Quanto guadagna una edicola e perché può essere attività interessante da aprire anche ora

Il business non arriva solo dalla vendita di quotidiani e riviste, ma da altri prodotti. Per gli edicolanti c'è ancora spazio nel 2022?

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Quanto guadagna una edicola e perché può

Conviene aprire un'edicola?

L'edicolante è una professione del futuro a condizione che possa sempre più diversificare le attività.

Crisi delle vendite e crisi di un modello: questo è un periodo difficile per la stampa che sta vedendo cessare la pubblicazione dei giornali, tagliare i posti di lavoro e svanire i redditi. Ma alla fine della catena, perché l'edicola perché potrebbe essere una attività interessante da aprire anche ora nel 2022? Per compensare il calo della carta, le edicole hanno in mente una sola idea: la diversificazione delle vendite. La vendita della stampa non basta più in molti. Approfondiamo meglio:

  • Guadagni di un'edicola, quali sono e prospettive

  • Cosa valutare quando si apre un'edicola

Guadagni di un'edicola, quali sono e prospettive

L'edicolante è il commerciante responsabile di un chiosco o di uno spazio per la vendita di prodotti editoriali. Viene rifornito quotidianamente di giornali, riviste e riviste dai distributori del proprio territorio. Si trova in un'area urbana e vende anche molti beni vari: dolci, biglietti per spettacoli. Affronta giornate lunghe, apre molto presto la mattina e chiude a tarda notte. Lavora da solo.

Non esiste una formazione speciale o obbligatoria per diventare un edicolante. Questo è il lavoro di un commerciante al dettaglio. La professione non si sviluppa da diversi anni, a causa della crisi del settore della stampa, dell'arrivo della stampa digitale via Internet e del successo dei giornali gratuiti.

Il business non arriva solo dalla vendita di quotidiani e riviste, ma da altri prodotti. Ad esempio con l'associazione una ricevitoria Sisal o i biglietti per i mezzi di trasporto locale. La sola vendita di giornali non fa più vivere, è una certezza. Le edicole sono oggi autorizzati a vendere bevande analcoliche, barrette di cioccolato, prodotti vari. A seconda dell'ubicazione dell'edicola, le vendite non stampa possono rappresentarne già oltre il 50% del fatturato. Nelle zone turistiche o nelle strade trafficate, per esempio.

Un edicolante guadagna tra 2.000 e 3.000 euro lordi al mese. Sui quotidiani si guadagna una base dello 0,1887% che sale con alcuni giornali. Sulle ricariche telefoniche si guadagna in media tra l'1 e l'1,5% ma la quota varia da operatore a operatore. Sul pagamento delle utenze e dei bollettini si guadagna 1,20 euro fissi. Sui gratta e vinci l'8%.

Quindi l'edicolante è una professione del futuro? All'unica condizione che possa sempre più diversificare le attività. Il guadagno potrebbe aumentare se potessero vendere anche i biglietti per concerti, partite di calcio e musei. Tra l'altro occorre tenere conto che in Italia la popolazione ha un'età media elevata e di conseguenza l'attenzione verso i giornali cartacei è ancora molto elevata. Senza dimenticare che la diversificazione dell'offerta e la disponibilità di gadget associate alle riviste continuano a rappresentare motivi di richiamo per i consumatori.

Cosa valutare quando si apre un'edicola

Per aprire una edicola occorrono l'autorizzazione per occupazione di suolo pubblico e permessi comunali e i dati anagrafici di terzi da portare in comune qualora l'attività sia gestita da altre persone. Quindi l'apertura di una partita Iva; l'iscrizione al Registro delle imprese e al Registro degli esercenti di commercio alla Camera di commercio della provincia in cui si aprirà l'esercizio. Dopodiché sono indispensabili l'apertura di posizioni Inps e Inail, l'allestimento del luogo e la certificazione di agibilità del locale.

Attenzione infatti alle spese, come quelle relative all'Inps, a un eventuale collaboratore, all'affitto dello spazio, alle utente della luce e del gas per il riscaldamento, alla spazzatura e all'assicurazione.

Secondo il segretario del sindacato edicolanti della Cgil, il problema "è che gli editori non vogliono mettere sul piatto neppure un euro. Eppure basterebbe pochissimo. Sei o sette centesimi a copia da aggiungere all'aggio normale darebbero una boccata d'ossigeno vitale alla categoria. E potrebbero essere recuperati facilmente con un piccolo aumento del prezzo di copertina a cui chi oggi ha ancora le motivazioni per acquistare il giornale in edicola non farebbe nemmeno caso. Purtroppo però questa idea non è passata, soprattutto per l'opposizione di chi persegue solo logiche di prezzo senza comprendere che facendo chiudere le edicole sta tagliando anche il ramo sul quale è seduto".