Al di là dei costi relativi al Tfr e a eventuali indennità da corrispondere al lavoratore, il datore che licenzia un dipendente deve pagare anche un ticket. Condizione fondamentale è il licenziamento del lavoratore a tempo indeterminato. L'importo del ticket corrisponde al 41% del massimale mensile del trattamento di disoccupazione.
Sia che l'azienda debba ridimensionarsi per motivi economici o debba sbarazzarsi di un dipendente problematico, licenziare un lavoratore non è mai un'operazione piacevole o facile.
Al di là del disagio della situazione, i datori di lavoro moderni devono veramente considerare le potenziali ricadute, tra cui quelle di carattere economico, dirette e indirette. Licenziare un dipendente è stressante per tutte le parti, non solo per il dipendente che perde il lavoro.
Non importa quanto bene il datore ha comunicato i problemi di efficienza perché quasi nessuno crede che verrà effettivamente licenziato. Niente rende un dipendente più arrabbiato che sentirsi accecato quando viene licenziato.
A meno che non si verifichi un atto immediato ed eclatante, il dipendente ha bisogno di tempo per metabolizzare il provvedimento. Da parte sua, l'azienda è invece chiamata a fare bene i propri calcoli anche economici. Esaminiamone alcuni aspetti:
Al di là dei costi relativi al Tfr e a eventuali indennità da corrispondere al lavoratore, il datore che licenzia un dipendente deve pagare anche un ticket. Condizione fondamentale è il licenziamento del lavoratore a tempo indeterminato.
Di conseguenza non è dovuta nei casi di risoluzione consensuale o di dimissioni del dipendente né di decesso del lavoratore. Questo importo serve per finanziare in parte l'assegno di disoccupazione Naspi per il lavoratore in disoccupazione. L'importo del ticket corrisponde al 41% del massimale mensile del trattamento di disoccupazione.
Le norme in vigore prevedono il pagamento per ogni anno di anzianità del lavoratore fino a un massimo di tre anni. Tradotto in numeri, per il 2022 il ticket è pari a 503 euro per ogni anno di anzianità maturato fino a 1.509,89 euro per chi ha maturato almeno tre anni di anzianità.
L'eccezione è il licenziamento collettivo senza accordo sindacale. In questo caso, ogni anno di anzianità comporta il versamento di un ticket di 1.509,84 euro fino a un massimo di 4.529,52 euro. Il ticket non viene quindi richiesto per licenziamento per chiusura di cantiere, società in procedura fallimentare e licenziamento di dipendenti pensionati.
Accanto ai costi conclamati per il licenziamento di un lavoratore dall'azienda ci sono quelli nascosti. Il turn over dei dipendenti può comportare un prezzo enorme per l'azienda. Meglio pensarci due volte prima di mandare a casa un dipendente: il costo per sostituirlo include anche quello la formazione del nuovo assunto, anche e soprattutto se si tratta di figure dirigenziali.
Quando si licenzia un dipendente occorre corrispondergli lo stipendio finale. Nel caso in cui le ferie retribuite non siano state ancora utilizzate occorre mettere in conto anche questo costo. Il datore di lavoro che ha licenziato un dipendente a causa delle prestazioni e non perché la posizione doveva essere tagliata, si trova nelle condizioni di dover assumere un nuovo lavoratore per sostituirlo.
Secondo alcune stime una nuova assunzione in sostituzione di un dipendente licenziato potrebbe costare in media da sei a nove mesi di stipendio dell'uscente. Inoltre potrebbero esserci dei costi in cui ci si affidi a un reclutatore esterno per farsi aiutare a trovare un nuovo dipendente, ad esempio un'agenzia per il lavoro.
Ci sono quindi altre voci da considerare quando si licenzia un dipendente, come perdita di produttività, basso morale sul posto di lavoro e persino cause legali.
Quando il morale di un dipendente scende, si potrebbe assistere a un minore coinvolgimento dei dipendenti e un rallentamento delle operazioni. Se un dipendente crede che sia stato licenziato senza giustificazione, potrebbe fare causa. Licenziare un dipendente come atto di discriminazione o infrangere un contratto senza motivo potrebbe costarti migliaia di euro in spese legali, o di più se il lavoratore vince la causa.
Accanto ai costi conclamati per il licenziamento di un lavoratore dall'azienda ci sono quelli nascosti ovvero quelli che si pagano nel tempo.