Quando un dipendente in malattia può uscire senza correre nessun rischio. Tutti i casi 2023

Il lavoratore malato deve recarsi dal medico curante per farsi rilasciare il certificato di malattia per l'assistito contente i dati della diagnosi e il codice nosologico.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Quando un dipendente in malattia può usc

Quando si può uscire se il dipendente è in malattia?

Un lavoratore in malattia può assentarsi durante gli orari di reperibilità solo nel caso di una grave e comprovata ragione ovvero da dimostrare anche in un secondo momento. Si tratta di circostanze che si aggiungono a quelle normate.

Il lavoratore ha diritto di ammalarsi ovvero di conservare la retribuzione e soprattutto il posto di lavoro. Naturalmente solo se si comporta con correttezza ovvero se la malattia è certificata e il dipendente si trova quindi nelle condizioni di non poter svolgere le proprie mansioni.

Come vedremo in questo articolo, il lavoratore in malattia può ricevere una visita fiscale di controllo da parte di un medico dell'Inps. Sebbene possa capitare anche più volte nel corso della durata della malattia, il camice bianco può bussare alla porte solo in determinati orari, le cosiddette fasce di reperibilità, differenti tra lavoratori privati e pubblici.

Ci domandiamo allora se e quando un dipendente in malattia può uscire senza correre nessun rischio. Esaminiamo quindi:

  • Quando si può uscire se il dipendente è in malattia
  • Dipendente in malattia, gli orari da rispettare

Quando si può uscire se il dipendente è in malattia

L'Inps può verificare lo stato di malattia del dipendente tramite i medici fiscali alle proprie dipendenze. Il lavoratore in malattia ha l'obbligo di reperibilità.

Deve cioè indicare al medico l'indirizzo in cui intende trascorrere la convalescenza, anche in un'abitazione differente da quella di residenza. Le fasce orarie di reperibilità nel settore privato vanno dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. Nel settore pubblico vanno invece dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Un lavoratore in malattia può assentarsi durante gli orari di reperibilità solo nel caso di una grave e comprovata ragione ovvero da dimostrare anche in un secondo momento.

Si tratta di circostanze che si aggiungono a quelle normate ovvero se il lavoratore è colpito da da patologie gravi che richiedono terapie salvavita, da stati patologici connessi alla situazione di invalidità se l'invalidità riconosciuta sia pari o superiore al 67%, per causa di servizio per le patologie indicate nella tabella E del decreto Madia.

In questi casi non viene applicata alcuna sanzione. Altrimenti il lavoratore perde il trattamento economico per i primi 10 giorni di malattia se è assente alla prima visita e il trattamento economico per i primi 10 giorni di malattia e riduzione del 50% del trattamento economico per il residuo periodo se è assente alla seconda visita.

Non solo, ma se non si fa trovare in casa alla terza visita, l'erogazione dell'indennità economica previdenziale a carico Inps viene interrotta fino al termine del periodo di malattia. Al di fuori degli orari di reperibilità, il lavoratore in malattia può invece uscire? Sì, ma solo se non pregiudica la sua guarigione.

Dipendente in malattia, gli orari da rispettare

La malattia del lavoratore è un'assenza tutelata dalla legge. La retribuzione è a carico dell'Inps e in parte del datore di lavoro. Il dipendente ha diritto alla conservazione del posto e alla retribuzione. Dal punto di vista procedurale, il lavoratore malato deve recarsi dal medico curante per farsi rilasciare il certificato di malattia per l'assistito contente i dati della diagnosi e il codice nosologico e l'attestato di malattia che indica la prognosi.

Il lavoratore non deve inviare all'Inps il certificato di malattia poiché ci pensa il medico tramite il sistema informatico. Se il camice bianco non riesce a stampare il certificato, rilascia il numero di certificato. A questo punto può connettersi sul sito dell'Inps per visualizzare la certificazione da stampare e consegnare al datore di lavoro.

In caso di prosecuzione della malattia oltre la prognosi, il lavoratore deve documentare la circostanza con certificazione medica di continuazione della malattia, altrimenti perde il diritto alla retribuzione della malattia.

Il datore di lavoro può richiedere una visita di controllo, ma spetta a lui stesso sostenere le spese richieste. Se il lavoratore non osserva l'obbligo di reperibilità perde il diritto alla retribuzione della malattia, fino a rischiare il licenziamento. Da parte sua, il datore di lavoro riceve il certificato di malattia deve anticiparne una copia allo studio e consegnare l'originale appena possibile.

Gli operatori malati dovrebbero visitare il medico curante per un certificato di malattia del paziente contenente informazioni diagnostiche e codice nosologico.

Il lavoratore malato deve recarsi dal medico curante per farsi rilasciare il certificato di malattia per l'assistito contente i dati della diagnosi e il codice nosologico.