Il panorama dei liberi professionisti con partita IVA in Italia si presenta come un contesto dinamico, segnato da forti differenze territoriali, di genere, di anzianità e di specializzazione. Comprendere quanto guadagna un libero professionista ogni anno è un'operazione complessa, influenzata da numerosi fattori, come il regime fiscale adottato, il grado di esperienza, il settore professionale, la collocazione geografica e la capacità di sviluppare una rete di clienti diversificata. I dati più recenti e le tendenze normative forniscono utili riferimenti per valutare le prospettive del lavoro autonomo nel 2025, anche alla luce delle nuove regole sulla tutela del compenso minimo e della trasformazione del mercato dopo la pandemia.
Le principali differenze tra libero professionista, lavoratore autonomo e freelance
Spesso i termini libero professionista, lavoratore autonomo e freelance sono usati in modo intercambiabile, ma esistono distinzioni regolamentate anche a livello fiscale e previdenziale:
- Libero professionista: attività intellettuale spesso vincolata a specifici albi (medici, avvocati, architetti), con obblighi di formazione costante e di rispetto dei codici deontologici.
- Lavoratore autonomo: può includere sia chi svolge attività intellettuali sia manuali (artigiani, commercianti), spesso non vincolate a ordini professionali.
- Freelance: sottocategoria del libero professionista, in genere caratterizzata da maggiore flessibilità, lavori su progetto e clientela multipla, spesso senza iscrizione ad albi.
La differenza principale tra libero professionista e lavoratore dipendente è l’assenza di vincoli gerarchici e l’autonomia nell’organizzazione del lavoro e nella negoziazione dei compensi.
I diversi regimi fiscali: forfettario e ordinario a confronto
Nel 2025, i due principali regimi fiscali per i liberi professionisti italiani sono:
- Regime forfettario: accessibile per chi non supera una certa soglia di fatturato annuo, prevede un'imposta sostitutiva del 15% (che scende al 5% nei primi cinque anni di attività), con coefficienti di redditività diversi a seconda del codice ATECO. Il vantaggio principale è la semplificazione amministrativa e la riduzione del carico fiscale, ma i professionisti non possono dedurre direttamente molte spese.
- Regime ordinario: tassazione IRPEF a scaglioni progressivi; consente la deduzione di tutte le spese inerenti all’attività (acquisti, formazione, spese professionali, consulenze) e delle eventuali detrazioni. Le aliquote IRPEF valide nel 2025:
Fino a 28.000€ |
23% |
Da 28.000,01€ a 50.000€ |
35% |
Oltre 50.000,01€ |
43% |
I collaboratori e i professionisti senza albo possono essere iscritti alla Gestione separata INPS, con una contribuzione del 26,07% sull’imponibile.
Analisi dei redditi medi dei liberi professionisti in Italia nel 2025
Il reddito variabile resta una delle principali caratteristiche del lavoro autonomo. I dati aggiornati includono importanti differenze in base a settore, area geografica, età e genere:
- Reddito medio nazionale complessivo: circa 38.000 euro lordi annui.
- Professionisti con albo/ordine (con cassa privata): Reddito medio di circa 35.000–65.000 euro annui, con punte oltre i 90.000 euro per notai e alcune figure dirigenziali. Per esempio, nel 2025 un commercialista può dichiarare in media 75.000 euro, un avvocato specializzato tra 25.000 e 80.000 euro, mentre tra i medici si superano gli 80.000 euro (fino a 174.000 euro per i chirurghi).
- Professionisti non ordinistici: reddito medio annuale circa 15.500–20.000 euro, con forti differenze tra i diversi settori (consulenza gestionale: 25.400 euro, design: 15.500 euro, servizi di supporto alle imprese a circa 14.600 euro).
- Divario di genere: Le donne dichiarano in media il 38–45% in meno rispetto agli uomini a parità di settore e ruolo.
- Divario territoriale: I professionisti nel Nord Italia registrano i redditi più alti (in Lombardia oltre 65.000 euro annui per alcune specializzazioni), mentre al Sud si scende a una media di 13.000–15.000 euro. Le differenze sono significative anche all’interno delle stesse regioni.
L’andamento delle professioni regolamentate è fortemente influenzato dal settore, dal livello di specializzazione richiesto e dalla capacità di intercettare nuovi mercati: il trend in crescita maggiore si registra nelle professioni digitali, legali e sanitarie.
Le migliori professioni per redditività e gli orientamenti del mercato nel 2025
Nella classifica delle professioni più remunerative, i notai rimangono ai vertici con redditi fino a 280.000 euro annui, seguiti da commercialisti, consulenti del lavoro, medici specializzati e ingegneri. Sono in forte crescita inoltre le professioni legate al digitale (UX Designer, AI Specialist, E-commerce Manager) e alla sostenibilità (Sustainability Manager), che ormai superano spesso i 45.000–60.000 euro annui per i profili esperti.
Ecco una sintesi dei valori medi stimati nel 2025:
Professione |
Reddito medio annuo |
Notaio |
95.000–280.000€ |
Commercialista |
75.000€ |
Medico libero professionista |
80.000€ (fino a 174.000€ per alcune specializzazioni) |
Avvocato |
25.000–80.000€ |
Ingegnere |
50.000–90.000€ |
AI Specialist |
70.000–130.000€ |
Director Marketing |
70.000–150.000€ |
I principali fattori che influenzano i guadagni del libero professionista
Stabilire quanto guadagna in media un libero professionista con partita IVA comporta una valutazione di svariati fattori:
- Numero e tipologia di clienti: Avere più committenti consente di ridurre il rischio e aumentare mediamente il reddito annuo. Chi lavora con un unico committente spesso riceve compensi annui inferiori rispetto a chi opera su più progetti paralleli.
- Anzianità e reputazione: I professionisti con maggiore esperienza, presenza online e network consolidato riescono spesso a negoziare compensi superiori rispetto ai neo-entrati.
- Specializzazione e settore: Le aree con maggior richiesta e specializzazione tecnica – come legale, fiscale, sanitario e digitale – garantiscono generalmente guadagni più elevati.
- Modalità di calcolo del compenso: Le tariffe possono essere fissate a ora, a progetto, o a forfait. Per i professionisti iscritti a ordini, il Decreto Ministeriale 140/12 e la legge 49/2023 stabiliscono tariffe minime per alcune prestazioni, mentre per i non ordinistici o con contratti con aziende private il mercato è più flessibile.
Per valutare la congruità di un compenso, è importante rapportarlo al costo del lavoro dipendente di pari livello, aggiungendo voci come TFR, contributi e tredicesima per calcolare il reale valore della prestazione.
Divari e tendenze dei redditi: differenze di genere, area e percorso professionale
Un tema centrale riguarda la marcata polarizzazione dei guadagni:
- Uomini vs. Donne: Persistono ampie differenze retributive: mediamente una donna libera professionista guadagna tra il 38% e il 45% in meno rispetto a un uomo con stessi anni di esperienza e ruolo.
- Anzianità: I professionisti under 40 possono guadagnare meno della metà dei colleghi over 50.
- Territorio: Il Nord registra redditi medi anche doppi rispetto al Sud.
- Numero di clienti: Chi lavora con più committenti raggiunge guadagni sensibilmente superiori rispetto a chi è mono-committente.
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