I titolari di Partita Iva forfettaria 2025 devono versare contributi previdenziali per garantirsi una futura pensione, secondo regole specifiche che variano in base al tipo di attività esercitata e alla cassa previdenziale di appartenenza. Comprendere quanto e come pagare i contributi pensionistici nel regime forfettario è fondamentale per una corretta pianificazione finanziaria della propria attività professionale.
Per quanto riguarda il versamento dei contributi per la pensione, i titolari di Partiva Iva forfettaria nel 2025 possono essere iscritti a diverse gestioni previdenziali:
Ogni ente previdenziale applica regole e tipologie di contributi differenti per il calcolo e il versamento dei contributi, che vanno a incidere in maniera significativa sul carico fiscale complessivo dei professionisti in regime agevolato.
Il regime forfettario nel 2025 si caratterizza per un'imposta sostitutiva ridotta al 15% (che scende al 5% per i primi cinque anni di attività per le nuove iniziative), applicata su un reddito determinato applicando un coefficiente di redditività variabile in base al codice ATECO. Tuttavia, il sistema di calcolo dei contributi previdenziali segue regole diverse rispetto all'imposizione fiscale.
I professionisti in regime forfettario per i quali non esiste una Cassa previdenziale specifica devono versare i contributi alla Gestione Separata Inps. Per il 2025, l'aliquota contributiva è fissata al 25,72% del reddito imponibile.
È importante sottolineare che il calcolo viene effettuato sul reddito effettivo, senza applicare il coefficiente di redditività previsto per il calcolo dell'imposta sostitutiva. Questo significa che i contributi vengono calcolati sull'intero fatturato, al netto delle spese documentate.
Per questa categoria di lavoratori autonomi non esiste un minimale contributivo, il che significa che i contributi sono proporzionali al reddito effettivamente prodotto. Se in un anno il reddito è zero, non si pagheranno contributi per quell'anno, ma naturalmente non si maturerà nemmeno anzianità contributiva ai fini pensionistici.
Per artigiani e commercianti che operano in regime forfettario, l'iscrizione alla specifica Gestione separata Inps è obbligatoria se sono iscritti alla Camera di Commercio. In questo caso, il calcolo dei contributi per la pensione si effettua sulla base del minimale contributivo.
Nel 2025, questi lavoratori autonomi dovranno versare all'Inps una quota minimale di contributi di circa 3.700 euro annui, anche in assenza di guadagni. I pagamenti vanno effettuati rispettando le seguenti scadenze:
È importante ricordare che per i redditi che superano il minimale, sarà necessario versare contributi aggiuntivi calcolati sul reddito eccedente, con aliquote che nel 2025 si attestano intorno al 24% per gli artigiani e commercianti.
I professionisti iscritti a Ordini professionali con proprie Casse previdenziali (come Cassa Forense per gli avvocati, Inarcassa per ingegneri e architetti, ENPAM per i medici) devono seguire le regole stabilite dal proprio ente previdenziale.
Ogni Cassa ha regolamenti specifici per il calcolo e il versamento dei contributi, che possono prevedere quote fisse, percentuali sul reddito e contributi minimi. Le aliquote e le modalità di calcolo variano significativamente tra le diverse Casse e possono essere soggette ad aggiornamenti annuali.
Per questo motivo, è sempre consigliabile consultare direttamente la propria Cassa di previdenza per avere informazioni aggiornate sugli importi da versare nel 2025.
Consideriamo il caso di una traduttrice freelance con regime forfettario, iscritta alla Gestione Separata dell'Inps:
Calcolo dei contributi previdenziali: 10.000 € × 25,72% = 2.572 euro di contributi annui
La professionista verserà circa 2.572 euro all'anno di contributi previdenziali, che corrispondono a circa 214 euro mensili.
Consideriamo ora il caso di un commerciante al dettaglio con regime forfettario:
In questo caso, il commerciante dovrà versare almeno i contributi sul minimale (3.700 euro), indipendentemente dal reddito effettivamente prodotto. Se il reddito genera contributi superiori al minimale, dovrà integrare con versamenti aggiuntivi.
Per un ingegnere iscritto a Inarcassa in regime forfettario:
Totale contributi annui: circa 5.620 euro
Questo esempio è puramente indicativo, poiché le regole specifiche di Inarcassa o altre Casse potrebbero variare nel 2025.
Il regime forfettario offre notevoli vantaggi fiscali, ma sul fronte previdenziale presenta alcune peculiarità da considerare attentamente:
I titolari di Partita IVA in regime forfettario possono avvalersi di strumenti per incrementare la propria posizione previdenziale attraverso il riscatto dei periodi contributivi. Le principali opzioni includono:
Queste opzioni possono essere particolarmente utili per i professionisti in regime forfettario che desiderano migliorare la propria futura pensione, compensando così gli effetti di un'eventuale contribuzione ridotta.
Le modalità e le scadenze per il versamento dei contributi previdenziali variano in base alla gestione di appartenenza:
I contributi vengono versati tramite il modello F24, con le seguenti scadenze:
Come già menzionato, i versamenti vanno effettuati in quattro rate alle seguenti scadenze:
Ogni Cassa professionale stabilisce le proprie scadenze e modalità di pagamento. In generale, è previsto un sistema di acconti e saldi, con scadenze che tipicamente cadono tra febbraio e settembre dell'anno in corso. È sempre consigliabile verificare le date esatte sul sito della propria Cassa di previdenza.