di lavoro, a meno che non ci sia stato un accordo con organizzazioni sindacali e l'azienda abbia comunque messo nero su bianco le motivazioni e le finalità di questa decisione.

In genere le telecamere di sorveglianza devono essere utilizzate solo laddove esiste una legittima esigenza aziendale per scoraggiare la violenza o il furto o per monitorare la produttività dei dipendenti e non possono essere utilizzate in sale relax, bagni, spogliatoi o altri luoghi dove è ragionevole aspettarsi la privacy.

Casi e motivi privacy lavoratore dipendente non rispettata

La regola generale prevede che i lavoratori dipendenti vadano informati su tutto ovvero sulle modalità del trattamento dei propri dati, sui diritti di cui dispongono, sugli scopi dell'utilizzo delle informazioni che li riguardano.

Anche in riferimento ai dati biometrici, il cui utilizzo è di norma vietato e rappresenta una violazione della privacy. Dal momento che i datori di lavoro non hanno tempo e risorse per monitorare ogni dipendente, spesso bloccano l'accesso a siti web ritenuti irrilevanti per il lavoro o comunque inappropriati.

Non possono però utilizzare programmi che consentono loro di vedere lo schermo dei propri dipendenti in tempo reale o cosa si trova nei dischi rigidi e nei terminali dei computer dei dipendenti.

I datori di lavoro non possono anche tenere sotto controllo l'utilizzo di Internet ovvero leggere i messaggi di posta elettronica, anche se al di fuori del contesto lavorativo.

Le rivendicazioni sulla privacy vanno valutate caso per caso all'interno del luogo di lavoro con la Corte di Cassazione che interviene per collocare importanti punti fermi.