Gli investitori hanno diritto a chiedere e ottenere un risarcimento danni se hanno subito perdite nel mercato azionario o delle obbligazioni per via dell'incompetenza o di un comportamento doloso da parte di un consulente dell'istituto di credito.
Il punto di partenza che dovrebbe ispirare l'attività di consulenza di banca, Poste e intermediari nei confronti degli investitori è il profilo finanziario in termini di avversione al rischio, situazione finanziaria, esperienza e conoscenza.
Le soluzioni proposte devono essere sempre coerenti con il profilo finanziario e adeguarsi alle sue esigenze. In caso contrario, il rischio di vedersi richiedere e dover pagare un risarcimento per perdite su azioni e obbligazioni è concreto.
Risarcimento per perdite su azioni e obbligazioni, il caso degli intermediari
Risarcimento per perdite su azioni e obbligazioni, il caso di banche e Poste
A norma di legge, il promotore finanziario deve svolgere la propria attività di consulenza nell'interesse di un solo soggetto ovvero può vendere prodotti finanziari per conto del solo istituto per cui lavora. Dopodiché deve sempre comportarsi con trasparenza e correttezza e informare l'investitore di rischi e opportunità.
Se le scelte si rivelano sbagliate, la responsabilità del promotore finanziario va condivisa con la banca. Tutti e due sono così chiamati a risarcire i danni in solido nel caso di perdite su azioni e obbligazioni. L'investitore deve dimostrare di aver subito un danno da collegare alle scelte del promotore finanziario e quest'ultimo è controllato e anche dalla banca che fissa le linee di indirizzo da seguire. Nel caso in cui non rispetta le disposizioni, il consulente finanziario può rischiare una denuncia per truffa.
Se si ritiene che il consulente non abbia adempiuto ai suoi obblighi e che il danno subito sia definitivo, prima di lanciarsi a capofitto in un'azione legale, è anche possibile cercare di raggiungere un accordo amichevole con lui. In pratica è possibile contattarlo per chiedergli spiegazioni e per esprimere le proprie lamentele.
Se non si è d'accordo con la sua risposta, è poi possibile trasmettere un reclamo scritto, chiaro e preciso, con copia di tutti i documenti giustificativi. In assenza di una risposta soddisfacente e se il consulente è regolamentato dalle disposizioni vigenti, è possibile contattare il suo servizio di mediazione. Questa procedura è gratuita ma extragiudiziale. Significa che è permesso adire in contemporanea le vie legali.
Da parte loro, le banche sono tenute a fornire raccomandazioni complete ai propri clienti. Questi ultimi hanno diritto a chiedere e ottenere un risarcimento danni se hanno subito perdite nel mercato azionario o delle obbligazioni per via dell'incompetenza o di un comportamento doloso da parte di un consulente dell'istituto di credito.
In pratica se non ha ricevuto informazione in anticipo sui rischi del prodotto o del servizio su cui dirottare il denaro. In questo contesto segnaliamo l'esistenza della Mifid (Markets in financial instruments directive) ovvero la direttiva europea che punta ad aumentare la tutela dell'investitore e a rafforzare gli obblighi di informazione da parte di banche, società finanziarie e promotori.
In fin dei conti non cambia il concetto di fondo con Poste Italiane, il cui Foglio Informativo Analitico "Servizi e attività di investimento e custodia amministrazione di strumenti finanziari per conto dei clienti" contiene le informazioni sui servizi prestati da Poste Italiane. Quest'ultima garantisce al cliente l'amministrazione del deposito e la prestazione dei servizi di post vendita come disciplinati nel contratto attualmente in essere.