E’ difficile stimare con esattezza quanto si perderebbe, in media, andando in pensione prima nel 2022 con i vari sistemi previsti, da ape social a opzione donna, a quota 102. Se, infatti, l’ape social non dovrebbe, in realtà, comportare alcuna perdita sull’importo di pensione finale, per opzione donna e quota 102 le perdite potrebbero essere relativamente basse o alte a seconda dei contributi effettivamente accumulati dai lavoratori nel corso della loro vita lavorativa, basandosi il sistema di calcolo finale di tali pensioni esclusivamente sui contributi effettivamente versati, per cui minori sono i contributi accumulati e minore è l’importo di pensione finale.
Quanto si perde sull’importo di pensione andando in pensione prima con i vari sistemi nel 2022? Cambiano le regole per andare in pensione nel 2022 e non ci sarà più la quota 100, sostituita dalla quota 102, l’ape social è stata rivista, opzione donna ancora prorogata.
Si tratta di sistemi che, in attesa di una vera e propria riforma delle pensioni, permetteranno di andare in pensione prima rispetto ai normali requisiti richiesti. Le legge pensionistica attuale prevede infatti i seguenti requisiti:
Vediamo se e come andando in pensione prima con i sistemi previsti nel 2022 si perde qualcosa sull’importo del trattamento pensionistico finale.
Tra i sistemi ancora validi nel 2022 per andare in pensione prima c’è l’Ape social, allargata a comprendere una maggiore platea di beneficiari.
L’Ape social permetterà ancora di andare in pensione anticipata a:
La domanda per andare in pensione con Ape social 2022 dovrà sempre essere presentata direttamente all’Inps o direttamente tramite sito Inps con il proprio Pin Inps o Spid, Cie o Cns, o contattando il numero verde Inps, o rivolgendosi a Caf o patronati.
Se si decide di andare in pensione prima ancora con Ape social non è detto che si hanno perdite sull’importo di pensione finale. In particolare, per legge, l’importo massimo mensile che viene erogato con l’ape social è di 1.500 euro fino al compimento dei 67 anni e cioè fino a quanto il pensionato non inizia a percepire il trattamento pensionistico spettante.
L’ape social funziona, dunque, come una sorta di scivolo di accompagnamento alla pensione che dai 63 ai 67 anni di uscita con la pensione di vecchiaia prevede per il soggetto beneficiario il diritto a percepire quanto calcolato come importo mensile del trattamento che spetterebbe al momento della pensione finale. Chi, dunque, sceglie l’ape social non dovrebbe perdere nulla sull’importo della pensione finale.
Diversa è la situazione per chi va in pensione prima con opzione donna 2022: fermo restando i requisiti ancora confermati per il 2022 e che non cambieranno, rimanendo a 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti, sia pubbliche che private, e a 59 anni di età per le lavoratrici autonome e con almeno 35 anni di contributi.
Per maturare i 35 anni di contributi necessari per andare in pensione con opzione donna 2022, si possono considerare le seguenti tipologie di contributi:
Per andare in pensione con opzione donna 2022 le lavoratrici devono accettare di calcolare la pensione finale esclusivamente con sistema contributivo, il che significa considerare ai fini pensionistici solo i contributi effettivamente versati nel corso della propria vita lavorativa, lasciando da parte il più vantaggioso sistema retributivo.
A causa del calcolo della pensione finale solo con metodo contributivo, chi decide di andare in pensione con opzione donna 2022 potrebbe perdere in media anche il 30% di quanto percepirebbe andando in pensione di vecchiaia, vale a dire 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.
Le percentuali più elevate di perdite sulle pensioni finali con opzione donna possono arrivare fino ad un massimoe del 25% e 30%, ma possono essere anche molto più basse, appena il 7% rispetto a quanto si percepirebbe aspettando la pensione di vecchiaia.
Passando alla quota 102, che dal primo gennaio 2022 permetterà ai lavoratori di andare in pensione prima a 64 anni di età e con almeno 38 anni di contributi, sostituendo l’attuale quota 100, si tratta di un sistema per uscire prima che non è detto che preveda perdite per l’importo della pensione finale.
Una eventuale riduzione della pensione finale, per chi decide di uscite prima con quota 102, dipende dal calcolo dei contributi accumulati fino al momento dell’uscita.
Permettendo, infatti, la quota 102 di anticipare l’uscita a 64 anni invece che attendere i 67 richiesti per la pensione di vecchiaia, una riduzione della pensione finale dipenderebbe da minori contributi versati per cui di minore entità sarebbe l’assegno finale.
Il principio che potrebbe portare a perdite per la pensione finale è che andando in pensione prima, si versano meno contributi e minore sarà il risultato dell’assegno pensionistico, considerando che il calcolo della pensione finale si basa sul versamento dei contributi effettivamente versati dal lavoratore nel corso della sua carriera professionale.
Ma non è detto che sia così: è, infatti, possibile che nel corso della propria vita lavorativa si siano versati contributi talmente elevati da poter ottenere un buon importo di pensione finale. In generale, comunque, le perdite stimate per chi va in pensione con quota 102 nel 2022 potrebbero essere molto basse in alcuni casi, aggirandosi su una percentuale dell’8, 9% rispetto all’importo che si potrebbe avere aspettando i 67 anni della pensione di vecchiaia, così come arrivare anche su percentuali del 20%.