Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, ci sono categorie di persone che, seppur già in pensione, possono avere diritto a rimborsi, risarcimenti e bonus per ottenere un importo di pensione più alto e si parla, in particolare, di lavoratori usuranti, che hanno subito un forte danno alla salute a causa del lavoro svolto, personale delle Forze dell’Ordine e lavoratori statali, per via di rinnovi contrattuali avvenuti in ritardo.
Quando si può andare in pensione con importo più alto per rimborso, risarcimento o bonus? Aumentano gli importi di pensione quest’anno per effetto della riforma delle tasse 2022 che ha rivisto aliquote Irpef per la tassazione e previsto nuove detrazioni per reddito da lavoro ma anche per effetto della rivalutazione automatica delle pensioni che, seppur di qualche decina di euro, aumenta comunque l’importo del trattamento pensionistico mensile che si percepisce.
Esistono, però, anche alcuni casi in cui si può avere un importo di pensione più alto per effetto di rimborsi o risarcimento. Vediamo allora a chi spettano e quando.
La prima categoria di persone che può avere diritto ad un risarcimento per ottenere un importo di pensione più alto è rappresentata dai lavoratori usuranti. Secondo quanto previsto dalle leggi in vigore, infatti, i lavoratori usuranti, essendo soggetti negli anni di lavoro ad occupazioni pesanti soprattutto fisicamente ma anche mentalmente, possono avere diritto ad un risarcimento quando subiscono un danno importante alla salute a causa del lavoro.
Se, dunque, un lavoratore usurante ritiene e dimostra di avere subìto un danno a causa del lavoro usurante svolto, può chiedere un risarcimento del danno. Per ottenerlo, al fine di avere anche una pensione con importo più alto, bisogna provare in maniera certa e ineluttabile che il danno alla salute sia stato causato proprio dal lavoro senza alcun’altra causa concomitante.
Il risarcimento spettante al lavoratore usurante che dimostra di aver subito un danno svolgendo il suo lavoro, viene quantificato dal giudice di competenza in base alla gravità danno subito.
Altro caso in cui si ottiene un risarcimento per avere una pensione di importo più alto è quello del personale delle Forze dell’Ordine, il cui rinnovo contrattuale è stato firmato lo scorso mese di dicembre ma per cui si attendono ancora sia gli aumenti, per il personale ancora in servizio, e sia gli arretrati, da riconoscere sia al personale ancora in servizio e sia al personale nel frattempo andato in pensione.
In particolare, come stabilito dal rinnovo contrattuale, al personale dipendente delle Forze dell’ordine, sia in servizio e sia in pensione, spettano gli arretrati una tantum dei seguenti importi:
Tali rimborsi spettano al personale delle Forze dell’Ordine andate in pensione nei periodi in cui il contratto avrebbe già dovuto essere rinnovato e che quindi avrebbe dovuto percepire ancora in servizio i dovuti aumenti che avrebbero direttamente contribuito a rendere la pensione più alta. Con il rimborso previsto, le pensioni percepite si adegueranno a quanto sarebbero state con il riconoscimento degli aumenti ancora in servizio se il contratto fosse stato rinnovato per tempo.
Ma non solo. Per le Forze dell’Ordine è prevista una ulteriore possibilità di rimborso per avere un importo di pensione più alta. La Corte dei Conti avrebbe, infatti, deciso che la quota retributiva della pensione da liquidare con sistema misto al personale delle Forze dell’Ordine andato in pensione con un'anzianità superiore a 20 anni e che al 31 dicembre 1995 aveva un'anzianità inferiore a 15 anni deve essere calcolata considerando l'effettivo numero di anni di anzianità maturati a tale data applicando l'aliquota del 2,44% per ogni anno utile.
Al personale delle Forze dell’Ordine per cui sarà ricalcolata la pensione secondo la nuova aliquota spetta il riconoscimento del rimborso delle differenze risultanti dall'applicazione della nuova aliquota sui ratei arretrati.
Lo stesso discorso di rinnovo contrattuale in ritardo per il personale delle Forze dell’Ordine che prevede ora un riconoscimento di bonus per chi era ancora in servizio quando il contratto avrebbe dovuto essere rinnovato, vale anche per i dipendenti statali.
La Corte di Cassazione ha, infatti, stabilito che all’indomani del rinnovo del contratto degli statali, hanno diritto ad ottenere gli adeguamenti retributivi stabiliti anche i dipendenti che sono andati in pensione in data anteriore alla stipula del rinnovo contrattuale ma che attendevano, ancora in servizio, il nuovo contratto collettivo.
Il rimborso per i perduti aumenti contrattuali mentre il rapporto di lavoro era ancora in corso e che viene corrisposto ora, già in pensione, contribuisce ad aumentare l’importo delle pensioni dei lavoratori statali già in pensione.