Quanto costa fare ricorso per multa auto al prefetto nel 2022

Non è ammesso il ricorso al prefetto presentato da una persona che assume la qualità di conducente del veicolo al tempo della rilevazione dell'illecito.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Quanto costa fare ricorso per multa auto

Ricorso per multa auto al prefetto, quanto costa?

I costi da affrontare per proporre ricorso al prefetto sono minimi ovvero solo quelli richiesti dall'ufficio postale per la raccomandata. Tuttavia c'è un altro aspetto supplementare da considerare. Nel caso di rigetto del ricorso, il prefetto ordina al ricorrente il pagamento di una somma pari almeno al doppio della sanzione ricevuta.

L'opzione del ricorso al prefetto contro una multa auto ricevuta è certamente la più comoda. L'automobilista a cui viene contestata una infrazione al Codice della strada può infatti procedere in autonomia e secondo un iter piuttosto semplificato.

Il ricorso al prefetto è alternativo al ricorso al giudice di pace ed è consigliabile nel caso in cui la trattazione è piuttosto semplice. Pensiamo ad esempio alla multa per divieto di sosta o per mancata esposizione del ticket per il parcheggio a pagamento.

Nel caso in cui ci siano di mezzo questioni più complesse, come la verifica della taratura dell'autovelox che ha rilevato un eccesso di velocità, è invece consigliabile il ricorso al giudice di pace. Ma come metterla con i costi? Quali sono le spese da affrontare nel caso di ricorso al prefetto? Esaminiamo tutto ovvero:

  • Ricorso per multa auto al prefetto, quanto costa
  • Come gestisce ricorso per multa auto il prefetto

Ricorso per multa auto al prefetto, quanto costa

Il ricorso per multa auto al prefetto va presentato dal trasgressore o dal soggetto obbligato in solido. Naturalmente solo se non ha pagato in misura ridotta del 30% il verbale oggetto del ricorso entro 60 giorni dalla data della contestazione o notificazione.

L'opposizione può essere presentata in carta libera direttamente al prefetto mediante raccomandata con ricevuta di ritorno oppure personalmente agli uffici competenti o inviato con raccomandata con ricevuta di ritorno al Corpo di Polizia Municipale.

Non è ammesso il ricorso al prefetto presentato da una persona che assume la qualità di conducente del veicolo al tempo della rilevazione dell'illecito, ma che non risulti destinatario di contestazione immediata o di notificazione del verbale di accertamento ovvero che non sia né conducente né proprietario del veicolo. Nel ricorso deve essere indicata la volontà di rivolgersi al prefetto.

Di conseguenza l'opposizione, anche se indirizzate al sindaco, al comandante della polizia municipale o ai vigili urbani sono gestiti lasciando al Prefetto il giudizio sulla loro ammissibilità.

Dal punto di vista economico, i costi da affrontare per proporre ricorso al prefetto sono minimi ovvero solo quelli richiesti dall'ufficio postale per la raccomandata. Tuttavia c'è un altro aspetto supplementare da considerare.

Nel caso di rigetto del ricorso, il prefetto ordina al ricorrente il pagamento di una somma pari almeno al doppio della sanzione ricevuta. Di conseguenza, è consigliabile presentare il ricorso solo nel caso in cui le ragioni del ricorso siano decisamente condivisibili.

Come gestisce ricorso per multa auto il prefetto

Secondo il fondamentale articolo 204 del Codice della strada, nel caso di mancato accoglimento del ricorso, il prefetto emette una ingiunzione che comporta al ricorrente il pagamento di una somma almeno doppia di quella originaria.

Contro l'ordinanza del prefetto, l'automobilista può proporre ricorso al giudice di pace. Il prefetto, esaminati il verbale e gli atti prodotti dall'ufficio o comando accertatore, nonché il ricorso e i documenti allegati, sentiti gli interessati che ne abbiano fatta richiesta, se ritiene fondato l'accertamento, adotta, entro 120 giorni decorrenti dalla data di ricezione degli atti da parte dell'ufficio accertatore, un'ordinanza motivata con la quale ingiunge il pagamento di una somma determinata, nel limite non inferiore al doppio del minimo edittale per ogni singola violazione.

L'ingiunzione comprende anche le spese ed è notificata all'autore della violazione e alle altre persone che sono tenute al pagamento. Se appunto non ritenga fondato l'accertamento, il prefetto emette un'ordinanza motivata di archiviazione degli atti, comunicandola integralmente all'ufficio o comando cui appartiene l'organo accertatore, il quale ne dà notizia ai ricorrenti.

Il pagamento della somma ingiunta e delle relative spese deve essere effettuato, entro il termine di trenta giorni dalla notificazione, all'ufficio del registro o al diverso ufficio indicato nella stessa ingiunzione.