Secondo quanto stabilito dalla legge in vigore, è considerato indegno l’erede che ha tenuto un comportamento riprovevole nei confronti del defunto, tanto da essere escluso dalla successione ed essere ritenuto incapace di succedere. L’erede considerato indegno non può entrare nella successione dell’eredità del defunto e nemmeno a posteriori.
Quando un erede è considerato indegno e non può ricevere nulla nella successione? Gli eredi, figli compresi, possono essere considerati indegni secondo motivi previsti dalla legge e per questo motivo possono essere diseredati. Perché avvenga tale operazione è, però, necessario che sussistano particolari e specifiche condizioni. Vediamo allora quando un erede è indegno e non può avere l’eredità.
La successione dell’eredità segue nel nostro Paese leggi specifiche, sia nel caso in cui il defunto abbia lasciato testamento e sia nel caso in cui non abbia lasciato testamento. Esistono, infatti, nome apposite che regolano la successione di beni e patrimoni agli eredi di una persona defunta che sono quelle relative alle cosiddette quote legittime per la divisione dell’eredità.
Tutti gli eredi legittimi hanno diritto ad avere una parte di eredità, e pur avendo fatto testamento, l’eredità lasciata dal defunto non può essere destinata interamente ed unicamente a chi indicato nel testamento. La divisione dell’eredità per quote vale in presenza di tutti gli eredi legittimati alla successione. Tuttavia, è bene sapere che le leggi in vigore prevedono la possibilità che uno o più eredi non ricevano nulla in successione e questo avviene quando gli stessi vengono considerati indegni.
Per la legge, è considerato indegno l’erede che ha tenuto un comportamento riprovevole nei confronti del parente defunto, tanto da essere escluso dalla successione ed essere ritenuto incapace di succedere. L’erede considerato indegno non può entrare nella successione dell’eredità del defunto e nemmeno a posteriori.
L’unico caso in cui l’erede indegno può essere riabilitato e, dunque, essere inserito nella successione dell’eredità è quello in cui il testatore non sia defunto e ancora in vita perdoni l’indegno. Tale perdono per essere considerato valevole ai fini della successione legale dell’eredità deve essere espressamente riportato in atto pubblico o testamento.
Entrando più nel dettaglio, i casi specifici in cui un erede viene considerato indegno, figli compresi, al punto di non poter per legge rientrare nella successione dell’eredità sono i seguenti: