Stando a quanto previsto dalle nuove norme in vigore, le regole per avere l’assegno unico per i figli 2023 sono generali ma non uguali per tutti i genitori. Cambiano, infatti, sia regole da seguire e sia importi a seconda che la domanda per beneficiare del nuovo assegno unico per figli sia presentata da genitori conviventi, divorziati, stranieri o anche dai nonni.
L'assegno unico per i figli sostituisce da quest’anno tutte le misure finora in vigore per famiglie con figli, ad eccezione del bonus asilo nido, unica misura che resta nonostante il debutto del nuovo assegno unico. L’assegno unico per i figli 2023 spetta a tutte le coppie con figli che abbiano uno o più figli a carico di età inferiore ai 21 anni a condizione che il figlio faccia parte dello stato famiglia, sia convivente con i genitori e sia a carico degli stessi.
In particolare, l'assegno unico per i figli spetta per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal settimo mese di gravidanza, ogni figlio con disabilità a carico, senza limiti di età e per ogni figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni e l’importo della misura non è fissa e uguale per tutti ma varia a seconda del valore Isee del nucleo familiare e della composizione dello stesso nucleo familiare. Vediamo quali sono regole e importi assegno unico figli a genitori conviventi, divorziati, nonni, stranieri nel 2023?
L’assegno unico per i figli 2023 spetta a tutte le coppie con figli non solo sposate ma anche a coppie conviventi, sia che si tratti di coppie conviventi di fatto, sia che si tratti di coppie che hanno formalizzato la propria convivenza in Comune, e divorziati.
Nel caso di assegno unico per figli per genitori conviventi, esattamente come accade come per coppie sposate, la domanda per riceverlo deve essere presentata direttamente all’Inps o direttamente online o rivolgendosi ad un Caf, ma in tal caso entrambe i genitori devono esprimere un consenso alla modalità di pagamento dell’importo spettante.
Per il pagamento dell’assegno unico per figli di coppie conviventi si può decidere di ricevere il pagamento o diviso al 50% per ognuno dei due genitori o interamente al 100% a favore di uno solo dei due genitori conviventi.
Per il calcolo dell’importo dell’assegno unico spettante a genitori conviventi con figli, si deve considerare l’Isee familiare, considerando che quando si costituisce una famiglia e nasce un figlio, pur senza matrimonio, nasce un nuovo nucleo familiare e relativamente a questo si deve fare l’Isee. Quindi, per genitori conviventi con figli è l’Isee del nucleo familiare quello rilevante ai fini del calcolo dell’importo di assegno unico 2023.
L’assegno unico per i figli può essere richiesto anche quando i genitori sono divorziati. In questo caso, se i genitori sono divorziati e hanno l’affido condiviso dei figli, l’importo dell’assegno unico calcolato per figlio o figli viene accreditato in misura pari al 50% sull’Iban di entrambe i genitori, per cui i genitori del figlio percepiscono l’assegno unico in parti uguali.
Se i genitori divorziati stessi si accordano perché sia solo uno dei due genitori a percepire l’assegno unico per i figli, che solitamente è il genitore collocatario con cui il figlio o i figli restano a vivere, allora l’intero importo al 100% spettante viene erogato a favore di un solo genitore.
Nel caso di genitori divorziati con affido esclusivo ad uno dei due genitori, invece, il pagamento dell’assegno unico per figli viene effettuato interamente al 100% nei confronti genitore collocatario con cui convive con il minore.
Per il calcolo dell’importo di assegno unico per figli 2023 spettante ai genitori divorziati, bisogna considerare ai fini del calcolo l’Isee del genitore con cui il figlio i figli restano a vivere e con cui costituiscono nucleo familiare.
Nel caso di genitori divorziati, come anche precisato dall’Inps, l’importo dell’assegno unico per figli spettante si calcola sull’Isee del nucleo familiare dei figli per cui si richiede l’assegno e dopodicchè l’importo calcolato si divide al 50% tra i due genitori.
L'assegno unico per i figli 2023 può spettare anche ai nonni quando questi ultimi risultano affidatari del figlio o figli per cui può essere richiesta la misura.
In particolare, secondo quanto previsto dalle nuove norme in vigore, i nonni hanno diritto a chiedere l'assegno unico per i figli 2023 per i nipoti nei casi di definizione di un formale provvedimento di affido dei nipoti stessi o nei casi di collocamento o accasamento etero familiare.
Dunque, l'assegno unico per figli spetta solo ed esclusivamente ai nonni a cui vengono affidati i nipoti e solo in presenza di relativa sentenza del giudice. Per il calcolo dell'importo dell'assegno unico per figli per i nonni, valgono le stesse regole e Isee previste per i genitori. Deve, cioè, essere presentato l'Isee del nucleo familiare dei nonni per procedere al calcolo dell'importo spettante.
Regole per assegno unico figli a genitori stranieri e importi
L’assegno unico per i figli 2023 può essere richiesto anche da genitori stranieri secondo le stesse modalità previste per tutte i genitori e secondo le stesse regole sia relative a calcolo Isee e Isee del nucleo familiare, sia relative all’eventuale divisione dell’importo calcolato se i genitori stranieri sono separati o divorziati.
Tuttavia, i genitori stranieri che hanno intenzione di presentare domanda per avere l’assegno unico per i figli 2023 devono soddisfare i seguenti requisiti:
essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea, in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno semestrale;
essere domiciliato o residente in Italia e avere i figli a carico;
essere residente in Italia da almeno 2 anni, anche non continuativi, o avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale;
essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia.
Cosa cambia per assegno unico per figli tra genitori conviventi, divorziati, stranieri: il caso eccezionale dei nonni. Cosa prevedono norme in vigore