Marito e moglie, conviventi e figli possono avere residenze diverse nel caso in cui liberamente decidano di averle. Non sussiste alcun obbligo, per legge, di avere la stessa residenza né per conviventi e neppure per coniugi sposati, pur prevedendo il vincolo matrimoniale il dovere di coabitazione. Se, però, la decisione di fissare due residenze, senza dover necessariamente non coabitare, viene presa di comune accordo tra i coniugi si può fare, così come anche i figli possono fissare residenze diverse da quella della casa dei genitori, quando realmente si trasferiscono o vanno a vivere da soli, come anche rimanendo a casa dei genitori, a patto di cambiare residenza in maniera legale.
Quando marito, moglie, conviventi, figli possono avere residenze diverse e conseguenze benefici fiscali? Coniugi, conviventi, figli che hanno la stessa residenza nella stessa casa costituiscono un nucleo familiare agli occhi della legge che implica diverse conseguenze fiscali.
Generalmente, stabilire residenze diverse, sia per marito e moglie, che per conviventi e figli, rappresenta un vantaggio perché consente di usufruire di una serie di benefici fiscali, a patto che la residenza diversa sia fissata in maniera legale.
Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, marito e moglie uniti dal vincolo matrimoniale devono avere stessa residenza nella stessa casa costituendo un unico nucleo familiare. Tuttavia, nessuna legge in vigore vieta ai coniugi di avere residenze diverse.
Se, per esempio, si hanno due case di proprietà, solitamente un coniuge stabilisce la sua residenza in una casa e un altro nell’altra casa e si tratta di una operazione (sempre più dubbia e nel mirino dei controlli fiscali) che si sceglie di fare per usufruire di benefici fiscali, a partire dall’esenzione del pagamento dell’Imu.
Considerando, infatti, che l’Imu non si paga solo su prime case e relative pertinenze, stabilendo i due coniugi due residenze diverse in due case che in tal modo diventano prime case per entrambe i coniugi, si evita il pagamento dell’Imu. Si paga meno anche la Tari, risultando due persone, cioè marito e moglie, da sole, in cue case diverse, per cui gli occupanti sono unici e non la coppia.
Tuttavia, è bene chiarire che anche se marito e moglie hanno residenze diverse possono comunque rientrare nello stesso nucleo familiare in senso fiscale e ciò significa che entrambe i coniugi, a seconda della loro singola condizione lavorativa, possono usufruire delle detrazioni fiscali per coniugi a carico. Tali detrazioni si traducono in minori tasse da pagare e più soldi in busta paga.
Se marito e moglie costituiscono lo stesso nucleo familiare pur avendo residenze diverse non si hanno ulteriori benefici fiscali legati all’Isee, mentre se cambiando residenza, di comune accordo, marito e moglie costituiscono due nucleo familiari diversi, allora si possono ottenere ulteriori benefici fiscali legati ad un Isee più basso e che quindi permette accesso a bonus, sconti e agevolazioni che altrimenti non si avrebbero con un unico nucleo familiare con il coniuge.
Passando al caso dei conviventi, avere la stessa residenza, nella stessa casa, per due conviventi non è obbligatorio e non è raro che in una coppia di conviventi ci sia chi ha stabilito la propria residenza nella casa in cui vive con l’altro convivente e chi, invece, ha deciso di lasciare la propria residenza a casa dei genitori.
Avere due residenze diverse per conviventi che vivono, in realtà, nella stessa casa può comportare l’unico vantaggio fiscale di pagare una imposta sui rifiuti, la Tari, minore. Considerando, infatti, che il calcolo della Tari sui rifiuti si calcola in base a mq della casa e membri del nucleo, se la residenza nella casa è per una sola persona, la Tari sui rifiuti si paga meno.
Due conviventi possono, dunque, avere residenza diverse e non è per loro obbligatorio avere un unico stato di famiglia, a meno che non si costituisca un nucleo familiare. Nel momento in cui, dunque, nasce un figlio, per cui i conviventi diventano una famiglia, la residenza deve diventare la stesa per tutti e per accertarne il relativo stato di famiglia.
I figli possono avere una residenza diversa rispetto alla casa familiare. Se, infatti, un figlio va semplicemente a vivere da solo, o si trasferisce in un’altra città per studio o lavoro, cambia residenza e il trasferimento di residenza del figlio implica l’uscita dallo stato di famiglia.
Questa decisione ha diversi benefici fiscali: innanzitutto anche in tal caso si paga meno di Tari sui rifiuti venendo meno un membro del nucleo familiare in casa, in secondo luogo, cambia il valore Isee, considerando che l’uscita di un membro dal nucleo familiare, sia con reddito che senza reddito, più o meno, abbassando il valore dell’Isee familiare permettendo pertanto sia a genitori che restano a vivere nella casa di famiglia e sia a figlio che si trasferisce in una casa da solo di avere un Isee più basso e avere così accesso a bonus, sconti, misure di sostegno e prestazioni agevolate che altrimenti non si sarebbero potute avere.