Se si guadagnano tra i 1000-15mila euro in nero si rischiano sia sanzioni amministrative e multe e sia sanzioni penali, fino alla reclusione, soprattutto se si lavora in nero e si percepiscono contemporaneamente misure di sostegno al reddito come reddito di cittadinanza o Naspi che decadono poi immediatamente.
Quanto rischio se guadagno tra i 1000-15mila euro in nero? Lavorare in nero è sempre illegale ma un fenomeno ancora troppo diffuso nel nostro Paese nonostante siano diverse le misure antievasione messe in atto anche per contrastare il lavoro nero che, soprattutto per i lavoratori, non prevede alcun vantaggio né beneficio, per cui è sempre sconsigliabile prestarsi a svolgere un lavoro in nero.
Lavorare in nero, poi, per i lavoratori prevede rischi e anche importanti. Vediamo quali sono quelli che si corrono che si guadagnano cifra tra mille e 15mila euro in nero.
Il lavoro in nero si configura ogniqualvolta un datore di lavoro non invia comunicazione preventiva di assunzione di un lavoratore per cui non viene, conseguentemente, aperta nessuna posizione Inps e Inail.
Qualsiasi siano le cifre che si guadagnano per un lavoro in nero, sia da disoccupato, sia da lavoratore in regola con guadagni extra, sia da pensionato, i rischi sono sempre dietro l’angolo e sono sia di tipo amministrativo che di tipo penale. Un lavoratore in nero che presenta all’Inps o al centro per l’impiego la dichiarazione per il riconoscimento della condizione disoccupato rischia una sanzione penale che prevede fino a 2 anni di reclusione per reato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.
Rischi sono previsti anche per i pensionati che sono in pensione e lavorano in nero. In tal caso, per pensionati che guadagnano in nero tra mille e 15mila euro le sanzioni sono solo di tipo amministrativo e prevedono il pagamento della dovuta tassazione Irpef non versata per omessa dichiarazione dell’attività lavorativa, a cui aggiungere interessi, sanzioni e, per chi svolge lavoro autonomo, anche i dovuti contributi previdenziali.
Stesso discorso vale per i lavoratori in regola che però guadagnano in nero, come proventi di altre attività extra, tra mille e 15mila euro senza dichiararli. Anche in tal caso devono pagare la dovuta tassazione Irpef non versata per cumulo dei redditi.
L’unico caso in cui il lavoratore in nero che guadagna tra mille-15mila euro non rischia nulla né alcuna multa è se al momento dell’accertamento non percepisce alcuna indennità né beneficia di alcun sussidio.
Se si lavora in nero e si guadagnano tra mille e 15mila euro, le sanzioni più pesanti sono in realtà quelle che toccano ai datori di lavoro. Secondo le leggi in vigore, infatti, nei casi di controlli da parte dell’Ispettorato del Lavoro ed emersione di lavoro nero, il datore di lavoro rischia:
Nei casi di lavoratori in nero stranieri o minorenni, le sanzioni aumentano del 20%.
Rischi e multe peggiorano quando il lavoratore in nero di dichiara disoccupato e percepisce i relativi sussidi previsti dalla legge. Se, per esempio, chi lavora in nero guadagna 1.500 euro al mese, risulta per la legge disoccupato e percepisce per la Naspi per la disoccupazione, rischia anche il carcere. In particolare, chi lavora in nero e guadagna cifre da mille euro in poi e percepisce la Naspi, perde innanzitutto l’indennità di disoccupazione e, se la somma indebitamente percepita è inferiore ai 4mila euro, è prevista una multa compresa tra 5.164 euro e i 25.822 euro e comunque l’importo della sanzione non può essere superiore tre volte il valore della somma percepita.
E’ prevista anche una sanzione penale che prevede la reclusione da 6 mesi a 4 anni. Stesso discorso vale per il lavoratore che percepisce uno stipendio in nero, di qualsiasi importo, tra mille e 15mila, e percepisce al contempo il reddito di cittadinanza.
In questo caso, il lavoratore in nero perde innanzitutto il reddito di cittadinanza, deve poi restituire tutte le somme indebitamente percepite e rischia una sanzione penale che va da un minimo di un anno ad un massimo di sei anni di carcere.