In linea di massima, rispetto a uno stipendio netto di 1.300 euro, un'azienda finisce per pagare circa il doppio ovvero circa 2.500 euro.
La busta paga è il documento di riferimento per il lavoratore e il suo datore. Qui entrambi possono leggere sia la retribuzione netta che spetta al dipendente e sia i costi complessivi, ovvero lo stipendio lordo, a carico del datore.
Non solo, perché la busta paga contiene altre voci da tenere sotto osservazione. Ad esempio le indennità di funzione, i compensi per il lavoro straordinario eventualmente svolto, così come per festivi e notturni. E poi, i benefit, i bonus e i premi di risultato. Alcuni elementi alleggeriscono le spese a carico del datore di lavoro, a iniziare dalle detrazioni fiscali a cura dello Stato.
In questo caso, sono equiparati ai redditi da lavoro i compensi a soggetti impegnati in lavori socialmente utili, i capitali e le rendite da fondi pensione, i compensi corrisposti a soci di cooperative, le rendite vitalizie e a tempo determinato, i compensi corrisposti da terzi, i redditi da collaborazione, le borse di studio, la remunerazione dei sacerdoti. Approfondiamo adesso alcuni aspetti specifici ovvero:
Stipendio di 1300 euro netti al mese, quanto paga un'azienda
Stipendio netto e lordo, eterno dilemma per le aziende
Tra lo stipendio netto ricevuto dal lavoratore e quanto effettivamente versato dall'azienda in termini di stipendio la differenza può essere notevole e scoraggiare nuove assunzioni. Si tratta del cuneo fiscale ovvero il costo del lavoro che in Italia è da sempre oggetto di discussioni e tentativi di riforma. Alcuni sforzi sono andati a buon fine, ma complessivamente si avverte ancora una netta discrepanza.
Cerchiamo allora di quantificare con maggiore precisione questa spesa prendendo in considerazione uno stipendio medio di 1.300 euro. Si tratta di una stima di massima, tenendo conto che ciascun contratto collettivo nazionale di lavoro ha le sue peculiarità di cui tenere conto.
Il costo di un dipendente non è legato solo alla retribuzione netta ovvero all'importo che il dipendente riceve tutti i mesi. A incidere nei costi complessivi a carico del datore di lavoro sono anche la retribuzione annua lorda, gli oneri previdenziali, il Trattamento di fine rapporto, la tredicesima e la quattordicesima che sono corrisposte alla fine e a metà dell'anno, eventuali rimborsi per trasferte.
In linea di massima, rispetto a uno stipendio netto di 1.300 euro, un'azienda finisce per pagare il doppio. Più esattamente, secondo la simulazione che proponiamo, la situazione è la seguente:
Stipendio netto: 1.300 euro circa
Stipendio lordo: 2.500 euro circa
La differenza tra lordo e netto è dunque di 1.200 euro circa
Quando si parla di stipendio lordo e netto ovvero di composizione della busta paga e di costo effettivo per l'azienda, non bisogna dimenticare che il sistema fiscale italiano è organizzato per scaglioni di reddito.
Più esattamente fino a 15.000 euro, l'aliquota è pari al 23%, oltre 15.000 e fino a 28.000 euro, è pari al 27%, oltre 28.000 e fino a 55.000, ammonta al 38%, oltre 55.000 e fino a 75.000, è pari al 41%, oltre 75.000 è pari al 43%. Alla regione in cui risiede il lavoratore va poi versata un'addizionale dell'Irpef, anch'essa di tipo progressivo. Infine, non va dimenticata l'addizionale comunale che, come lascia intendere il nome, va invece corrisposta al Comune.
Lo stipendio del lavoratore è legato a una serie di parametri fissi. Come la categoria poiché è in tutte le aziende ci sia una differenza di redistribuzione tra dirigenti e operai ovvero tra quadri e impiegati. Altri fattori che incidono nella definizione della stipendio sono il livello di inquadramento, le mansioni ed eventuali elementi personali.
Dallo stipendio sono trattenuti i contributi previdenziali del dipendente, pari a circa il 10% dello stipendio lordo. L'Inps obbliga il datore di lavoro a trattenere ogni mese i contributi dal suo stipendio per versarli entro il 16 del mese successivo nelle casse dell'Istituto di previdenza.
Quando si tratta di stipendio lordo e netto e l'economicità dell'azienda Non bisogna dimenticare che il sistema tributario italiano è organizzato per fasce di reddito.