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Quanto costa un posto al mercato per bancarella. Tariffe e Costi medi 2025 dei Comuni italiani

Circa 600-700 euro i costi per avere un posto per una bancarella al mercato: prezzi variabili da Comune a Comune e cosa sapere

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Quanto costa un posto al mercato per ban

Gestire una bancarella al mercato in Italia richiede attenzione a diversi aspetti amministrativi e finanziari. Prima di avviare l’attività di commercio su area pubblica, è essenziale comprendere le procedure, gli adempimenti, i costi e le tariffe specifiche dei Comuni italiani nel 2025, oltre alle normative di settore. 

Tariffe 2025 per un posto mercato

I costi per ottenere un posto al mercato per bancarella nel 2025 variano considerevolmente a seconda del Comune e della posizione. Le principali tariffe si basano generalmente sul canone di concessione per l’occupazione del suolo pubblico, regolamentato a livello nazionale e poi declinato localmente.

  • Canone annuale: il costo medio per un posteggio di circa 10 metri quadrati si attesta intorno ai 600–700 euro annui nei Comuni di medie dimensioni, ma può scendere o aumentare in base a quartiere e grandezza dell’area.
  • Nei grandi centri urbani le tariffe possono raggiungere e superare i 2000 euro annui, soprattutto per i posteggi situati in aree strategiche o mercati molto frequentati.
  • Esistono tariffe specifiche per occupazioni temporanee (ad esempio fiere o mercati stagionali), spesso calcolate a giornata, che mediamente oscillano tra 0,60 e 1,20 euro al metro quadro al giorno, secondo il coefficiente locale.

Alcuni esempi concreti emersi dai regolamenti comunali consultati:

Città/Regione Tariffa annuale stimata (10 mq)
Città media 600–700 €
Grande città 1.500–2.500 €
Mercato in periferia 450–600 €

Tali costi sono dovuti direttamente all’ente comunale e possono essere soggetti a riduzioni o rideterminazioni (ad esempio per giovani imprenditori, associazioni culturali senza scopo di lucro, o piccoli produttori agricoli).

Le tariffe sono regolate dall’art. 1, comma 837 e ss. della Legge 160/2019 e successive deliberazioni comunali che, a partire dal 2021, hanno introdotto il canone patrimoniale unico sostituendo le precedenti tasse (TOSAP e COSAP).

Procedura e requisiti per ottenere un posto per bancarella al mercato

Per iniziare l’attività di vendita ambulante su posteggi fissi, è necessario seguire una procedura dettagliata e soddisfare i requisiti amministrativi previsti dalla normativa (D.Lgs. 59/2010, D.Lgs. 114/1998 e regolamenti regionali/comunali).

  1. Scelta della merceologia e tipologia di attività: la decisione su cosa vendere può influenzare licenze e costi accessori.
  2. Presentazione della domanda: va redatta una richiesta di Autorizzazione Amministrativa al Comune, corredata di marca da bollo (16 euro) e documentazione personale.
  3. Adempimenti fiscali e previdenziali:
    • Apertura Partita IVA (codici ATECO appropriati: es. 47.81 per alimentari, 47.82 per tessili, ecc.)
    • Iscrizione alla Camera di Commercio
    • Posizione INPS e INAIL (gestione commercianti)
  4. SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività ed eventualmente domanda via ComUnica per agevolare l’avvio telematico della ditta individuale.
  5. Adempimenti sanitari (per generi alimentari):
    • Autorizzazione sanitaria da parte dell’ASL competente
    • Attestato HACCP o percorso formativo SAB per la manipolazione e la somministrazione di alimenti

L’assegnazione dei posteggi avviene spesso tramite bando pubblico, regolamentato a livello comunale, e può richiedere il versamento di un deposito cauzionale o ulteriori diritti di segreteria e istruttoria a seconda delle realtà locali.

Tipologie di licenze per il commercio ambulante: differenze e dettagli

Per esercitare il commercio su area pubblica, la normativa distingue tra due principali titoli abilitativi:

  • Licenza di tipo A: per posteggi fissi in mercati, fiere, aree riservate (validità decennale).
  • Licenza di tipo B: per attività ambulante itinerante senza sede fissa (SCIA, immediata operatività).

Per la vendita di generi alimentari, oltre ai requisiti morali previsti dalla legge (assenza di condanne penali e interdizioni), occorrono specifici requisiti professionali (diploma affine, esperienza documentata, percorso SAB). La concessione implica obblighi di osservanza delle regole igienico-sanitarie definite dal Reg. CE 852/2004.

Per la cessione della licenza (subingresso) sono previsti ulteriori adempimenti e comunicazioni ai sensi dell’art. 71 D.Lgs. 59/2010. Il subentrante deve garantire la regolarità contributiva e il rispetto dei pagamenti dei canoni già versati dal cedente.

Ulteriori costi da considerare: istruttoria, diritti e servizi collegati

Oltre alla tariffa per l’occupazione del suolo pubblico, possono essere dovuti:

  • Diritti di segreteria per pratiche amministrative (mediamente 25–50 euro a seconda del Comune).
  • Marca da bollo per istanze e autorizzazioni (16 euro per licenza e migliorie posteggio).
  • Costi per servizi accessori: rilascio di SCIA, apertura PEC, firma digitale (35–50 euro/anno), consulenza commerciale (500–1500 euro in caso di affidamento a professionisti), iscrizione Camera di Commercio (ca. 100 euro).

Le tariffe e i costi di istruttoria variano sensibilmente tra Nord, Centro e Sud, e molti Comuni prevedono agevolazioni o esenzioni per specifiche categorie (associazioni no-profit, produttori agricoli diretti, ecc.).

Vantaggi e considerazioni sul commercio al mercato nel contesto attuale

Aprire una bancarella rappresenta una possibilità concreta di autoimpiego e integrazione del reddito, soprattutto nelle aree urbane ad alta densità. Gli aspetti positivi principali includono:

  • Costi d'ingresso ridotti: rispetto all’apertura di negozi tradizionali, il canone annuo per posteggio e le altre spese amministrative risultano notevolmente più contenute.
  • Accessibilità per piccoli produttori: settore adatto anche a chi produce personalmente generi alimentari, artigianali o prodotti tipici.
  • Opportunità di fidelizzazione della clientela: la frequentazione regolare dei mercati favorisce la relazione diretta con i consumatori.
  • Flessibilità nella gestione operativa: ampia scelta di settori merceologici (alimentare, tessile, casalinghi, piante, ecc.) e possibilità di partecipazione a mercati temporanei o stagionali.

La legislazione vigente richiede particolare attenzione nella scelta di forniture tecniche (gazebo omologati, ombrelloni bianchi se previsti, dispositivi per garantire impermeabilità e sicurezza) e nella preparazione di materiali promozionali (esposizione del marchio, biglietti da visita, materiale informativo sulla provenienza dei prodotti).

Simulazione pratica: calcolo della tariffa in base alle regole 2025

Supponiamo di voler avviare una bancarella non alimentare su 12 mq all’interno di un mercato cittadino medio. Il Comune applica la tariffa base di 60 euro annui per mq:

  • 12 mq x 60 €/mq = 720 euro all’anno
  • + Marca da bollo (16 euro)
  • + Diritti segreteria (ca. 30 euro per domanda, a seconda del Comune)
  • Totale annuo stimato: circa 766 euro per la sola concessione del posto

I costi possono variare per occupazioni temporanee, dove viene calcolata la tariffa giornaliera, e per posteggi in località turistiche o quartieri centrali, dove sono possibili maggiorazioni anche del 20–30% rispetto alla media nazionale.

Domande frequenti (FAQ) sulle tariffe posti mercatali e gestione

  • È possibile partecipare a più mercati? Sì, richiedendo una licenza separata per ciascun mercato, o tramite licenza itinerante di tipo B.
  • Quanto tempo serve per l’approvazione? In media, tra 30 e 90 giorni dalla presentazione della domanda, a seconda dei bandi pubblici e della disponibilità dei posteggi.
  • Ci sono esenzioni per determinate categorie? Alcuni Comuni prevedono sconti per giovani, disoccupati, start-up, produttori agricoli.
  • Serve una certificazione particolare per alimentari? Sì: autorizzazione sanitaria, HACCP e, in molti casi, attestato SAB.
  • Le tariffe includono la TARI (tassa sui rifiuti)? Nella maggior parte dei Comuni, il canone mercatale include anche una quota per lo smaltimento rifiuti, ma è bene verificare localmente.