Chi ha una partita Iva per avere stipendio di 1500 netti al mese dopo le modifiche 2023 deve avere guadagni diversi a seconda che si abbia una partita iva forfettaria o una partita iva ordinaria e, generalmente, i guadagni devono essere compresi almeno tra 1.800 e 2.300 euro al mese.
Quanto si deve guadagnare con partita iva per avere stipendio di 1500 netti al mese dopo modifiche 2023? Decidere di aprire una partita iva per l’esercizio della propria attività, professionale o commerciale, rappresenta una scelta imposta e da valutare bene considerando che ci sono diverse responsabilità e obblighi da rispettare nonché costi da sostenere.
Tra tasse da pagare e contributi da versare i titolari di Partita Iva sono decisamente penalizzati rispetto ai lavoratori dipendenti in termini di guadagni netti su cui poter contare. Secondo alcune simulazioni, tra tasse e contributi chi ha una partita Iva paga tra il 60 e l’80% del guadagno annuo, ma ci sono differenze tra chi ha partita iva ordinaria e chi ha partita iva forfettaria.
I lavoratori autonomi con partita iva, a differenza di quanto avviene per i lavoratori dipendenti, devono pagare sia tasse che contributi previdenziali. Per chi decide di aprire una partita iva e ha i requisiti per rientrare nel regime forfettario agevolato, è prevista l’applicazione di un’aliquota unica al 15%, da quest’anno valida, dopo le modifiche 2023, per chi ha ricavi annui entro gli 85mila euro. Ciò significa che sul guadagno annuo, tutti coloro che hanno partita Iva forfettaria applicano l’aliquota di tassazione al 15%.
Ciò significa che se chi ha una partita iva forfettaria, che prevede il pagamento delle tasse su un'unica aliquota al 15% (da quest'anno valida per redditi fino a 85mila euro annui) per avere uno stipendio netto di 1.500 euro al mese, deve guadagnare almeno 1.800-1.900 euro, considerando anche i contributi previdenziali da pagare.
Diverso è il discorso se si vogliono 1.500 euro netti di stipendio al mese ma si ha la partita iva ordinaria. In tal caso, infatti, al guadagno si deve applicare:
E c’è poi l’eventuale ritenuta d’acconto.
Le modifiche 2023 riguardano le nuove aliquote Irpef per la tassazione sui redditi da lavoro, passate già a quattro e che potrebbero diventare tre entro fine anno.
Al momento le quattro aliquote Irpef in base ai diversi scaglioni di reddito sono:
Se ha una partita iva ordinaria, che prevede il pagamento delle tasse in base alle nuove aliquote Irpef, per avere uno stipendio netto di 1.500 euro al mese deve guadagnare almeno 2.200-2.300 euro al mese, considerando anche i contributi previdenziali da pagare.
Bisogna poi considerare che da quest’anno 2023 è in vigore la cosiddetta flat tax incrementale, sistema di tassazione incrementale con aliquota fissa al 15% per tutti i contribuenti con partita Iva che si applicherà solo sull’incremento di reddito conseguito nel 2022, rispetto alla media dei redditi fiscali conseguiti nel triennio precedente, in tal caso negli anni 2019-2021.
Con la flat tax incrementale l’aliquota agevolata al 15% è applicata solo sull’incremento rispetto al maggiore dei redditi dichiarati nei tre anni precedenti con una franchigia del 5%. Stando, infatti, a quanto annunciato, la flat tax non varrà oltre il tetto massimo di 40 mila euro.