L'assunzione di un lavoratore con contratto a determinato e indeterminato e retribuzione di 800-1600 euro, comporta per le imprese un costo complessivo quasi doppio rispetto alla paga netta. Diversamente, con il contratto di apprendistato il costo aziendale aumenta solo del 30% circa rispetto allo stipendio netto, grazie agli sgravi contributivi previsti dalla normativa vigente.
Quando un'azienda valuta l'inserimento di una risorsa, deve considerare tutti gli oneri aggiuntivi che vanno oltre la retribuzione netta mensile. Nel calcolo complessivo entrano in gioco numerosi costi supplementari che incrementano notevolmente l'impegno economico del datore di lavoro.
La voce che maggiormente incide nel costo totale è rappresentata dalle imposte, a cui si aggiungono i contributi previdenziali, gli oneri assicurativi e una serie di altre spese, tutte dettagliatamente indicate nella busta paga.
Quando parliamo di costo del lavoro, è fondamentale distinguere tra stipendio lordo e stipendio netto. Il primo rappresenta l'importo totale che l'azienda deve stanziare per il lavoratore, mentre il secondo è quanto effettivamente percepito dal dipendente dopo le trattenute fiscali e previdenziali.
Per una retribuzione netta compresa tra 800 e 1600 euro, il costo aziendale può variare significativamente in base alla tipologia contrattuale. Con un contratto standard (determinato o indeterminato), il costo totale per l'azienda può arrivare quasi al doppio della retribuzione netta, mentre con l'apprendistato l'incremento si attesta intorno al 30%.
Questa differenza sostanziale è dovuta principalmente al sistema di agevolazioni contributive previsto per il contratto di apprendistato, che lo rende particolarmente vantaggioso per le imprese che intendono investire su giovani risorse.
Come accennato, le imposte rappresentano una delle voci di spesa più rilevanti quando si parla di assunzione. Il sistema di tassazione italiano per i lavoratori dipendenti si articola secondo scaglioni di reddito, con aliquote progressive:
Queste percentuali influiscono direttamente sul divario tra quanto percepito dal lavoratore e quanto effettivamente speso dall'azienda, determinando un costo aziendale notevolmente superiore alla retribuzione netta.
Il contratto di apprendistato rappresenta un'opzione particolarmente conveniente per le imprese, grazie a un sistema di agevolazioni contributive che riduce significativamente il costo del lavoro rispetto alle altre forme contrattuali.
A differenza dei contratti standard, dove i costi sono pressoché equivalenti tra tempo determinato e indeterminato, l'apprendistato offre un notevole risparmio grazie alla riduzione degli oneri contributivi. La retribuzione dell'apprendista è comunque vincolata al livello di inquadramento iniziale ed è stabilita dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) applicato dall'azienda.
È importante sottolineare che lo stipendio deve essere chiaramente indicato nella lettera di assunzione, da sottoscrivere prima dell'inizio dell'attività lavorativa.
Il regime contributivo dell'apprendistato varia in base alle dimensioni dell'azienda:
Questa riduzione significativa degli oneri contributivi si traduce in un risparmio concreto per l'azienda, rendendo l'apprendistato uno strumento particolarmente vantaggioso per l'inserimento di giovani nel mondo del lavoro.
Per comprendere meglio la differenza di costi tra le diverse tipologie contrattuali, analizziamo alcuni esempi concreti relativi alle fasce di retribuzione tra 800 e 1600 euro netti mensili.
Per un lavoratore che percepisce uno stipendio netto di 1000 euro mensili:
La differenza di circa 500-600 euro mensili rappresenta un risparmio significativo per l'azienda, che su base annua può arrivare a 6000-7200 euro per ogni apprendista assunto.
Per un lavoratore che percepisce uno stipendio netto di 1500 euro mensili:
In questo caso, il risparmio mensile per l'azienda può superare i 750-900 euro, con un beneficio annuo che può arrivare a 9000-10800 euro.