Quando si parla di ritenuta d'acconto si fa riferimento alle tasse da pagare. Più precisamente si tratta di un anticipo che il committente trattiene dal compenso dal lavoratore.
Ma siccome il sistema fiscale italiano è raramente semplice e lineare, ecco che spetta al lavoratore stesso calcolare la cifra e inserirla nella fattura da consegnare al cliente. Insomma, il percorso è piuttosto articolato ma va seguito con molta attenzione per evitare di commettere errori da scontare a caro prezzo.
Prima di vedere da vicino alcuni esempi pratici di calcolo e di compilazione modello, ricordiamo che la ritenuta d'acconto si applica anche sui ricavi di agenti di commercio e professionisti, artisti e lavoratori autonomi.
Ma anche sugli interessi su prestiti di privati ad aziende, sui diritti d'autore e sui compensi per le royalties. In pratica la platea degli interessati a questa procedura fiscale riguarda soggetti residenti in Italia in riferimento ai compensi per prestazioni di lavoro autonomo.
Tutti loro devono calcolare la ritenuta a titolo di acconto Irpef, inserirla nella fattura per consentire il pagamento da parte delle aziende.
A loro volta gli importi che il committente trattiene come ritenuta d'acconto devono essere girate in esattoria, ufficio postale o istituto di credito entro scadenze prefissato ovvero entro il 16 del mese successivo con tanto di indicazione del Codice Tributo per cui sono state operate le ritenute. Vediamo quindi
Nonostante la procedura sia piuttosto articolata, il calcolo della ritenuta d'acconto è molto semplice. Non è altro che una percentuale fissa da applicare qualunque sia l'importo della fattura. Più precisamente è pari al 20% per i professionisti residenti in Italia ovvero al 30% per chi non è residenti.
Il solo aspetto aggiuntivo a cui prestare attenzione è l'iscrizione o meno a una cassa previdenziale. Nel primo caso la percentuale della ritenuta d'acconto si calcola esclusivamente sul compenso che spetta al professionista sulla base del precedente accordo con il cliente.
Possiamo facilmente fare un primo esempio di ritenuta d'acconto 2022 per i professionisti con cassa previdenziale iscritti all'Inps. Le voci sono le seguenti:
Cosa cambia nel caso nella ritenuta d'acconto 2022 in cui in cui il professionista sia senza cassa previdenziale? La sola differenza va ricercata nella modalità di calcolo della ritenuta d'acconto poiché tutto il resto rimane immutato.
Possiamo allora fare l'esempio di un lavoratore che ha concordato il medesimo compenso con il datore per comprende sia come varia l'importo finale ma anche qual è il metodo utilizzato per arrivare la cifra finale. In questo secondo esempio le voci sono le seguenti:
Diamo infine uno sguardo alla compilazione del modello nel caso della fattura elettronica poiché quella cartacea contiene le voci che abbiamo indicato. Ebbene, sono due le parti di cui è composta, una descrittiva e una tabellare.
La prima contiene i dati identificativi del prestatore tra cui indirizzo, partita Iva, nome, cognome, ditta; i dati identificativi del committente; il numero progressivo, la data di emissione, e le condizioni generali della prestazione professionale tra cui durata e modalità di pagamento.
La parte tabellare comprende i dati identificativi della prestazione professionale offerta tra cui quantità e descrizione; il valore della prestazione professionale unitario e complessivo di ciascun bene venduto, oltre ad eventuali sconti praticati e oneri accessori a carico del compratore; la base imponibile; l'aliquota Iva; il totale della fattura.
La platea delle ritenute d'acconto è relativa ai volontari residenti in Italia con riferimento alle indennità di lavoro autonomo.