Quando si può fare ricorso per multa auto per parcheggio scaduto secondo Cassazione 2022

Secondo la Corte di Cassazione siamo davanti a un caso di evasione tariffaria ovvero si configura una ipotesi di danno erariale per il Comune.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Quando si può fare ricorso per multa aut

Multa auto per parcheggio scaduto, quando si può fare ricorso?

Ci sono alcuni casi in cui si può fare ricorso per multa auto per parcheggio scaduto. Le sanzioni per parcheggio senza ticket sulle strisce blu nelle aree che occupano una parte della carreggiata sono ad esempio soggette ad annullamento.

Si tratta di una delle situazione più spiacevoli da affrontare perché pagare una multa auto per via del parcheggio scaduto, magari per pochi minuti, è una di quelle circostanze in grado di ingrigire la giornata. L'automobilista è costretto a pagare la multa? La risposta è affermativa poiché le trasgressioni al Codice della strada comportano l'applicazione di una sanzione proporzionata all'infrazione commessa.

Tuttavia possono sussistere motivi che rendono legittimo il ricorso e con possibilità di vittoria. Prima di approfondire quando si può fare ricorso per multa auto per parcheggio scaduto ricordiamo però l'esistenza della possibilità di pagare di meno. Se il conducente passa dalla casa entro 5 giorni dalla notifica del verbale può infatti fruire dello sconto del 30%. In questo caso non può comunque presentare ricorso in quanto il pagamento è considerato un'ammissione di colpa. Vediamo quindi:

  • Multa auto per parcheggio scaduto, tempi e modi del ricorso

  • Multa auto per parcheggio scaduto, la sentenza della Cassazione

Multa auto per parcheggio scaduto, tempi e modi del ricorso

La norma di base stabilisce che i mancato pagamento del ticket comporta una multa auto sulle strisce blu di 41 euro. Ci sono però alcuni casi in cui si può fare ricorso per multa auto per parcheggio scaduto. Le sanzioni per parcheggio senza ticket sulle strisce blu nelle aree che occupano una parte della carreggiata sono infatti soggette ad annullamento. Stessa cosa se le strisce blu devono essere sempre chiaramente visibili, anche se nel caso di parcheggio scaduto, questa tesi potrebbe non essere condivisa.

Un altro motivo per cui l'automobilista potrebbe avere possibilità di successo in caso di ricorso è relativo alla figura che ha elevato la multa. Possono farlo vigili urbani e ausiliari del traffico, ma non i dipendenti delle società che gestiscono in appalto un'area di parcheggio con convenzione scaduta o non rinnovata.

Il guidatore ha due modi per fare ricorso per multa auto per parcheggio scaduto al prefetto e al giudice di pace. Più esattamente, ha 60 giorni di tempo per rivolgersi al prefetto e 30 giorni al giudice di pace. In tutti e due i casi, il conteggio inizia dal giorno in cui ha ricevuto la notifica. Ma se le ragioni non dovessero essere condivise, il prefetto può imporre il versamento di una somma non inferiore al doppio del minimo per ogni violazione. Il giudice di pace può prevedere una sanzione di importo tra il minimo e il massimo stabilito dalla legge per la violazione accertata.

Multa auto per parcheggio scaduto, la sentenza della Cassazione 2022

Secondo la Corte di Cassazione siamo davanti a un caso di evasione tariffaria ovvero si configura una ipotesi di danno erariale per il Comune, rappresentato dal mancato incasso dei proventi che sarebbero derivati dall'applicazione della sanzione per violazione delle norme che disciplinano la sosta in aree a pagamento.

E ancora: il parcheggio del veicolo con ticket di pagamento esposto scaduto per decorso del tempo pagato, ha natura di illecito amministrativo e non si trasforma in un inadempimento contrattuale, trattandosi, analogamente al caso della sosta effettuata omettendo l'acquisto del ticket orario, di una evasione tariffaria in violazione della disciplina della sosta a pagamento su suolo pubblico, introdotta per incentivare la rotazione e razionalizzare l'offerta di sosta.

Per gli Ermellini, l'infrazione ha natura di illecito amministrativo e non si trasforma in un inadempimento contrattuale, trattandosi, analogamente al caso della sosta effettuata omettendo l'acquisto del ticket orario, di una evasione tariffaria in violazione della disciplina della sosta a pagamento su suolo pubblico, introdotta per incentivare la rotazione e razionalizzare l'offerta di sosta. Come viene quindi fatto notare dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il pagamento in misura insufficiente in aree dove la sosta è consentita a tempo indeterminato. configura unicamente una inadempienza contrattuale.

Secondo la Corte di Cassazione siamo davanti a un caso di evasione tariffaria ovvero si configura una ipotesi di danno erariale per il Comune.