Residenza falsa, nuovi controlli più severi. Ecco quali sono

Cosa succede nei casi di dichiarazione di falsa residenza, verifiche e nuovi controlli ancor più rigidi per scovare i furbetti del Fisco

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Residenza falsa, nuovi controlli più sev

Perché si ricorre alla falsa residenza?

La residenza falsa rappresenta un grande vantaggio per pagare meno tasse sulla casa, tra cui Imu e Tasi, e per evitare ulteriori evasione sono stati avviati controlli più stringenti.

Per evadere le tasse e pagare meno sono diversi gli espedienti cui ricorrono i furbetti del Fisco, dalle residenze all’estero, alle false residenze, a compravendite immobiliari, ai paradisi fiscali, Paesi a fiscalità privilegiata come Olanda e Lussemburgo, Bermuda, Isole Vergini, Costa Rica, Delaware. Sono queste le notizie che emergono dalle ultime indagini della Guardia di Finanza secondo cui, inoltre, molti cittadini italiani si sono cancellati dall'anagrafe della popolazione residente in Italia per emigrare in Paesi a fiscalità privilegiata mantenendo, però, titolarità della partita Iva, rappresentanza legale di società con sede in Italia, nucleo familiare e immobili e utenze.

Per evitare che l’abitudine delle false residenze continui ad essere un fenomeno dilagante nel nostro Paese per evadere le tasse, è stato deciso di avviare controlli più stringenti e capillari. Come vengono effettuati i nuovi controlli sulle false residenze e da chi?

Dimora abituale e falsa residenza
 

Stando a quanto stabilito dalle legge italiana, la residenza è il luogo in cui la persona ha la propria dimora abituale e vale per un solo Comune, sia ai fini dell’iscrizione nelle liste elettorali sia per beneficiare di tutti gli altri benefici o obblighi fiscali. La residenza, dunque, coincide con la dimora abituale ma se si dimora abitualmente in una casa ma si ha la residenza in una seconda abitazione per evitare di pagare le tasse allora si compie un reato. Si evadono le tasse e si fornire falsa dichiarazione.

Nuovi controlli più stringenti per false residenze

La residenza falsa rappresenta un grande vantaggio per pagare meno tasse sulla casa, tra cui Imu e Tasi, nonostante i continui controlli per evitare che ci accada. Ma poiché si tratta di un fenomeno che non accenna a placarsi, i controlli dei Comuni sulle false residenze, che in realtà avvengono già durante tutto l’anno per riforma sull’Imu che per usufruire dei benefici fiscali richiede residenza e dimora abituale, saranno ancora più strigenti.

Per effettuare controlli sulle false residenze, i Comuni compiono verifiche direttamente sul posto senza alcun avvertimento. Solitamente l’accertamento viene svolto dalla polizia municipale o da un altro personale incaricato dal Comune.

Ma le novità prevedono controlli incrociati non solo di verifica della presenza fisica nella dimora indicata come residenza, anche se poi non lo è, ma anche relativamente a consumi di utenze di luce, gas, acqua, telefono, richiedendo, per esempio, alla società di luce o gas copia delle ultime bollette da cui emerge chiaramente se sono stati effettuati consumi o se i consumi sono fermi, indizio che porta a pensare verosimilmente come in quella residenza non vi sia nessuno.

Questa situazione è di decisa incongruità con l’eventuale dichiarazione all’anagrafe di abitazione principale e in tal caso sarebbero pesanti le conseguenze per il contribuente.

Cosa succede in caso di dichiarazione di falsa residenza?

La dichiarazione di falsa residenza all’anagrafe rappresenta un reato in atto pubblico, perchè viene fatta all’ufficio del Comune e usata per formare un atto pubblico che è appunto il registro anagrafico, e se scoperto il contribuente viene segnalato dal Comune alla Procura della Repubblica e può anche essere cancellato dalle liste dell’anagrafe e dalla possibilità di accedere al servizio sanitario e perde automaticamente tutti i benefici sulla prima casa, dovendo restituire anche gli importi per le somme delle imposte non pagate, come Imu e Tasi, per tutto il periodo di falsa dichiarazione di residenza.

Una volta accertata la dichiarazione di falsa residenza, infatti, il Comune può chiedere al contribuente il pagamento delle imposte dovute, proprio come Imu e Tasi ma anche Tari sui rifiuti, non pagate quando avrebbero dovuto essere pagate e non ancora prescritte.