Le rate di un mutuo che si possono saltare o pagare in ritardo sono attualmente 18, aumentate rispetto alle precedenti 7 grazie al Decreto mutui È importante sapere che il pagamento in ritardo di un mutuo viene considerato tale quando una rata viene saldata tra il 30esimo e il 180esimo giorno dalla scadenza, circostanza in cui il mutuatario viene classificato come moroso.
Chi sottoscrive un finanziamento immobiliare può optare per tipologie di mutui che contemplano la possibilità di differire alcune rate, posticiparne il pagamento o saltarle temporaneamente senza incorrere in sanzioni o interessi aggiuntivi. Tuttavia, esistono anche situazioni in cui il mancato pagamento avviene per difficoltà economiche impreviste, e in questi casi la normativa prevede regole ben definite.
Le ragioni che possono portare all'inadempienza nel pagamento di una rata possono essere molteplici, tra cui:
La normativa attuale stabilisce che le rate di un mutuo che si possono saltare o pagare in ritardo nel 2025 sono al massimo 18 e non consecutive. È fondamentale chiarire che saltare una rata non significa evitarne completamente il pagamento, ma piuttosto posticiparlo, talvolta anche alla conclusione del piano di ammortamento.
Il ritardo nel pagamento si configura ufficialmente quando la rata viene saldata tra il 30° e il 180° giorno dalla scadenza prefissata. In tale circostanza, il contraente può essere dichiarato moroso e sarà tenuto a corrispondere gli interessi di mora, generalmente superiori al tasso ordinario di circa 2-4 punti percentuali. Sia gli interessi di mora che le modalità di calcolo devono essere chiaramente indicate nel contratto di finanziamento sottoscritto.
Va sottolineato che perfino in caso di ritardi minimi, ad esempio di soli 2 giorni, scattano automaticamente gli interessi di mora. Questi vengono calcolati proporzionalmente all'importo della rata e ai giorni di ritardo, seguendo i tassi stabiliti contrattualmente. Ciò significa che anche piccoli ritardi comportano costi aggiuntivi, seppur contenuti a pochi euro.
Il ritardo o il mancato pagamento di una singola rata o di poche rate non comporta immediatamente il pignoramento dell'abitazione. Se una rata non viene pagata entro i 180 giorni dalla scadenza stabilita, l'istituto bancario può richiedere la risoluzione del contratto. In caso di annullamento, il mutuatario è tenuto a restituire immediatamente l'intero debito residuo, pena l'avvio della procedura di pignoramento dell'immobile.
Per evitare conseguenze estreme, qualora ci si trovasse nell'impossibilità di onorare puntualmente una o più rate nel 2025, è consigliabile contattare tempestivamente il proprio istituto di credito e richiedere la sospensione temporanea del pagamento della quota capitale delle rate, opzione generalmente concessa per un periodo massimo di 12 mesi (moratoria).
Secondo la normativa aggiornata al 2025, il pignoramento dell'immobile ipotecato può essere avviato solo se non si pagano le rate del mutuo per 18 mesi. Questo rappresenta un significativo miglioramento rispetto alla precedente regolamentazione, che permetteva l'avvio della procedura esecutiva dopo sole 7 rate non pagate. Solo dopo questo periodo esteso l'istituto creditizio può esercitare il diritto di ipoteca sull'immobile e procedere eventualmente con la messa all'asta.
In caso di inadempienza nei pagamenti, è altamente probabile che la banca segnali il mutuatario alla CRIF (Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria). La cancellazione da questo elenco avviene solo rispettando determinate condizioni e tempistiche:
La segnalazione alla CRIF può avere conseguenze significative sulla capacità di ottenere nuovi finanziamenti o carte di credito in futuro, poiché influisce negativamente sul merito creditizio del soggetto.
Nel caso in cui ci si trovi in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo nel 2025, esistono diverse soluzioni da considerare:
È possibile richiedere alla banca una rinegoziazione delle condizioni del mutuo, che può comportare:
Questa opzione permette di ottenere rate mensili più sostenibili, adeguate alla propria capacità di rimborso attuale.
Come già accennato, è possibile richiedere alla banca la sospensione temporanea del pagamento delle rate (in genere fino a 12 mesi) o della sola quota capitale. Durante questo periodo, gli interessi continueranno comunque a maturare, ma il mutuatario avrà la possibilità di riorganizzare la propria situazione finanziaria.
La surroga consiste nel trasferimento del mutuo a un altro istituto bancario che offre condizioni più vantaggiose. Questa operazione è gratuita per il mutuatario e può consentire di ottenere un tasso di interesse più basso o condizioni più favorevoli.
Nel 2025 rimane attivo il Fondo di Solidarietà per i mutui prima casa, comunemente noto come "Fondo Gasparrini", che permette ai mutuatari in difficoltà di sospendere il pagamento delle rate fino a 18 mesi. Per accedere a questa agevolazione è necessario trovarsi in una delle seguenti condizioni:
Durante il periodo di sospensione, il Fondo si fa carico del 50% degli interessi che maturano sulle rate non pagate.