Condizione essenziale per ricevere l'indennità di accompagnamento è l'invalidità totale, senza tenere conto né dell'età né del reddito. Spetta anche alle persone affette da epilessia, a chi subisce attacchi quotidiani e a chi è alle prese con crisi di assenza. Ma anche ai bambini minorenni, incapaci di camminare senza l'aiuto di una persona e bisognosi di assistenza continua, ai ciechi civili assoluti, per i quali l'importo dell'indennità è maggiorato, a chi è affetto dal morbo di Alzheimer e dalla sindrome di Down.
C'è anche l'indennità di accompagnamento con invalidità tra gli strumenti di sostegno al reddito di cui è possibile fruire. A differenza di altri opzioni previste dall'ordinamento italiano, l'accesso non è legato all'età del richiedente né alla situazione economica personale.
Il solo requisito che viene richiesto è la condizione di salute tale da rendersi necessario un supporto materiale. L'invalidità rientra a pieno titolo purché sia accompagnata dall'impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore o di compiere gli atti quotidiani della vita con la necessità di un'assistenza continua.
Si tratta di lavarsi, prendere le medicine, bere, vestirsi, mangiare, soddisfare i bisogni essenziali. Se queste sono le condizioni, ecco che l'invalidità riconosciuta deve essere massima ovvero al 100%, permanente e totale. L'autocertificazione dello stato di necessità non è condizione sufficiente per accedere alla cifra mensile che di anno in anno viene ricalcolata.
Allo stesso tempo non basta il certificato del medico curante o eventuali documenti in proprio possesso. O, meglio, occorre tutto questo materiale da presentare a una specifica commissioni medica incaricata di effettuare la visita finale.
Un'altra caratteristica dell'indennità di accompagnamento da segnalare subito è la sua incompatibilità con il lavoro, sia esso dipendente o autonomo. Ma naturalmente se le condizioni fisiche e mentali lo permettono.
Ma è incompatibile con il ricovero gratuito in strutture per lunga degenza con pagamento delle retta a carico dello Stato e con prestazioni simili concesse per cause di servizio, lavoro o guerra. Vediamo meglio la questione tra
Condizione essenziale per ricevere l'indennità di accompagnamento è l'invalidità totale, senza tenere conto né dell'età né del reddito. Spetta anche alle persone affette da epilessia, a chi subisce attacchi quotidiani e a chi è alle prese con crisi di assenza.
Ma anche ai bambini minorenni, incapaci di camminare senza l'aiuto di una persona e bisognosi di assistenza continua, ai ciechi civili assoluti, per i quali l'importo dell'indennità è maggiorato, a chi è affetto dal morbo di Alzheimer e dalla sindrome di Down.
La normativa richiede anche la cittadinanza italiana e la residenza in Italia. I cittadini dell'Unione europea e loro familiari che sono residenti in Italia ne hanno diritto in caso di svolgimento di un lavoro dipendente o autonomo in uno degli stati dell'Unione.
Via libera anche ai cittadini extracomunitari con carta di soggiorno valida per almeno 1 anno e ai minori con carta di soggiorno. Semaforo verde all'indennità di accompagnamento con invalidità anche per gli over 65, purché il richiedente manifesti difficoltà allo svolgimento dei compiti e delle funzioni dell'età o sia impossibilitato alla deambulazione autonoma e non possa fruire di autosufficienza.
Semaforo rosso alla ricezione dell'indennità di accompagnamento se in contemporanea il richiedente percepisce indennità per causa di guerra, di lavoro o di servizio. Il doppio beneficiario conserva la facoltà di scelta del sussidio più conveniente, anche dal punto di vista economico.
Nessuna indennità di accompagnamento per chi è ricoverato gratis in un istituto con retta a totale carico dello Stato, ma spetta invece durante i periodi di ricovero per terapie. A tal proposito, i destinatari devono ogni anno presentare una dichiarazione di responsabilità con cui autocertificano se sono ricoverati a titolo gratuito in istituti a lungodegenza o in cliniche per la riabilitazione con retta a totale carico di enti pubblici.
Il modulo da compilare è comunque prestampato da parte dell'Inps. Lo stesso istituto di previdenza lo invia al domicilio facilitando così la procedura. Se la dichiarazione non viene consegnata, scattano i controlli dell'Inps.