Se figlio, moglie, marito o altro parente aiuta in azienda o negozio deve avere sempre contratto?

Cosa prevedono le normative vigenti in relazione al lavoro di un parente nell'azienda familiare? Il contratto deve essere sempre sottoscritto?

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Se figlio, moglie, marito o altro parent

Quando i parenti che lavorano nell'azienda di famiglia devono avere un contratto?

Il contratto scatta per figlio, moglie, marito o altro parente scatta nel momento in cui il rapporto di lavoro è di tipo subordinato. In pratica quando si caratterizza per la presenza di poteri direttivi, di controllo e disciplinari.

Non sono affatto rari i casi in cui il figlio, la moglie, il marito o un altro parente è chiamato ad aiutare in azienda o in un negozio. Ma non si tratta evidentemente di un circostanza come le altre in quanto bisogna tenere conto della peculiarità delle relazione.

In buona sostanza, il parente o il familiare deve avere un contratto? Cosa prevedono le normative vigenti? Analizziamo meglio:

  • Quando i parenti che lavorano nell'azienda di famiglia devono avere un contratto

  • Quali sono i gradi di parentela e gli affini da considerare per le leggi 2022

Quando i parenti che lavorano nell'azienda di famiglia devono avere un contratto

A norma di legge, un'attività lavorativa è esercitata a titolo oneroso a meno che non sia svolta da coniuge, convivente, parenti e affini conviventi del datore di lavoro. In questo caso la prestazione è svolta a titolo gratuito e senza alcun rapporto di lavoro.

Ma solo nei casi in cui ci sia di mezzo una impresa individuale gestita e organizzata con criteri prevalentemente familiari; un'attività è prestata in favore del coniuge professionista; una prestazione lavorativa in favore di un socio di maggioranza o amministratore unico di società di persone.

Il contratto ovvero l'assunzione di un familiare scatta per figlio, moglie, marito o altro parente scatta nel momento in cui il rapporto di lavoro è di tipo subordinato. In pratica quando si caratterizza per la presenza di poteri direttivi, di controllo e disciplinari.

Così come nel caso di retribuzione periodica, a prescindere dal risultato economico aziendale; inserimento nell'organizzazione produttiva aziendale; obbligo di comunicare presenze e assenze dal posto di lavoro.

Altri parametri che caratterizzano questa relazione lavorativa sono l'adozione di strumenti del datore di lavoro per svolgere l'attività; l'osservanza di un orario di lavoro; la necessità di concordare le ferie.

Un caso a parte è quello della prestazione occasionale, così come disciplinato dal Ministero del Lavoro.

Secondo il dicastero di via XX Settembre, la circostanza che il lavoro sia reso da un familiare contribuisce a determinare in molti casi la natura occasionale della prestazione, così da escludere l'obbligo di iscrizione in capo al familiare. In alcune circostanze, inoltre, l’occasionalità può essere qualificata come regola generale da tenere conto in sede di verifica ispettiva.

Quali sono i gradi di parentela e gli affini da considerare per le leggi 2022

Dal punto di vista normativo e contrattuale, i gradi di parentela ai quali può essere riferita la prestazione sono i parenti di primo grado (i genitori e i figli); di secondo grado (i nonni, i fratelli e sorelle, i nipoti intesi come figli dei figli); di terzo grado (i bisnonni e gli zii); i nipoti (intesi come figli di fratelli e sorelle, i pronipoti intesi come figli dei nipoti di secondo grado).

A queste circostanze codificate si aggiungono gli affini ovvero i parenti del coniuge. Più esattamente si tratta di quelli di primo grado (i suoceri); di secondo grado (i nonni del coniuge e i cognati); di terzo grado (i bisnonni del coniuge, gli zii del coniuge, i nipoti intesi come figli dei cognati).