Quante volte posso non pagare la rata di affitto senza non correre nessun rischio per leggi 2022-2023

Quali sono i tempi per sfratto se non si paga la rata di affitto casa e quante rate si possono non pagare senza correre rischi: cosa prevedono le leggi in vigore

Autore: Marianna Quatraro
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Quante volte posso non pagare la rata di

Quante volte posso non pagare la rata di affitto senza non correre nessun rischio di sfratto?

Stando a quanto previsto dalle leggi 2022-2023 in vigore, per i contratti di affitto ad uso abitativo, è possibile non pagare l’affitto senza incorrere nel rischio di sfratto per un solo mese ma a condizione di saldare il debito entro poco tempo. In particolare, la legge prevede che basti un solo mese di mancato pagamento perché il proprietario di casa decida di sfrattare l’inquilino e per arrivare a ciò il mancato pagamento della rata dell’affitto deve protrarsi per almeno venti giorni.
 

Quante volte posso non pagare la rata di affitto senza non correre nessun rischio di sfratto per leggi 2022-2023? In tempi di crisi economica come quello che stiamo affrontando in Italia in questo periodo, o passato ai tempi della pandemia da Covid-19, per molte persone o famiglie può diventare difficile riuscire a pagare il canone di affitto mensile. 

Si sono susseguiti una serie di aiuti a sostegno delle persone in difficoltà, ancora in vigore ci sono bonus affitti comunali o la possibilità di ricorrere al Fondo Morosità incolpevole, ma ci sono comunque leggi specifiche che regolano contratti di affitto e relativi sfratti.

  • Quante volte posso non pagare la rata di affitto senza non correre nessun rischio di sfratto
  • Rata affitto non pagata come funziona e per chi lo sfratto

Quante volte posso non pagare la rata di affitto senza non correre nessun rischio di sfratto

Stando a quanto previsto dalle leggi 2022-2023 in vigore, per i contratti di affitto casa ad uso abitativo, è possibile non pagare l’affitto senza incorrere nel rischio di sfratto per un solo mese ma a condizione di saldare il debito entro poco tempo.


In particolare, la legge prevede che basti un solo mese di mancato pagamento perché il proprietario di casa decida di sfrattare l’inquilino e per arrivare a ciò, il mancato pagamento della rata dell’affitto deve protrarsi per almeno venti giorni, il che significa che la procedura di sfratto parte dal ventunesimo giorno successivo a quello in cui il pagamento doveva avvenire.

Dunque, per riassumere, se non si paga la rata dell’affitto regolarmente, il rischio di sfratto si corre sempre e per legge il proprietario di casa dopo 20 giorni dal mancato pagamento anche di un solo canone di affitto può avviare lo sfratto per morosità dell’inquilino.

Ci sono, però, limiti di tolleranza generalmente concessi a discrezione dai diversi proprietari di casa che, nonostante i mancati pagamenti delle rate di affitto, sollecitano gli inquilini a pagare, attendendo un pagamento che arriva magari in ritardo ma senza avviare alcuno sfratto.

Rata affitto non pagata come funziona e per chi lo sfratto

Una volta superato un mese di mancato pagamento dell’affitto o anche più e ricevuti diversi solleciti a saldare il debito da parte del proprietario di casa, lo stesso ha la facoltà di avviare lo sfratto esecutivo. 

Secondo quanto stabilito dalle leggi in vigore 2022-2023, il presupposto per avviare una procedura di sfratto è che la presenza di un contratto di locazione regolarmente registrato, in cui sono indicati importi e termini di pagamento della rata di affitto che non vengono però osservati dall’inquilino per più di una volta e per un tempo protratto. 

Per avviare la procedura di sfratto per mancato pagamento della rata di affitto casa, la prima cosa da fare è inviare una diffida tramite raccomandata con ricevuta di ritorno in cui si sollecita il pagamento degli affitti arretrati entro un termine preciso, che di solito è di 15 giorni.

Se la diffida non sortisce alcun effetto, allora bisogna rivolgersi a un avvocato per l’avvio della procedura legale, che consiste nell’intimazione di sfratto e nella citazione in udienza per la convalida. Tre sono gli scenari che possono verificarsi il giorno dell’udienza e sono in particolare i seguenti:

  • l’inquilino non si presenta o non si oppone, quindi lo sfratto viene convalidato e il giudice fissa la data entro cui l’inquilino deve assolutamente lasciare casa;
  • l’inquilino chiede il cosiddetto termine di grazia, vale a dire un periodo entro cui saldare le rate arretrate;
  • l’inquilino si oppone alla convalida dello sfratto e spetta pertanto al giudice decidere se rinviare il procedimento;
  • l’inquilino si presenta in udienza, salda il debito e pone termine alla procedura di sfratto.

Precisiamo che, una volta ricevuta la diffida a pagare o la citazione in tribunale, l’inquilino non è tenuto a lasciare l’immobile e può anche evitare che la procedura di sfratto vada avanti fino al momento del provvedimento forzoso pagando le rate di affitto arretrate e regolarizzando la sua posizione.

Precisiamo che, quando un proprietario di casa decide di avviare una procedura di sfratto, la stessa può essere eseguita anche se nell’appartamento vivono persone disabili o minorenni. Nessuna legge prevede, infatti, per queste categorie di persone l’impossibilità di procedere ad un eventuale sfratto esecutivo, ma è bene precisare che per anziani malati, famiglie con minorenni e disabili e famiglie con un membro portatore di handicap sono previste possibilità per ritardare lo sfratto e consentire comunque a queste persone di lasciare casa solo quando trovano una alternativa certa.