Tenendo conto della tassazione obbligatoria, sia a livello nazionale e sia locale, e dei contributi previdenziali, nel caso di uno stipendio netto di 1.800 euro, un'azienda paga quasi il doppio, tra 3.200 e 3.400 euro.
Quando si parla di assunzioni all'interno di un'azienda è fondamentale precisare che lo stipendio netto che riceve il dipendente è solo la punta dell'iceberg delle spese da sostenere. Si tratta del costo visibile che non deve trarre in inganno nel computo complessivo delle spese.
Al netto di possibili agevolazioni per l'assunzione, ad esempio, di giovani, di disoccupati di lungo scorso, di lavoratori in situazioni di crisi, di donne che rispondono a precisi requisiti, un'azienda finisce per pagare anche più del doppio rispetto alla retribuzione netta corrisposta al dipendente.
Succede in prima battuta per via delle tasse da pagare, sia a livello nazionale e sia a livello locale. Senza dimenticare i contributi previdenziali che, nel caso del rapporto di lavoro di tipo dipendente, sono tutti a carico dell'impresa. Non ci resta allora che entrare nei dettagli per capire da vicino:
Dipendente che prende 1800 euro netti, quanto costa a un'azienda
Il principio della progressività delle imposte in Italia nel 2023
Abbiamo allora precisato che la principale voce di spesa che incide sul costo di un'assunzione è quella relativa alle tasse da pagare e in particolare all'Irpef ovvero l'Imposta sul reddito delle persone fisiche. In attesa dell'entrata in vigore delle nuove disposizioni, il quadro delle aliquote è il seguente:
se il reddito imponibile del lavoratore dipendente assunto dal datore con contratto a tempo determinato o indeterminato, con orario full-time o part-time ma comunque con un rapporto subordinato secondo le disposizioni sul lavoro è fino a 15.000 euro, si applica il 23% di aliquota, 23% Irpef del reddito
se il reddito imponibile del lavoratore dipendente assunto con contratto a tempo determinato o indeterminato, con orario full-time o part-time ma comunque con un rapporto subordinato secondo le disposizioni sul lavoro è oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro, si applica l'aliquota del 27%, 3.450 euro, a cui aggiungere il 27% sulla eventuale parte eccedente 15.000 euro
se il reddito imponibile del lavoratore dipendente assunto con contratto a tempo determinato o indeterminato, con orario full-time o part-time ma comunque con un rapporto subordinato secondo le disposizioni sul lavoro è oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro, si applica l'aliquota del 38%, 6.960 euro, a cui aggiungere il 38% sulla eventuale parte eccedente 28.000 euro
se il reddito imponibile del lavoratore dipendente assunto con contratto a tempo determinato o indeterminato, con orario full-time o part-time ma comunque con un rapporto subordinato secondo le disposizioni sul lavoro è oltre 55.000 euro e fino a 75.000 euro, si applica l'aliquota del 41%, 17.220 euro, a cui aggiungere il 41% sulla eventuale parte eccedente 55.000 euro
se il reddito imponibile del lavoratore dipendente assunto con contratto a tempo determinato o indeterminato, con orario full-time o part-time ma comunque con un rapporto subordinato secondo le disposizioni sul lavoro è oltre 75.000 euro, si applica l'aliquota del 41%, 25.420 euro, a cui aggiungere il 43% sulla eventuale parte eccedente 75.000 euro
Il tutto senza dimenticare però la prospettata riduzione da 5 a 4 delle aliquote Irpef ovvero 23%, 25%, 35% e 43%. Non solo, ma le due aliquote centrali si riducono rispettivamente dal 27 al 25% e dal 38 al 35%.
Tenendo conto della tassazione obbligatoria, sia a livello nazionale e sia locale, e dei contributi previdenziali, nel caso di uno stipendio netto di 1.700 euro, un'azienda paga quasi il doppio, tra 3.200 e 3.400 euro.
Secondo il principio della progressività, la percentuale di tassazione cresce all'aumentare del reddito. In pratica i redditi più bassi sono tassati in misura minore rispetto ai redditi più elevati.
Il modo con cui il sistema tributario italiano assicura il risultato della tassazione progressiva si basa sulla suddivisione del reddito in scaglioni e sulle aliquote d'imposta diverse e crescenti. Come abbiamo visto, l'imposta è calcolata in base al reddito di ciascun contribuente ed è strutturata in aliquote. Senza dimenticare che per il 2023 è prevista una no tax area fino a 8.174,00 euro ovvero la detassazione totale dei redditi minimi.
Mai confondere lo stipendio netto con quello lordo. Ecco in che misura incide nel caso di retribuzione di circa 1.800 euro.