Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Quanto guadagna mediamente un libero professionista (partita Iva) all'anno in Italia 2025

Quanto guadagna mediamente un libero professionista con partita IVA in Italia nel 2025, tra reddito annuo medio e differenze tra settori

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Quanto guadagna mediamente un libero pro

Il panorama dei liberi professionisti con partita IVA in Italia si presenta come un contesto dinamico, segnato da forti differenze territoriali, di genere, di anzianità e di specializzazione. Comprendere quanto guadagna un libero professionista ogni anno è un'operazione complessa, influenzata da numerosi fattori, come il regime fiscale adottato, il grado di esperienza, il settore professionale, la collocazione geografica e la capacità di sviluppare una rete di clienti diversificata. I dati più recenti e le tendenze normative forniscono utili riferimenti per valutare le prospettive del lavoro autonomo nel 2025, anche alla luce delle nuove regole sulla tutela del compenso minimo e della trasformazione del mercato dopo la pandemia.

Le principali differenze tra libero professionista, lavoratore autonomo e freelance

Spesso i termini libero professionista, lavoratore autonomo e freelance sono usati in modo intercambiabile, ma esistono distinzioni regolamentate anche a livello fiscale e previdenziale:

  • Libero professionista: attività intellettuale spesso vincolata a specifici albi (medici, avvocati, architetti), con obblighi di formazione costante e di rispetto dei codici deontologici.
  • Lavoratore autonomo: può includere sia chi svolge attività intellettuali sia manuali (artigiani, commercianti), spesso non vincolate a ordini professionali.
  • Freelance: sottocategoria del libero professionista, in genere caratterizzata da maggiore flessibilità, lavori su progetto e clientela multipla, spesso senza iscrizione ad albi.

La differenza principale tra libero professionista e lavoratore dipendente è l’assenza di vincoli gerarchici e l’autonomia nell’organizzazione del lavoro e nella negoziazione dei compensi.

I diversi regimi fiscali: forfettario e ordinario a confronto

Nel 2025, i due principali regimi fiscali per i liberi professionisti italiani sono:

  • Regime forfettario: accessibile per chi non supera una certa soglia di fatturato annuo, prevede un'imposta sostitutiva del 15% (che scende al 5% nei primi cinque anni di attività), con coefficienti di redditività diversi a seconda del codice ATECO. Il vantaggio principale è la semplificazione amministrativa e la riduzione del carico fiscale, ma i professionisti non possono dedurre direttamente molte spese.
  • Regime ordinario: tassazione IRPEF a scaglioni progressivi; consente la deduzione di tutte le spese inerenti all’attività (acquisti, formazione, spese professionali, consulenze) e delle eventuali detrazioni. Le aliquote IRPEF valide nel 2025:
Fino a 28.000€ 23%
Da 28.000,01€ a 50.000€ 35%
Oltre 50.000,01€ 43%

I collaboratori e i professionisti senza albo possono essere iscritti alla Gestione separata INPS, con una contribuzione del 26,07% sull’imponibile.

Analisi dei redditi medi dei liberi professionisti in Italia nel 2025

Il reddito variabile resta una delle principali caratteristiche del lavoro autonomo. I dati aggiornati includono importanti differenze in base a settore, area geografica, età e genere:

  • Reddito medio nazionale complessivo: circa 38.000 euro lordi annui.
  • Professionisti con albo/ordine (con cassa privata): Reddito medio di circa 35.000–65.000 euro annui, con punte oltre i 90.000 euro per notai e alcune figure dirigenziali. Per esempio, nel 2025 un commercialista può dichiarare in media 75.000 euro, un avvocato specializzato tra 25.000 e 80.000 euro, mentre tra i medici si superano gli 80.000 euro (fino a 174.000 euro per i chirurghi).
  • Professionisti non ordinistici: reddito medio annuale circa 15.500–20.000 euro, con forti differenze tra i diversi settori (consulenza gestionale: 25.400 euro, design: 15.500 euro, servizi di supporto alle imprese a circa 14.600 euro).
  • Divario di genere: Le donne dichiarano in media il 38–45% in meno rispetto agli uomini a parità di settore e ruolo.
  • Divario territoriale: I professionisti nel Nord Italia registrano i redditi più alti (in Lombardia oltre 65.000 euro annui per alcune specializzazioni), mentre al Sud si scende a una media di 13.000–15.000 euro. Le differenze sono significative anche all’interno delle stesse regioni.

L’andamento delle professioni regolamentate è fortemente influenzato dal settore, dal livello di specializzazione richiesto e dalla capacità di intercettare nuovi mercati: il trend in crescita maggiore si registra nelle professioni digitali, legali e sanitarie.

Le migliori professioni per redditività e gli orientamenti del mercato nel 2025

Nella classifica delle professioni più remunerative, i notai rimangono ai vertici con redditi fino a 280.000 euro annui, seguiti da commercialisti, consulenti del lavoro, medici specializzati e ingegneri. Sono in forte crescita inoltre le professioni legate al digitale (UX Designer, AI Specialist, E-commerce Manager) e alla sostenibilità (Sustainability Manager), che ormai superano spesso i 45.000–60.000 euro annui per i profili esperti.

Ecco una sintesi dei valori medi stimati nel 2025:

Professione Reddito medio annuo
Notaio 95.000–280.000€
Commercialista 75.000€
Medico libero professionista 80.000€ (fino a 174.000€ per alcune specializzazioni)
Avvocato 25.000–80.000€
Ingegnere 50.000–90.000€
AI Specialist 70.000–130.000€
Director Marketing 70.000–150.000€

I principali fattori che influenzano i guadagni del libero professionista

Stabilire quanto guadagna in media un libero professionista con partita IVA comporta una valutazione di svariati fattori:

  • Numero e tipologia di clienti: Avere più committenti consente di ridurre il rischio e aumentare mediamente il reddito annuo. Chi lavora con un unico committente spesso riceve compensi annui inferiori rispetto a chi opera su più progetti paralleli.
  • Anzianità e reputazione: I professionisti con maggiore esperienza, presenza online e network consolidato riescono spesso a negoziare compensi superiori rispetto ai neo-entrati.
  • Specializzazione e settore: Le aree con maggior richiesta e specializzazione tecnica – come legale, fiscale, sanitario e digitale – garantiscono generalmente guadagni più elevati.
  • Modalità di calcolo del compenso: Le tariffe possono essere fissate a ora, a progetto, o a forfait. Per i professionisti iscritti a ordini, il Decreto Ministeriale 140/12 e la legge 49/2023 stabiliscono tariffe minime per alcune prestazioni, mentre per i non ordinistici o con contratti con aziende private il mercato è più flessibile.

Per valutare la congruità di un compenso, è importante rapportarlo al costo del lavoro dipendente di pari livello, aggiungendo voci come TFR, contributi e tredicesima per calcolare il reale valore della prestazione.

Divari e tendenze dei redditi: differenze di genere, area e percorso professionale

Un tema centrale riguarda la marcata polarizzazione dei guadagni:

  • Uomini vs. Donne: Persistono ampie differenze retributive: mediamente una donna libera professionista guadagna tra il 38% e il 45% in meno rispetto a un uomo con stessi anni di esperienza e ruolo.
  • Anzianità: I professionisti under 40 possono guadagnare meno della metà dei colleghi over 50.
  • Territorio: Il Nord registra redditi medi anche doppi rispetto al Sud.
  • Numero di clienti: Chi lavora con più committenti raggiunge guadagni sensibilmente superiori rispetto a chi è mono-committente.

 

Leggi anche