Quanti cambi di turno si possono fare con un collega al massimo in un mese per leggi e CCNL 2022

Il dipendente non può essere impiegato senza mai fermarsi sia nell'arco di una giornata e sia di una intera settimana. Ma come metterla con i cambi turni?

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Quanti cambi di turno si possono fare co

Cambi di turno, quanti si possono fare in un mese con un collega?

Nell'arco di un mese, il dipendente non può vedere modificati i propri turni in programmazione ovvero più di quattro turni rispetto a quelli ai quali è ordinariamente preposto.

Sono numerosi gli aspetti che vale la pena approfondire quando si parla di turni di lavoro e di cambi di turno. Sia perché coinvolgono tutti i dipendenti che vedono applicato i vari Ccnl Agricoltura e Allevamento, Alimentari, Chimica, Credito e Assicurazioni, Dirigenti Settore Privato, Edilizia e Legno, Enti e Istituzioni Private, Enti Pubblici, Marittimi, Meccanici, Poligrafici e Spettacolo, Terziario e Servizi, Tessili, Trasporti, Turismo. E sia perché la variabile delle tempistiche viene spesso sottovalutata. Eppure il cambio dei dei turni va comunicato nelle corrette tempistiche. Approfondiamo quindi in questo articolo:

  • Cambi di turno, quanti si possono fare in un mese con un collega

  • Leggi e CCNL 2022 cambi di turno sul posto di lavoro

Cambi di turno, quanti si possono fare in un mese con un collega

A norma di legge, nell'arco di un mese, il dipendente non può vedere modificati i propri turni in programmazione ovvero più di quattro turni rispetto a quelli ai quali è ordinariamente preposto. La materia è quindi piuttosto delicata perché i contrasti tra le parti sull'organizzazione dei turni di lavoro sono sempre dietro l'angolo. I datori di lavoro sono infatti chiamati a gestire l'attività di più di un dipendente.

Punto di riferimento per capire come gestire i cambi di turno che si possono fare con in un mese è la consultazione del Ccnl applicato. In linea di massima spetta al datore di lavoro decidere i turni di lavoro rispettando il principio della parità di trattamento. Più specificatamente è chiamato a comunicare con il preavviso i turni di lavoro per non mettere i dipendenti in difficoltà nella gestione della vita personale.

Non viene specificato un numero di giorni ben preciso entro cui rendere noti i tempi del preavviso, ma valgono i principi di buona fede e correttezza tenendo conto dell'attività svolta e dei casi particolari. Ma anche dell'orario massimo settimanale di 40 ore ovvero 48 nel caso di aggiunta delle ore di straordinario così come del limite giornaliero alla prestazione lavorativa in relazione ai tempi di riposo del dipendente.

Il dipendente può fare valere le proprie ragioni, allo stesso tempo è importante che lo stesso lavoratore sia consapevole dei rischi che corre. In caso di mancato rispetto dei doveri ovvero degli obblighi di obbedienza, diligenza e fedeltà, anche in relazione ai turni di lavoro, l'azienda ha il potere di applicare sanzioni variabili che, dalla più lieve alla più drastica, sono il rimprovero verbale, l'ammonizione scritta, la multa, la sospensione della retribuzione e dal servizio, il trasferimento.

Leggi e CCNL 2022 cambi di turno sul posto di lavoro

La normativa di base prevede che il dipendente non può essere impiegato senza mai fermarsi sia nell'arco di una giornata e sia di una intera settimana. In pratica, all'interno dello stesso ambiente di lavoro non devono essere applicati trattamenti differenti rispetto alle disposizioni vigenti sui turni di lavoro.

A fare la differenza nel rapporto tra datore e dipendente sul piano dei turni di lavoro è quindi il tipo di contratto. Se è a tempo pieno, il datore conserva una maggiore libertà di movimento. A differenza di quanto accade con i lavoratori part time, la variabile della programmazione del tempo libero incide in misura inferiore.

I criteri che devono ispirare il datore di lavoro sono il principio di ragionevolezza, il diritto al riposo, il diritto alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana, il diritto alla salute. Sempre nell'ambito delle esigenze organizzative e produttive dell'impresa. Se uno di questi elementi viene meno, il lavoratore può ragionevolmente rifiutare i turni di lavoro.