I ricavi devono essere maggiori delle spese necessarie per l'esercizio dell'attività. In caso contrario, l'apertura non conviene. In genere è più di 800 euro per le partite Iva forfettarie con un basso volume d'affari e più di 2.000 euro per un volume d'affari maggiori.
Aprire una partita Iva può essere un'operazione che spaventa. Non tanto per i costi iniziali da affrontare che sono inesistenti. Ma quanto per il cambiamento di prospettive che impone rispetto a quelle di un lavoratore dipendente e per l'incertezza sui guadagni reali.
Non sorprende quindi che una delle domande più comuni sia relativa a quanto deve guadagnare una partita Iva perché gli convenga davvero tenere aperto nel 2022. Già, perché l'anno che stiamo vivendo continua a essere carico di incertezze. Proviamo a fare allora il punto con alcune considerazioni in materia:
Guadagno conveniente partita Iva per tenerla aperta
Il ruolo fondamentale del calcolo della tassazione
Chiariamo subito che l'apertura di una partita Iva non è per tutti. Vanno infatti considerati una serie di parametri come le spese per l'esercizio della propria attività, il pagamento dei contributi previdenziali e il livello di tassazione.
Aprire una partita Iva significa iscriversi a una cassa di previdenza e versamento i contributi previdenziali, quasi sempre anche in assenza di fatturato. Ma anche presentare la dichiarazione dei redditi pur con fatturato nulla.
Non si scappa né dall'obbligo di tenuta della contabilità per cui può essere necessario il supporto di un commercialista e né dal ricorso alla fatturazione elettronica. Si comprende quindi come, al di là dei costi progressivi legati al reddito, a fare la differenza sono le spese di gestione.
Se i costi si aggirano intorno agli 800 euro annui per le partite Iva forfettarie con un basso volume d'affari per arrivare a a 2.000 euro per professionisti in contabilità semplificata con un volume d'affari più elevato, ecco che diventa più chiaro quanto deve guadagnare una partita Iva perché gli convenga davvero tenere aperto nel 2022: i ricavi devono essere maggiori delle spese necessarie per l'esercizio dell'attività. In caso contrario, l'apertura non conviene.
Le tre principali voci da considerare per capire quanto deve guadagnare una partita Iva perché convenga davvero tenere aperto nel 2022 sono il livello di tassazione, i contributi previdenziali da versare che sono pari al al 25,98% del fatturato lordo e le spese per il commercialista, variabili si in base all'onorario richiesto e sia all'impegno di lavoro collegato.
Per fare alcuni esempi concreti di quali dovrebbero essere i ricavi minimi per non trovarsi in difetto ovvero pareggiare i costi fissi, nel caso di guadagno
tra 6.000 e 10.000 euro euro all'anno è auspicabile un guadagno netto almeno tra 800 e 1.000 euro
tra 10.000 e 15.000 euro euro all'anno è auspicabile un guadagno netto almeno tra 1.000 e 1.200 euro
tra 20.000 e 25.000 euro euro all'anno è auspicabile un guadagno netto almeno tra 1.300 e 1.500 euro
tra 25.000 e 30.000 euro euro all'anno è auspicabile un guadagno netto almeno tra 1.700 e 1.900 euro
oltre i 30.000 euro è auspicabile un guadagno netto superiore a 2.000 euro
Tuttavia è pur vero considerare che spesso l'apertura di una partita Iva è pressoché inevitabile se non è possibile l'assunzione diretta da parte di un'azienda.
E allo stesso tempo non è percorribile la strade del lavoro autonomo occasionale. Anche in questo secondo caso l'attività è autonoma, ma viene svolta senza continuità .
Abbiamo accennato all'importanza di considerare il livello di tassazione applicato.
Ricordando l'esistenza del regime forfettario che prevede l'applicazione di un'aliquota unica sui redditi fino a 65.000 euro, il quadro è il seguente:
con partita Iva in regime ordinario fino a 15.000 euro è prevista l'applicazione del 23% di aliquota, 23% del reddito (imposta dovuta sui redditi intermedi compresi negli scaglioni adesso in vigore aspettando la revisione del sistema fiscale già annunciata)
con partita Iva in regime ordinario da 15.001 fino a 28.000 euro di reddito imponibile è prevista l'applicazione del 27% (aliquota), 3.450 + 27% sulla parte oltre i 15.000 euro (imposta dovuta sui redditi intermedi compresi negli scaglioni adesso in vigore aspettando la revisione del sistema fiscale già annunciata)
con partita Iva in regime ordinario da 28.001 fino a 55.000 euro di reddito imponibile è prevista l'applicazione del 38% (aliquota), 6.960 + 38% sulla parte oltre i 28.000 euro (imposta dovuta sui redditi intermedi compresi negli scaglioni adesso in vigore aspettando la revisione del sistema fiscale già annunciata)
con partita Iva in regime ordinario da 55.001 fino a 75.000 euro di reddito imponibile è prevista l'applicazione del 41% (aliquota), 17.220 + 41% sulla parte oltre i 55.000 euro (imposta dovuta sui redditi intermedi compresi negli scaglioni adesso in vigore aspettando la revisione del sistema fiscale già annunciata)
con partita Iva in regime ordinario oltre 75.000 euro di reddito imponibile è prevista l'applicazione del 43% (aliquota), 25.420 + 43% sulla parte oltre i 75.000 euro (imposta dovuta sui redditi intermedi compresi negli scaglioni adesso in vigore aspettando la revisione del sistema fiscale già annunciata)