Ci sono almeno due grandi motivi per cui i buoni fruttiferi postali continuano a trovare grande successo tra i risparmiatori italiani anche nel 2022. Non va di certo ricercato nei rendimenti, se non altro perché non sono paragonabili a quelli applicati nel periodo precedenti alla grande crisi.
Tuttavia si tratta di un investimento sicuro con facilità di gestione e tassazione ridotta. Quest'ultima è infatti pari al 12,50%, ma sono anche altri gli aspetti che convincono i risparmiatori, come la possibilità di richiedere in ogni momento il rimborso del capitale investito e l'assenza di costi di sottoscrizione e rimborso.
Il tutto senza dimenticare che i risparmiatori tradizionali possono scegliere i buoni fruttiferi postali in forma cartacea mentre quelli più agili ovvero con maggiore dimestichezza con le nuove tecnologie possono preferire i buoni fruttiferi postali in forma dematerializzata.
Di conseguenza cambia la modalità di sottoscrizione per cui è possibile rivolgersi agli uffici postali oppure fare tutto via web, anche tramite l'app BancoPosta. Vediamo quindi
Non c'è un rendimento fisso per i buoni fruttiferi postali perché sono alla scelta tra le 8 tipologie disponibili. A oggi il quadro è il seguente:
Non sono invece più sottoscrivibili altri buoni fruttiferi postali che invece erano stati disponibili fino a pochi mesi fa ovvero i Buoni indicizzati all'euro stoxx 50, i Buoni indicizzati all'inflazione, i Buoni indicizzati al bot 6 mesi, i Buoni a tasso fisso, i Piani di risparmio e i Buoni fedeltà.
Basta quindi selezionare il tipo di buono fruttifero postale, l'importo e e la data di sottoscrizione per procedere con calcoli ed esempi. La simulazione che proponiamo prevede un investimento di 1.000 euro complessivi da lasciare in deposito per 5 anni ovvero dal primo luglio 2022 al primo luglio 2025. I risultati sono i seguenti:
Nel primo caso la scelta di ritirare il contante dopo 5 anni non è quella corretta perché basterebbe attendere un anno in più per vedersi raddoppiato il rendimento. Alla fine del terzo anno ammonta infatti allo 0,35% mentre alla fine del sesto anno è dello 0,70%.
Stessa cosa per il Buono Rinnova poiché alla fine del terzo anno ammonta allo 0,25% mentre alla fine del sesto anno è dello 0,70%. Di conseguenza è fondamentale simulare con attenzione costi e rendimenti, cifre da investire e tassazione applicata per l'individuazione del buono fruttifero postale più adatto alle proprie esigenze.
Il risparmiatore tradizionale può scegliere l'effetto di salvare la lettera in formato cartaceo. pur scegliendo più effetti tecnologici che in modi non figurativi.