Secondo l'Ispettorato del lavoro, in assenza di Contratto collettivo nazionale di lavoro, si considera lavoratore notturno chi svolge almeno 3ore del suo tempo di lavoro giornaliero durante il periodo notturno per almeno 80 giorni lavorativi all'anno. Di base nella definizione di lavoratore notturno rientra chi durante il periodo notturno svolge almeno 3 ore del suo tempo di lavoro giornaliero impiegato in modo normale.
Quando scatta il lavoro notturno? La questione del lavoro notturno viene disciplinata dalle norme vigenti e dai diversi contratti nazionali di lavoro Ccnl, a partire dal riconoscimento di una integrazione allo stipendio in base al contratto applicato. Vediamo di seguito nel dettaglio quali sono gli orari di lavoro considerato notturno.
Secondo le disposizioni generali, viene definito lavoro notturno, in particolare, quello che si svolge per almeno sette ore consecutive comprendenti l'intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino.
Vi rientrano, dunque, le seguenti fasce orarie:
La prestazione lavorativa tuttavia può, tuttavia, durare anche per un orario più lungo rispetto a quelli appena riportati.
Perché il lavoro venga riconosciuto come notturno, è, inoltre, necessario che si svolga per almeno tre ore nella fascia oraria tra mezzanotte e le 5 del mattino e non meno di 80 giorni lavorativi notturni l’anno.
Per esempio, è considerato lavoro notturno quello svolto da un dipendente magazziniere assunto con contratto Ccnl Commercio da mezzanotte alle sette del mattino.
Le norme generali fissano il periodo massimo di lavoro notturno che si può svolgere in 8 ore in media per periodo di 24 ore.
E' previsto anche un periodo minimo di riposo ininterrotto di 24 ore a cui si sommano le 11 ore di riposo giornaliero e un periodo minimo di riposo di 11 ore consecutive nel corso di ogni periodo di 24 ore.
Non sono, per legge, obbligati a prestare il lavoro notturno le seguenti tipologie di lavoratori:
E', invece, del tutto vietato il lavoro notturno per i soggetti di minore età.