Prima di ricevere qualsiasi prestazione o servizio, è consuetudine richiedere al professionista un preventivo, che può essere presentato sia in forma scritta che verbalmente. Consente al cliente di avere un'anticipazione sui costi, valutare la loro sostenibilità e effettuare confronti per ottimizzare le spese. Nella situazione più semplice, il cliente accetta il preventivo e procede al pagamento in corrispondenza del servizio concordato, senza variazioni rispetto a quanto precedentemente stabilito.
Nella pratica, le dinamiche possono differire e situazioni impreviste sono all'ordine del giorno. Il cliente potrebbe cambiare idea e decidere di non usufruire più del servizio, oppure potrebbe essere il professionista a voler modificare i costi o le condizioni concordate.
In altre parole, si presentano scenari molto vari e le parti coinvolte si trovano a dover affrontare diversi inconvenienti. Per comprendere le tutele legali disponibili, principalmente attraverso azioni civili, è fondamentale stabilire quando il preventivo assume valore legale:
Fino a che punto il preventivo è vincolante nel 2024
Si può cambiare o recedere da un preventivo o no
Il preventivo assume valore contrattuale nel momento dell'accettazione, a condizione che questa avvenga entro la scadenza specificata. Da tale momento, sia il professionista che il cliente sono legalmente vincolati: il primo ad eseguire la prestazione concordata, il secondo a pagare il compenso stabilito.
La validità di questo processo è fondamentale per giustificare l'esistenza di questa fase preliminare. Prima dell'accettazione, entrambe le parti godono di libertà decisionale. Il professionista ha la facoltà di presentare un nuovo preventivo (a meno di vincoli contrattuali che preservino l'offerta per un periodo specifico), mentre il cliente può rifiutarlo o richiedere modifiche.
Nel caso in cui una delle parti non rispetti l'impegno contrattuale, potrebbe essere citata in giudizio per richiedere un risarcimento del danno subito e per l'adempimento, quantificato in termini monetari. Quest'azione legale è possibile solo se il preventivo è stato accettato e se esistevano le condizioni per modificarlo o rifiutarlo.
Dal punto di vista legale, il preventivo costituisce una proposta contrattuale. Il professionista si impegna a fornire un servizio specifico a un costo predeterminato, con le relative condizioni.
Inizialmente, il preventivo rappresenta solo una proposta contrattuale, ma anticipa già un impegno: il proponente deve fornire il servizio alle condizioni stabilite se il cliente accetta entro la scadenza. La trasformazione del preventivo in un contratto avviene solo con l'accettazione effettiva del cliente, che può avvenire attraverso diverse modalità, tra cui la firma su un preventivo scritto o comportamenti conclamati (come la consegna dell'auto al meccanico o l'accesso dell'idraulico in casa).
Dal momento in cui si riceve la notizia dell'accettazione del preventivo, quest'ultimo assume un carattere vincolante e non può più essere modificato, salvo in alcune circostanze eccezionali. Questo principio si basa sul fatto che i contratti non possono essere alterati unilateralmente, a meno che ciò non sia previsto dalla legge o concordato tra le parti contraenti.
In dettaglio, il preventivo può essere modificato anche dopo l'accettazione nei seguenti casi: se contiene un errore riconoscibile dalla controparte; nell'esecuzione di un contratto di appalto, se il costo dell'opera subisce variazioni superiori a un decimo del prezzo, il preventivo può essere modificato per riflettere tale eccedenza; nell'esecuzione di un contratto di appalto, in presenza di "difficoltà di esecuzione derivanti da cause geologiche, idriche e simili" che rendono l'esecuzione eccessivamente onerosa, il prestatore può richiedere un equo compenso aggiuntivo.
Il professionista può cambiare il prezzo solo in queste circostanze specifiche, a meno di ottenere il consenso esplicito del cliente. In assenza di tali condizioni, il cliente ha il diritto di agire in giudizio per richiedere il rimborso di eventuali pagamenti indebiti e ottenere un risarcimento per i danni subiti, a seconda delle circostanze specifiche.
La natura contrattuale del preventivo accettato impone vincoli anche sul cliente, sebbene sia garantito un diritto di recesso, con l'obbligo di pagare per tutte le prestazioni già ricevute e le eventuali spese sostenute dal professionista.
Nel caso in cui il preventivo contenga una penale, il cliente è tenuto al suo pagamento, a meno che il professionista rinunci a tale importo. In questo contesto, il cliente può essere citato in giudizio per l'adempimento riguardante tutto ciò che è stato già eseguito fino al momento del recesso, per richiedere un eventuale risarcimento e per il pagamento della penale, se prevista. La decisione finale spetta al giudice che valuterà il caso specifico e le eventuali giustificazioni fornite per il recesso, determinando così l'applicazione o meno della penale.