La durata, massima e minima, dell’aspettativa retribuita a lavoro, sia secondo quanto previsto dalle leggi 2022, sia secondo quanto stabilito da singoli Ccnl, è variabile e non uguale per tutti perché dipende dal motivo per cui viene richiesta. Considerando, infatti, che per legge sono diversi i motivi per cui è possibile chiedere un periodo di aspettativa retribuita a lavoro, è bene sapere che è diversa la durata della stessa proprio in base ai motivi.
Qual è la durata dell'aspettativa retribuita a lavoro? L'aspettativa a lavoro rappresenta un periodo di astensione dal lavoro definito dalla legge che permette al lavoratore di assentarsi dal lavoro per specifici motivi ma continuando a percepire la sua norma retribuzione.
Si tratta, dunque, di un periodo, che può essere anche di mesi, in cui non si lavora ma comunque si percepisce il normale stipendio spettante ma possibile solo ed esclusivamente per le motivazioni previste dalla legge. Vediamo allora quanto può durare al massimo, e al minimo, l’aspettativa retribuita a lavoro.
Secondo quanto previsto dalle leggi 2022, l’aspettativa retribuita a lavoro può avere una durata massima (e minima) differente secondo quanto stabilito dai Ccnl e in base al motivo per cui viene richiesta.
In ogni caso, è bene sapere che la durata massima generale dell’aspettativa retribuita a lavoro è di due anni che possono essere continuativi o frazionati durante l’intero periodo di vita lavorativa e per poter usufruire del periodo di aspettativa retribuita a lavoro è sempre necessario presentare apposita domanda all’Inps o direttamente online sul sito dell’Istituto di Previdenza o, in alternativa, rivolgendosi a Caf o patronati.
Come accennato, dunque, la durata dell’aspettativa retribuita a lavoro dipende dal motivo per cui il dipendente chiede di assentarsi da lavoro. Motivi e durata massima, e minima, dell’aspettativa retribuita a lavoro sono le seguenti: