Rumori in condominio, risarcimento quando e come si può ottenere

I casi in cui è possibile richiedere un risarcimento danno per rumori in condominio: quando è possibile averlo e come fare

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Rumori in condominio, risarcimento quand

Quando i rumori in condominio prevedono un risarcimento?

Il risarcimento danni per rumori in condominio non è sempre previsto e per ogni rumore ci disturbi ma vale solo nei casi in cui i rumori provochino comprovati danni alla salute o alla vita familiare, tanto da portare ad intentare azioni legali.  

I rumori in condominio considerati molesti, come volume alto di musica o tv, abbaiare del cane, aspirapolvere accesi al mattino presto o la sera tardi, tacchi in orari notturni, possono permettere a chi li subisce di ricorrere alla legge e ottenere anche risarcimenti. Tuttavia, vi sono solo alcuni casi di rumori in condominio che permettono di ottenere risarcimenti e non sempre è possibile averli.

Non si può chiedere, infatti, un risarcimento danni per rumori in condominio solo se la musica alta del vicino ci da fastidio non permettendoci di vedere la nostra tv o se mentre dormiamo veniamo svegliati improvvisamente da un martello. Vediamo, dunque, quali sono i casi che permettono di chiedere un risarcimento danni per rumorsi in condominio.

Cosa fare in caso di rumori in condominio fastidiosi

Stando a quanto stabilito dalla Cassazione, perché un rumore in condominio sia considerato fastidioso e molesto deve superare determinati limiti. In generale, il rumore, secondo i giudici, è intollerabile quando emerge un aumento dell’intensità del livello medio del rumore di fondo di oltre 3 decibel, considerato limite massimo accettabile di incremento del rumore.

Per dimostrare che i rumori superano il livello di normale tollerabilità si possono far eseguire perizie, a proprie spese, con l’intervento delle strutture pubbliche (di solito Asl o Arpa) che usando apposite apparecchiature verificano i livelli di rumorosità con una certificazione che ha valore di atto pubblico o si può chiedere al giudice un accertamento tecnico preventivo, nominando un tecnico specializzato che determini il livello dei rumori.

I limiti da rispettare e quelli superiori che causano automaticamente rumori molesti non sono universali ma vengono definiti dal cosiddetto criterio comparativo e vale a dire in base alla zona, a quanti abitanti vi sono, ubicazione dell’appartamento, continuità del rumore e, per esempio, chi vive in pieno centro città dove i rumori cittadini sono assordanti difficilmente fa caso a chi tiene l’asciugacapelli acceso o l’aspirapolvere alle 9 del mattino, cosa che invece avverte chiaramente e in maniera fastidiosa chi vive fuori città magari in una zona verde, desolata e silenziosa dove anche piccoli rumori se continuativi possono diventare intollerabili.

Quando sussistono tali condizioni, il condomino disturbato dai rumori può chiedere all’amministratore di condominio di convocare un’assemblea condominiale straordinaria per esporre il problema e cercare una soluzione o può decidere di ricorrere alla legge: se, infatti, l’assemblea conferma i rumori molesti, è prevista una sanzione con una delibera impugnabile entro 30 giorni dall’approvazione. La sanzione prevede una multa fino a 200 euro, che in caso di recidiva può arrivare anche a 800 euro e previsto risarcimento nei confronti del condominio disturbato.

Se nonostante la sanzione, i rumori molesti perseverano, scattano le sanzioni previste dal codice penale che prevedono l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a 309 euro ma in tal caso è previsto l’obbligo di provare che i rumori superano in maniera continua e costante i limiti della normale tollerabilità e che diano fastidio ad un certo numero di condomini.

Risarcimento per rumori in condominio: regole e procedure

Il risarcimento per rumori molesti in condominio si può richiedere per eventuali danni alla salute o alla vita familiare, a patto che siano chiaramente dimostrati, e deriva dall’eventuale danno provato dalle immissioni rumorose, secondo quanto stabilito dal codice civile relativo in materia dei risarcimenti da fatti illeciti. In questo caso, chi risulta danneggiato a causa di rumori in condominio ha cinque anni di tempo per avviare l’azione legale in tribunale.

Il primo passo da compiere in tal senso è deve dimostrare la condotta illecita che ha portato dal danno subito. Bisogna poi dimostrare che il danno è stato causato effettivamente dalla condotta illecita e non da altri fattori, il cosiddetto rapporto di causalità. Per il danno da rumore in condominio bisogna poi provare il disagio o altra lesione tutelata dalla Costituzione, come della salute per esempio, nella vivibilità della casa.

Solo a patto di dimostrare tutte queste condizioni, il condomino danneggiato può chiedere un risarcimento danno da rumori in condominio. Secondo la Cassazione, infatti, il risarcimento è dovuto nei casi in cui si verifichino e manifestino danni alla salute, con eventuale riconoscimento del risarcimento del danno che deriva dalla lesione al normale svolgimento della vita familiare, o alla normale pratica del lavoro, chiarendo che la mancanza di un danno biologico adeguatamente documentato non impedisce la possibilità di ottenere un risarcimento del danno non patrimoniale.

Il danno viene solitamente quantificato dal giudice in base a precisi elementi soggettivi delle cause. L’importo del risarcimento da danno per rumori in condominio è, infatti, il risultato di una serie di fattori come