Rispetto a uno stipendio netto di circa 1.500 euro, un'azienda finisce per pagare quasi il doppio conteggiando anche le tasse e i contributi.
Non è affatto così semplice e immediato il passaggio dallo stipendio lordo a quello netto di un lavoratore. Sono infatti numerose le variabili da prendere in considerazione che incidono sul risultato finale. Di norma la retribuzione va corrisposta entro la fine del mese di paga, sebbene i contratti possono prevedere anche scadenze diverse.
Come vedremo in questo articolo, la principale variabile che incide nel costo finale di un lavoratore, anche nel caso del pagamento di uno stipendio di 1.500 euro netti al mese, sono le tasse e in particolare l'Irpef. Caratteristica di fondo del nostro sistema fiscale è la progressività delle imposte. In buona sostanza, maggiore è il reddito e più elevate sono le tasse, sulla base degli 5 scaglioni di reddito. Ma vediamo meglio:
Anche nel caso di un retribuzione di 1.500 euro ovvero per il calcolo dello stipendio reale occorre togliere dalla retribuzione lorda annua la quota Inps e la quota Irpef in base agli scaglioni di riferimento. Si ottiene quindi una cifra a cui aggiungere la somma delle detrazioni su base annuale e le varie imposte locali. Nella testata degli elementi retributivi sono richiesti i dati relativi al datore di lavoro che eroga la retribuzione compreso il codice fiscale.
Spazio quindi al numero di posizione Inps dell'azienda, rappresentato dal numero di matricola attribuito dall'istituto di previdenza al momento. Viene poi riportato il numero di posizione Inail assegnato all'azienda. Nel caso di più posizioni attribuite viene evidenziato il numero di posizione corrispondente all'attività svolta dal dipendente a cui è intestato l'elaborato. Nel caso in cui lo stipendio corrisposto al lavoratore sia di 1.500 euro, il quadro è il seguente:
In questo contesto ci sono anche altre voci da considerare, tra cui una delle più importanti è quella della delle detrazioni. Si tratta di agevolazioni economiche corrisposte dallo Stato e non dall'azienda e sono legate alla maturazione di alcune condizioni ben precise da parte del lavoratore.
L'importo della detrazione viene proporzionato in base al numero di giorni di durata del rapporto. I premi di produttività previsti dai contratti collettivi aziendali e territoriali dei quali sono incerti la corresponsione o l'ammontare e la cui struttura è correlata dal contratto collettivo, alla misurazione di incrementi di produttività, qualità e altri elementi di competitività scelti come indicatori dell’andamento economico dell’impresa e dei suoi risultati, possono beneficiare di un sgravio contributivo.
Quando si parla di stipendio da pagare, ci sono altre voci che il datore di lavoro deve considerare al di là della retribuzione netta per il dipendente. Il Trattamento di fine rapporto è un elemento della retribuzione il cui pagamento viene differito a un momento successivo rispetto a quello di prestazione dell'attività lavorativa. Si calcola mettendo da parte, al termine di ciascun anno di servizio, un quota pari e non superiore all'importo delle retribuzione dovuta per l'anno stesso, diviso 13,5.
I lavoratori sono chiamati a decidere se destinare il proprio Tfr da maturare alle forme pensionistiche complementari o mantenerlo presso il datore di lavoro. E poi, come abbiamo accennato, ci sono le tasse da pagare. L'imponibile fiscale è la grandezza di riferimento per calcolare le imposte. Si ottiene sottraendo dall'imponibile previdenziale i contributi per il dipendente.
Per quanto riguarda il calcolo dell'Irpef infatti non esiste una sola percentuale da moltiplicare per l'imponibile, ma tante percentuali da applicare su scaglioni di imponibile. L'imposta lorda è determinata applicando al reddito complessivo le seguenti aliquote per scaglioni di reddito Irpef 2022:
Anche nel caso di uno stipendio di 1500 euro o per il calcolo dello stipendio effettivo. u00c8 necessario sottrarre alla retribuzione annua lorda la quota INPS e la quota Irpef.