Il conto corrente può essere bloccato dalla banca anche per scoperto, per legge antiriciclaggio, per debiti e per decesso.
Un conto bancario viene bloccato dal momento in cui il suo proprietario non ha più l'accesso. Questa situazione può materializzarsi in seguito di una decisione della banca o a causa di un evento esterno.
Le somme depositate sul conto corrente vengono quindi congelate fino a nuovo avviso e non è più possibile effettuare operazioni bancarie. I numeri stanno svelando che sempre più banche stanno chiudendo conti correnti. Approfondiamo meglio:
Conto corrente: quando può essere bloccato dalla banca
Cosa fare quando il conto corrente è bloccato
Un debito non onorato può portare a un'attribuzione di sequestro dopo una decisione del tribunale. Tale situazione deve essere segnalata dall'ufficiale giudiziario al titolare del conto (a ciascun titolare in caso di conto cointestato) e all'istituto presso il quale è domiciliato il conto.
Ecco allora che il conto corrente può essere bloccato a seguito dell'emissione di un assegno senza fondi e in assenza di fornitura del proprio conto corrente bancario. Oppure in seguito al decesso del titolare. In questo caso la banca è tenuta a bloccare il conto non appena gli viene comunicata la morte del titolare fino al regolamento della successione.
Attenzione poi all'allocazione del pignoramento per estinguere un debito: a seguito di una decisione del tribunale e del rilascio di un titolo esecutivo, il conto viene bloccato al fine di calcolare l'importo pignorabile. poi c'è il mancato pagamento delle tasse con l'Agenzia delle entrate che può chiedere alla banca di recuperare le somme non pagate. C'è poi il caso del conto bloccato per la tutela dei minori: su richiesta dei genitori o dei beneficiari, l'accesso al conto può essere limitato.
Attenzione quindi alle disposizioni della legge antiriciclaggio: i correntisti devono firmare un questionario sui propri dati sensibili, e presentare un documento di identità in corso di validità. Se non lo fanno entro 60 giorni dalla notifica da parte della banca, scatta il blocco del conto corrente.
La prima iniziativa da prendere, una volta individuata la ragione del blocco, è cercare di far revocare questa misura. Se il conto è bloccato dalla giustizia su richiesta di un terzo, la soluzione consiste nell'estinzione del debito per recuperare la piena disponibilità del conto. Se il pignoramento non consente di saldare gli arretrati, è opportuno negoziare un piano di pagamento delle somme residue da recuperare.
Se il conto viene bloccato a seguito di una decisione dell'istituto di credito, la situazione è più complicata. Lo sblocco del conto richiede il finanziamento del conto o la negoziazione di uno scoperto autorizzato per saldare quanto dovuto. Il titolare del conto può anche trovare un accordo con il suo creditore e inviare un certificato di regolarizzazione dell'assegno non pagato alla sua banca. Un'altra soluzione è chiedere alla banca di bloccare l'importo richiesto in debita proporzione non appena il conto bancario sarà di nuovo attivo ovvero non più in rosso.
Se il conto è bloccato a seguito di un decesso, il conto individuale del defunto rimarrà bloccato fino a quando il notaio incaricato della successione non avrà elaborato la successione.
Infine, se il conto viene bloccato a tutela del minore su richiesta dei genitori o dei beneficiari, l'accesso riservato al conto verrà automaticamente revocato quando il minore avrà raggiunto la maggiore età, cioè 18 anni. In caso di liquidazione giudiziaria, il conto bancario viene bloccato dalla banca. Il saldo del credito sarà quindi trasferito al liquidatore.